Louis-Ferdinand Céline: differenze tra le versioni

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Durante il suo soggiorno a Parigi, lo scrittore tedesco [[Ernst Jünger]], ufficiale di occupazione della [[Wehrmacht]] di stanza a Parigi e aderente al [[nazionalsocialismo]] seppur in maniera critica - e che pochi anni dopo avrebbe simpatizzato per il fallito [[attentato a Hitler del 20 luglio 1944]] - aveva incontrato diversi scrittori francesi come [[Jean Cocteau]], [[Henry de Montherlant]], [[Jean Paulhan]] e Céline stesso, che lo incuriosivano. Jünger e Céline si incontrarono spesso durante questo periodo, sia presso l'ambasciata tedesca, sia durante gli "incontri del giovedì" presso la residenza parigina della "regina" dei [[Salotto letterario|salotti letterari]] [[Florence Gould]].<ref name="titani1">{{Cita libro|titolo=I prossimi titani. Conversazioni con Ernst Jünger|autore=[[Antonio Gnoli]], [[Franco Volpi (filosofo)|Franco Volpi]]|editore=Adelphi|città=Milano|anno=1997|pp=93-94|isbn=88-459-1325-2}}</ref> Céline lo stupì negativamente con i suoi discorsi selvaggiamente [[Antisemitismo|antisemiti]] e lo rivide poi anche nel 1943. Jünger espresse il suo disgusto per "gente del genere" nel suo diario, facendo riferimento all'antisemitismo e al nichilismo dello scrittore francese.
 
{{quote|Fra gli altri c’era Merline, grande, ossuto, forte, un po’ goffo, vivace nella discussione, anzi nel monologo. È caratteristico quel suo sguardo da maniaco introvertito, che riluce come dal fondo di una caverna. Non guarda né più a sinistra né a destra: si ha l’impressione che cammini incontro a una meta sconosciuta. "Io ho la morte sempre al mio fianco", e indica una sedia come se ci fosse seduto sopra un cagnolino. È sorpreso, urtato di sentire che noi soldati non fuciliamo, non impicchiamo e non sterminiamo gli ebrei; sorpreso che qualcuno, avendo una baionetta a disposizione, non ne faccia un uso illimitato. "Se i bolscevichi fossero a Parigi vi darebbero un esempio, vi mostrerebbero come si pettina la popolazione, quartiere per quartiere, casa per casa. E avessi io la baionetta, saprei cosa farne". [...] Di sera, da Armance, che è inferma: si è ferita a un piede a casa di Céline. Mi ha raccontato che questo autore, nonostante le sue grandi rendite, è sempre a corto di denaro, poiché lo distribuisce completamente alle [[prostitute]], che, con tutte le loro malattie, ricorrono alle sue cure [...] Vi era lo scultore Breker con sua moglie, che è greca; inoltre la signora Abetz e le simpatiche figure di [[Abel Bonnard]] e Drieu La Rochelle, contro il quale nel 1915 ho scambiato colpi di fucile. [...] Céline, con le unghie sporche: entrò ora in una fase nella quale la vista dei nichilisti mi diviene fisicamente insopportabile.<ref>{{Cita libro|titolo=Strahlungen I (Gärten und Straßen – Das erste Pariser Tagebuch – Kaukasische Aufzeichnungen|url=https://archive.org/details/strahlungeni0000erns|titolotradotto=Irradiazioni I (Giardini e strade - Il primo diario di Parigi - Documenti caucasici|autore=Ernst Jünger|editore=Dt. Taschenbuch-Verlag|anno=1988|città=Monaco di Baviera|p=[https://archive.org/details/strahlungeni0000erns/page/279 279]|isbn=9783423109840|lingua=de}}</ref>}}
 
Jünger confermò in un'intervista del [[1994]]<ref>{{Cita web|titolo=Ein lumpiges Leben|titolotradotto=Una vita meschina|url=https://www.spiegel.de/kultur/ein-lumpiges-leben-a-e826b90e-0002-0001-0000-000009283237|sito=[[Der Spiegel]]|data=5 giugno 1994|p=178|lingua=tedesco}}</ref> che il personaggio del convinto collaborazionista "Merline" sopracitato nel brano, era ricalcato su Céline, ma cambiò il nome per non offenderlo. Inoltre, rivela che nella traduzione in francese, la redattrice [[Banine]], che detestava Céline, volle utilizzare il nome vero al posto dello pseudonimo, con la conseguenza di una causa di diffamazione contro Jünger. Per trarre d'impaccio Banine, che era anche una sua amica, Jünger disse, quando fu interrogato a [[Ravensburg]], che si era trattato di un semplice refuso.<ref name="titani1" />