Marco Postumio Regillense: differenze tra le versioni

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Nel [[414 a.C.]] fu eletto [[tribuno consolare]] con [[Quinto Fabio Vibulano Ambusto]], [[Lucio Valerio Potito (tribuno consolare 414 a.C.)|Lucio Valerio Potito]] e [[Gneo Cornelio Cosso]].<ref>Tito Livio, "Ab Urbe Condita", IV, 4, 49.</ref>
 
In quell'anno [[Bola]], espugnata l'anno precedente dai romani che discutevano se inviarvi colonidei romanicoloni, fu riconquistata e fortificata dagli [[Equi]]; il Senato romano decise di affidare la campagna a Marco Postumio.
 
{{q|La campagna contro gli Equi fu affidata a quest'ultimo, uomo di indole malvagia, anche se essa si manifestò più nell'ora della vittoria che durante la guerra.|Tito Livio, "Ab Urbe Condita", IV, 4, 49.}}
 
Marco Postumio condusse l'esercito romano alla vittoria contro gli Equi, ma si inimicò i soldati, mancando la promessa di dividere con essi il bottino di guerra. Richiamato a Roma, durante una accesa discussione in assemblea con i [[tribuno della plebe|tribuni della plebe]], si espresse con espressioni dure nei confronti dei soldati.