Forte di Fortezza: differenze tra le versioni

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[[Franz von Scholl]] (lo stesso che progettò il [[forte Nauders]], poco oltre il [[passo Resia]]) fu incaricato di progettare la costruzione del forte. Questo era di nuova concezione, in stile neoclassico, articolato su tre livelli. Il forte fu realizzato a tempo di record, i lavori ebbero inizio il 17 giugno [[1833]], e venne inaugurato il 18 agosto [[1838]], alla presenza dell'Imperatore d'Austria [[Ferdinando I d'Austria|Ferdinando I]] (il progetto iniziale prevedeva il compimento dell'opera in soli 3 anni, ma problemi economici lo ritardarono). Durante la fase di costruzione furono ritrovati numerosi cadaveri, a dimostrazione che fin dall'antichità questo luogo era un punto di lotta per il confine.
 
A Fortezza furono estratti 900.000{{formatnum:900000}} metri cubi di argilla, con cui furono costruiti qualcosa come 20.000.000{{formatnum:20000000}} di mattoni (trasportati con 120.000{{formatnum:120000}} carri; i mattoni di dimensioni 31 x 15,5 x 7&nbsp;cm, erano tutti firmati con l'acronimo ''KKF'' ''Kaiserlich-königliche Festung'', e pesanti 5&nbsp;kg ciascuno), andando a disboscare i boschi adiacenti per la loro cottura. Furono usati inoltre 190 metri cubi di calce, {{Senza fonte|2.844.000{{formatnum:2844000}} di metri cubi di sabbia}}, 250.000{{formatnum:250000}} metri cubi di granito (trasportato con 795.000{{formatnum:795000}} carri)<ref>Joseph Rohrer, ''La fortezza'', opuscolo della Ripartizione 13 Beni Culturali della Provincia Autonoma di Bolzano</ref> e 297.500{{formatnum:297500}} metri di legno. Per la sua costruzione vennero impiegati 1.700{{formatnum:1700}} specialisti, 4.600{{formatnum:4600}} operai, circa 4 volte l'allora popolazione di [[Bressanone]]. Per la sua realizzazione furono spesi molti soldi: 2,6 milioni di fiorini (l'equivalente di 400 milioni di Euro) tanto che alla fine dei lavori, l'allora imperatore Ferdinando Primo, constatando le enormi cifre spese per la realizzazione del forte, esclamò la celebre frase: "''Considerati i costi mi aspettavo una fortezza completamente in argento''". Molti operai morirono durante la costruzione del forte e furono seppelliti vicino all'ex-sanatorio di Bressanone in una fossa comune. Oltre alle morti bianche si aggiunse il colera.<ref>Dario Massimo, ''La Fortezza'', Bressanone, A. Weger, 2007.</ref>
 
Il forte era formato da tre blocchi, progettati per essere indipendenti in toto:
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Nonostante la sua grande potenza di fuoco, il forte non fu mai usato in prima linea, e venne quindi quasi subito adibito alla funzione di deposito.
 
Tutte le componenti del forte sono munite di numerose feritoie disposte su più livelli. Il forte poteva alloggiare con tranquillità 1.200{{formatnum:1200}} soldati (tutte le parti del forte sono infatti disposte ognuna su più livelli, anche sino a 3 livelli e oggi il più basso è nascosto da un pavimento in legno).
 
Il rifornimento idrico del forte era assicurato da alcune grandi cisterne, dato che non era possibile avere acquedotti o sorgenti. Le cisterne venivano riempite con l'acqua piovana raccolta dai tetti dei vari edifici del forte che erano ricoperti di terra, oltre che per il mimetismo e protezione, anche per depurare l'acqua.
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==== Armamenti principali ====
Al tempo della progettazione del forte, le armi d'artiglieria erano ancora ad avancarica e senza canna rigata (quindi con minor gittata), nonostante ciò la fortezza era progettata per ospitare 90 bocche da fuoco:
* 28 cannoni da difesa da 6 libbre<ref>1 libbra allora equivaleva a 394,3 grammi</ref>
* 44 cannoni da difesa da 12 libbre
* 4 [[cannone da campagna|cannoni da campagna]] da 6 libbre
* 3 cannoni da difesa da 18 libbre
* 4 obici da 7 libbre
* 7 mortai da 30 libbre<ref>1 libbra allora equivaleva a 394,3 grammi</ref>
Ogni cannone era ospitato in una camera da combattimento che aveva una forma leggermente assottigliata verso la feritoia. Ogni camera aveva il suo camino per l'evacuazione dei fumi, e sul lato opposto due finestre per l'illuminazione.
Un terzo dei 1200 soldati previsti al forte era addetto all'artiglieria.
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La fortezza è stata una base militare ([[polveriera]], ovvero per la costruzione e il deposito di materiale esplosivo) fino alla fine del [[1991]] (era tra l'altro proibito fotografarla e visitarla), dopo di che è stata dismessa. Successivamente la proprietà è passata all'Agenzia del [[Demanio]] di [[Bolzano]], la quale il 2 maggio [[2005]] l'ha concessa in affitto al comune di Fortezza per 20 anni. Nella fortezza vengono organizzate visite guidate, mostre ed eventi culturali, da parte dell'associazione [https://web.archive.org/web/20110429004754/http://www.oppidum.bz.it/ OPPIDUM] a partire dal 16 maggio [[2005]].
 
