Carlo Azimonti (sindaco): differenze tra le versioni

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Guido P. Conti, Ernesto Tarantini, Luigi Bellotti, ''Carlo Azimonti. L'uomo e l'opera'', 1965.</ref>.
 
Divenuto nel [[1906]] segretario della Lega Bustese Tintori e della Lega Arti Tessili<ref>{{Cita libro|nome=Roberto|cognome=Romano|titolo=La modernizzazione periferica: l'Alto Milanese e la formazione di una società industriale, 1750-1914|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=EZqQAAAAIAAJ&dq=carlo+azimonti+busto&focus=searchwithinvolume&q=carlo+azimonti|accesso=2019-11-19|data=1990|editore=F. Angeli|lingua=it}}</ref>, si adoperò per ottenere condizioni lavorative migliori (orario lavorativo ridotto a 10 ore giornaliere e aumento dello stipendio del 10%). In seguito al fallimento di queste iniziative diede l'autorizzazione ad uno sciopero che a luglio mobilitò ventimila persone, non solo a Busto Arsizio, ma anche a [[Milano]] e [[Monza]]. Questo sciopero, pur riuscendo nel suo intento, gli costò il posto di lavoro<ref name="va.camcom.it">Rosalba Franchi, [http://www.va.camcom.it/files/pubblicaz/2003-1_franchi.pdf Nell'autobiografia di Carlo Azimonti mezzo secolo di storia politica e sociale dell'Alto Milanese] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160308033452/http://www.va.camcom.it/files/pubblicaz/2003-1_franchi.pdf |date=8 marzo 2016 }}, cit.</ref>.
 
Successivamente, fu chiamato da [[Egidio Bernaroli]], direttore della Cooperativa Operaia di Consumo e fondatore del settimanale locale di stampo socialista ''Il Lavoro'', come aiuto contabile della Cooperativa<ref name="ReferenceA">{{Cita libro|autore=Guido P. Conti, Ernesto Tarantini, Luigi Bellotti|titolo=Carlo Azimonti. L'uomo e l'opera|anno=1965|editore=|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
 
Sulla base di questa esperienza, si dedicò poi alla fondazione di varie [[cooperative]] in [[Valle Olona]], a partire da quella di [[Fagnano Olona|Fagnano]] nel [[1907]]; la sua opera, svoltasi tra il 1907 e il [[1911]], permise il rapido sviluppo del movimento socialista<ref name="ReferenceA"/>.
 
Nel [[1909]] gli venne affidato l'incarico di segretario della [[Camere del Lavoro|Camera del Lavoro]] di Busto Arsizio, e l'[[1910|anno successivo]] si candidò per le elezioni comunali, ma non venne eletto per soli 3 voti. In questi anni collaborò inoltre alla redazione dell{{'}}''[[Avanti!]]''<ref name="ReferenceA"/>.
 
Nel 1911 intraprese un viaggio di propaganda tra i [[Miniera|minatori]] italiani in [[Impero tedesco|Germania]], [[Francia]] e [[Lussemburgo]]. Conclusa questa esperienza, nello stesso anno, si recò nel [[Bassa padana|Basso Milanese]] per conto della Federazione Provinciale dei Lavoratori della Terra, e per tre anni si impegnò per rompere l'isolamento delle masse contadine, organizzando scioperi e promuovendo la fondazione di leghe e cooperative<ref name="ReferenceA"/>.
 
Nel [[1912]] entrò a far parte del Consiglio Nazionale della [[Confederazione Generale del Lavoro|CGdL]], sostenendo la linea [[Riformismo|riformista]] in opposizione alla corrente [[Massimalismo (politica)|rivoluzionaria]] del [[Partito Socialista Italiano|PSI]], guidata da [[Benito Mussolini|Mussolini]]<ref name="ReferenceB">{{Cita libro|autore=Franco Andreucci, Tommaso Detti|titolo=Il movimento operaio italiano-Dizionario biografico 1853-1943|anno=1975|editore=Editori Riuniti|città=Roma|volume=1}}</ref>. Dopo lo scoppio della guerra, durante il dibattito prima dell'intervento italiano, fu un convinto neutralista<ref>{{Cita libro|nome=Antonio|cognome=Tedesco|titolo=Pietro Nenni e la Grande Guerra|url=https://books.google.it/books?id=69CFDwAAQBAJ&pg=PA57&dq=carlo+azimonti+busto&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiB2uKIpvblAhXMh1wKHXiBDtEQ6AEIQTAD#v=onepage&q=carlo%20azimonti%20busto&f=false|accesso=2019-11-19|data=2018-12-11|editore=Bibliotheka Edizioni|lingua=it|ISBN=9788869345296}}</ref>.
 
