Gaio Svetonio Tranquillo: differenze tra le versioni
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Ugualmente incerta è l'origine sociale di Svetonio: non si può stabilire con precisione se la sua famiglia appartenesse al ceto equestre o fosse plebea, anche se l'autore stesso riferisce che il padre, Svetonio Leto, era tribuno angusticlavio della XIII legione, che servì [[Otone]] nella [[prima battaglia di Bedriaco]] contro [[Vitellio]].<ref>''De Vita Caesarum'', VII, 10.</ref>
Nonostante le origini non patrizie, Svetonio studiò non solo [[grammatica]] e [[letteratura]], ma anche [[retorica]] e [[giurisprudenza]], divenendo [[avvocato]] e corrispondente di Plinio il Giovane, che lo considerava un suo protetto e che diede un impulso alla carriera di Svetonio. Prima di morire, nel [[113|113 d.C.]], infatti, lo affidò alla protezione di [[Setticio Claro]], che, divenuto prefetto del pretorio dell'imperatore [[Adriano]], ottenne per lui la carica di segretario dell'imperatore (''procurator a studiis'' e ''ab epistulis'', ovvero sovrintendente degli archivi e curatore della corrispondenza imperiale), ed in tale qualità aveva accesso ai documenti più importanti degli archivi imperiali.
Svetonio ricoprì, dunque, cariche importanti sotto l'imperatore [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] e forse già sotto [[Traiano]], entrando a far parte del personale a più stretto contatto con l'imperatore: tuttavia, il suo allontanamento da parte dell'imperatore Adriano nel [[122]] (assieme al prefetto del pretorio Setticio Claro, con la motivazione ufficiale di aver trattato con eccessiva vicinanza l'imperatrice Sabina<ref>[[Elio Sparziano]], ''Adriano'', 11, 3.</ref>), per motivi non chiari (nel contesto di una epurazione dei quadri dirigenti voluta forse dall'imperatrice stessa per conferire gli incarichi ai suoi protetti) segnò la fine della sua carriera.
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