Presso il forte si sono tenute, durante il [[2008]], la mostra internazionale dell'arte ''[[Manifesta|Manifesta 7]]'' (esposizione incentrata sui suoni nel forte basso) e, nel [[2009]], la mostra congiunta interregionale ''Labirinto Libertà'' nel forte basso e medio.<ref>{{Cita web |url=http://www.lab09.net/ |titolo=Labyrinth: Freiheit - Landesausstellung 2009 - Franzenfeste, Bozen - Südtirol |accesso=30 giugno 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180327141110/http://lab09.net/ |urlmorto=sì }}</ref> Anche per questi motivi, a ottobre 2007 sono iniziati i lavori di risistemazione e restauro della fortezza, per un costo di 9,3 milioni di euro, con la costruzione di ulteriori scale ed ascensori per facilitare la visita alle future esposizioni, una realizzazione di uno spazio espositivo di 15.500{{formatnum:15500}}&nbsp;m², di cui circa 5.000{{formatnum:5000}} al coperto, un parcheggio di 350 posti auto. Nella vecchia mensa ufficiali è oggi allestito un bistrò che può contenere fino a 100 ospiti. Nel forte basso, presso la cassa, è stato allestito anche un piccolo shop di circa 100&nbsp;m². Per effettuare questi lavori in una ex-polveriera sono stati necessari dei lavori di bonifica del terreno, che hanno portato al ritrovamento di 1.306{{formatnum:1306}} fumogeni, 218 proiettili, 39 bombe a mano, 200 granate, circa 18.000{{formatnum:18000}} pallottole, bombe da mortaio, 440 bombe da fucile e 6 bottiglie incendiarie.
 
Questo progetto di recupero, a cura degli architetti locali Markus Scherer e Walter Dietl, nel [[2010]] vinse il primo premio del rinomato ''[[Oderzo#Premio di architettura "Città di Oderzo"|Premio di architettura "Città di Oderzo"]]''.<ref>http://www.oderzocultura.it/index.php?topic=news_dett&page=3&newsTitle=PREMIO ARCHITETTURA CITTA' DI ODERZO - XII edizione</ref>
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La fortezza ospiterà successivamente il punto informativo per la [[galleria di base del Brennero]].
 
Accanto alla parte del forte alto è stata recentemente allestita una [[palestra di roccia|palestra naturale di roccia]], dove un giovane è caduto nel maggio 2013 da un'altezza di oltre 7 metri.<ref>{{CollegamentoCita interrottoweb|1url=[http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2013/05/30/news/fortezza-precipita-per-sette-metri-1.7164467 |titolo=Fortezza, precipita per sette metri]|sito=[[Alto Adige (quotidiano)|Alto Adige]]|data=settembre30 2018maggio 2013|botaccesso=InternetArchiveBot9 }} sumaggio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151031075756/http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2013/05/30/news/fortezza-precipita-per-sette-metri-1.7164467|urlmorto=sì}}</ref>
 
Nel [[2012]] è stata inaugurata una mostra permanente, con il titolo ''franzensfeste. la fortezza'' che mette in risalto le peculiarità della fortezza.<ref>[http://www.provinz.bz.it/de/aktuelles/news-landespresseamt.asp?aktuelles_action=4&aktuelles_article_id=392881 Inaugurata la mostra permanente ''franzensfeste. la fortezza'']</ref>
 
A dicembre 2013 la provincia ha acquisito in anticipo definitivamente dall'agenzia del demanio la fortezza austro-ungarica; con tale ottenimento la giunta provinciale ha da ora la possibilità di decidere il futuro per il forte.<ref>[{{Cita web|url=http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2013/12/18/news/fortezza-il-forte-alla-provincia-1.8324538 |titolo=Fortezza, il forte alla Provincia|sito=[[Alto Adige (quotidiano)|Alto Adige]]|data=18 {{Webarchivedicembre 2013|urlaccesso=9 maggio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131219180123/http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2013/12/18/news/fortezza-il-forte-alla-provincia-1.8324538 |dataurlmorto=19 dicembre 2013 }} su Altoadige</ref> Nel 2017 decise di istituirvi un museo storico-culturale commissionandone il progetto.<ref>Hannes Obermair, ''Cartografie del cosmo regionale – un modulo espositivo per il progettando Museo storico-politico del Sudtirolo/Alto Adige'', in Beatrice Borghi (a cura di), ''La storia siamo noi: Eredi e protagonisti della storia. Studi offerti a Rolando Dondarini'', Argelato (Bologna), Minerva, 2020, pp. 97ss97 e ss.</ref>
 
== Principali edifici ==
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Guardando il soffitto viene subito in mente la struttura del Pantheon di Roma. all'esterno della chiesetta si trovavano le statue dei generali [[Josef Radetzky|Radetzky]] e [[Heinrich Hermann von Hess|von Hess]] (attualmente non più in loco; probabilmente fuse per ricavarne dei bossoli oppure si pensa possano essere quelle bronzee custodite presso il museo di Innsbruck. Tra gli altri elementi scomparsi dal forte, si ha notizia del simbolo dell'aquila del Tirolo, affisso sopra l'ingresso principale, ora invece si trova presso una caserma dell'aeronautica a Roma).
 
