Giuseppe Calò: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
||
Riga 83:
L'accusa partiva dalle dichiarazioni di [[Tommaso Buscetta]], cui si unirono quelle dei collaboratori di giustizia provenienti dalle file della [[Banda della Magliana]]: [[Antonio Mancini (criminale)|Antonio Mancini]], [[Vittorio Carnovale]], [[Fabiola Moretti]] - che poi ritratterà - e [[Maurizio Abbatino]], i quali testimoniarono sui legami di Calò con la [[Banda della Magliana|Banda]], in particolare con [[Danilo Abbruciati]] (boss della Banda ucciso a [[Milano]] nell'attentato a [[Roberto Rosone]]), che furono funzionali all'esecuzione dell'omicidio di Pecorelli, ucciso, a detta di Buscetta, perché entrato in possesso di informazioni compromettenti sul [[caso Moro]] che coinvolgevano [[Giulio Andreotti]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/04/11/pecorelli-via-al-processo-andreotti-io.html|titolo=PECORELLI, VIA AL PROCESSO ANDREOTTI: 'IO CI SARO'' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=11 aprile 1996|lingua=it|accesso=5 aprile 2023}}</ref>. Secondo la [[pubblica accusa]], uno dei moventi dell'omicidio andava ricercato nel fatto che Pecorelli si fosse interessato in molteplici occasioni allo scandalo dell'[[Italcasse]], istituto bancario che, in cambio di assegni incassati da Andreotti, avrebbe concesso finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto al gruppo chimico [[SIR - Società Italiana Resine|SIR]] di [[Angelo Rovelli|Nino Rovelli]], ai [[Caltagirone (azienda)|fratelli Caltagirone]] e alla società Nuova Flaminia facente capo a [[Domenico Balducci]] (e quindi riconducibile a Calò)<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/06/10/andreotti-ecco-atto-accusa.html|titolo=ANDREOTTI, ECCO L'ATTO D'ACCUSA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=10 giugno 1993|lingua=it|accesso=5 aprile 2023}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/09/22/andreotti-ammette-si-ho-mentito.html|titolo=ANDREOTTI AMMETTE: SI', HO MENTITO - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=22 settembre 1993|lingua=it|accesso=5 aprile 2023}}</ref>.
Dopo tre gradi di giudizio<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/online/politica/procura/motiva/motiva.html|autore=|titolo=Omicidio Pecorelli: nessuna prova contro Andreotti|pubblicazione=La Repubblica|data=1º agosto 2000|lingua=it|accesso=4 luglio 2012}}</ref>, nell'ottobre del 2003, la [[Corte di cassazione]] emanò una sentenza di assoluzione "per non avere commesso il fatto" nei confronti di Calò, imputato insieme a [[Giulio Andreotti]], [[Claudio Vitalone]] e [[Gaetano Badalamenti]] (accusati di essere i mandanti) e per [[Massimo Carminati]] e [[Michelangelo La Barbera]] da quella di essere gli esecutori materiali dell'omicidio, bollando le testimonianze dei collaboratori di giustizia come non attendibili
== Processi ==
|