L'interno della chiesa è molto piccolo, infatti era in grado di ospitare una trentina di persone a malapena (praticamente gli ufficiali); poche rispetto ai 1.200{{formatnum:1200}} soldati della guarnigione originariamente previsti). Anche per questo motivo la chiesa presenta una volta cilindrica a cassettoni (i quali erano in grado di portare all'esterno la voce del celebrante durante una funzione religiosa) ed un tetto a prova di bomba. Essa rappresenta un'affascinante mescolanza di stili architettonici: l'interno ricorda la basilica romana di Costantino, mentre l'esterno è nel tipico stile tedesco medioevale.
 
Nell'agosto del [[2006]] al forte si tenne un concerto, che però si trasformò in un [[rave party]] all'interno della cappella, tanto che dovettero intervenire alcune ambulanze per casi estremi di alcol e droga. Dopo poco più di tre anni, il 4 dicembre [[2009]], alla presenza del vicario del vescovo Josef Matzneller e dei parroci Gottfried Ugolini e Alfons Habicher, la cappella del forte è stata riconsacrata e dedicata a [[san Giovanni Battista]] e a [[santa Barbara]], dopo che gli artisti Annemarie Laner e Manfred Mureda ne hanno seguito il restauro, e fatto aggiungere tre opere d'arte.<ref>[http://www.provincia.bz.it/usp/285.asp?redas=yes&aktuelles_action=4&aktuelles_article_id=315804 4 dicembre: nuova cappella a Fortezza, ultimo atto della mostra interregionale - Comunicati stampa - Provincia autonoma di Bolzano]</ref>
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==== Batteria esterna ====
Dall'elevata postazione del forte medio la batteria dominava il teatro di combattimento verso sud. A metà del [[XIX secolo]] le pesanti bocche da fuoco erano in grado di centrare con precisione un bersaglio distante circa {{formatnum:1000}} metri. Nel [[1862]] contro la fortificazione si fecero prove di tiro con numerosi colpi d'artiglieria pesante che, però, rimbalzarono senza efficacia contro i muraglioni di granito.
 
==== La Kaiservilla ====
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Alcuni mesi successivi dal forte ripartirono tre convogli:
* Il 29 febbraio [[1944]] un convoglio verso il Ministero degli Esteri del Reich a [[Berlino]], contenente 55 tonnellate;
* Il 19 aprile [[1944]] un convoglio verso le banche svizzere di [[Berna]], contenente 23,5 tonnellate;
* Il 21 ottobre [[1944]] un convoglio verso Berlino, contenente 24 tonnellate;
Quindi per un totale di 102,5 tonnellate d'oro.
 
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Nell'aprile del 1943, 23 tonnellate di oro in lingotti furono spedite in Svizzera. 10 sarebbero servite a pagare i debiti contratti prima della Guerra dall'industria di Stato italiana, altre 12 finirono a [[Basilea]], sul conto dei Regolamenti Internazionali. La [[Repubblica Sociale Italiana]] aveva accordato al ''Reich'' di trasferire a Berlino una parte della riserva aurea nazionale, ed altre 50 tonnellate partirono da Fortezza. Una seconda spedizione era prevista nell'ottobre del 1944, ma saputolo, il funzionario della Banca d'Italia, signor Bombasaro, si recò a Trento e inviò a Bari un messaggio cifrato al Comando Alleato, che subito rispose bombardando il Forte ed il paese. Presso la locale stazione l'oro era già stato caricato su vagoni blindati. Qualche giorno più tardi, un sedicente Comitato della Croce Rossa Internazionale prese in consegna l'oro per portarlo in Svizzera dove, pare, non arrivò mai.
 
Tra realtà e leggenda, a Fortezza sarebbero dovute rimanere circa 24 tonnellate d'oro. Da un rapporto segreto dell'agosto del 1946 sembra che il Comando Alleato, che aveva raggiunto Fortezza i primi di maggio del 1945, alla presenza dei funzionari della Banca d'Italia, procedettero al ritiro dell'oro: ne ritrovarono 22.941{{formatnum:22941}} chilogrammi dei 117.000{{formatnum:117000}} partiti da Roma.
 
Testimonianze riportarono, a più riprese nel corso degli anni, la presenza di ingenti quantità di oro fuso in lingotti nascosto in tunnel e cunicoli murati, gli ingressi celati alla vista.