Il [[5 luglio]] [[1914]], a 26 anni, fu eletto sindaco di Busto Arsizio (divenendo il sindaco più giovane d'Italia)<ref name="ReferenceA" />; il primo cittadino assunse inoltre anche la carica di assessore del lavoro<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Paola Carolina Caldiroli|titolo=Vita politica e amministrativa a Busto Arsizio dal 1905 al 1914|rivista=Tesi di laurea, relatore Maurizio Punzo, a.a. 1993-1994. Consultabile presso la Biblioteca Comunale di Busto Arsizio|volume=|numero=}}</ref>. Tra i primi provvedimenti, ci fu l'acquisto di [[Palazzo Gilardoni]], l'ex ospedale, per farne la nuova sede del palazzo comunale. Lo scoppio della guerra, tuttavia, impedì di portare avanti il trasferimento, che avvenne solo nel [[1922]]<ref name="ReferenceA"/>. L'Amministrazione approvò inoltre alcuni provvedimenti contro il [[carovita]]<ref name="ReferenceA"/> e istituì, presso l'Ufficio del Lavoro, un Segretariato del Popolo per la consulenza a lavoratori e disoccupati<ref>{{Cita news|autore=|titolo=L'Amministrazione Comunale durante la guerra|pubblicazione=Il Lavoro|data=11 gennaio 1918}}</ref><ref>Marco Mocchetti, ''L'Amministrazione di Carlo Azimonti a Busto Arsizio dal 1914 al 1918'', in Tesi di laurea, relatore Maurizio Punzo, a.a. 2014-2015. Consultabile presso la Biblioteca Comunale di Busto Arsizio</ref>; si cercò anche di favorire lo sviluppo dell'agricoltura cittadina<ref name="ReferenceA" />.
 
Nel [[1915]], nel giorno della [[Festa del lavoro|Festa dal Lavoro]], inaugurò il nuovo [[Ospedale di Circolo di Busto Arsizio|ospedale cittadino]], i cui lavori erano iniziati diversi anni prima<ref>{{Cita libro|autore=Rodolfo Rogora, Stefano Ferrario, Luigi Belotti, Luigi Caldiroli|titolo=Sommario di Storia Bustese - dalle origini ai tempi nostri|anno=1980|editore=|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
 
Con l'inizio della [[prima guerra mondiale]], organizzò molti enti per risolvere pacificamente le situazioni di contesa e limitare i disagi per la popolazione civile: fra questi, degni di nota sono il Comitato di Assistenza Civile e l'Ente Autonomo dei Consumi<ref name="ReferenceA"/>. In occasione della [[Battaglia di Caporetto|sconfitta di Caporetto]], pubblicò un appello, diffuso anche tra i soldati al fronte, in cui invitava la Nazione a resistere all'invasione nemica<ref>{{Cita libro|autore=Stefano Ferrario (a cura di)|titolo=Busto Arsizio. Spunti di storia e di cultura raccolti e ordinati a cura di Stefano Ferrario|anno=1964|editore=Bramante|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
 
Nel [[1918]] fu colpito dalla [[Influenza spagnola|Febbre Spagnola]], ma si rimise nel giro di pochi giorni<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=5 ottobre 1918|titolo=Carlo Azimonti infermo|rivista=Il Lavoro|volume=|numero=}}</ref>.
 
Dopo la fine della guerra, come avvenne in altri comuni socialisti della zona, invitò alcuni gruppi di bambini [[austria]]ci a trascorrere l'inverno in città o nella [[Colonia estiva|colonia]] comunale di [[Loano]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=12 dicembre 1919|titolo=Il Comune di Busto per i bambini di Vienna|rivista=Il Lavoro|volume=|numero=}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=19 dicembre 1919|titolo=Solidarietà umana|rivista=Il Lavoro|volume=|numero=}}</ref>.
 
Rieletto nel [[1920]], nel 1922 fu cacciato dai [[fascismo|fascisti]] che occuparono la residenza comunale e chiusero la Camera del Lavoro e la Cooperativa Operaia<ref name="va.camcom.it"/>.
 
Tra il [[1921]] e il [[1924]], si dedicò ai lavori della CGdL; nel 1921 fu chiamato a far parte del Comitato Esecutivo della stessa, come segretario per l'industria e l'agricoltura<ref name="va.camcom.it"/>. Partecipò inoltre a tutti i congressi sindacali internazionali<ref name="ReferenceB"/> e fece parte della delegazione inviata dalla federazione alla fondazione della [[Internazionale sindacale rossa]]<ref>{{Cita libro|nome=Michael|cognome=Taber|titolo=The Communist Movement at a Crossroads: Plenums of the Communist International’s Executive Committee, 1922-1923|url=https://books.google.it/books?id=kGdjDwAAQBAJ&pg=PA702&dq=carlo+azimonti+italy+politician&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwim79X1kr3pAhVvoosKHVqtC8oQ6AEIKDAA#v=onepage&q=carlo%20azimonti%20italy%20politician&f=false|accesso=2020-05-18|data=2018-06-14|editore=BRILL|lingua=en|ISBN=978-90-04-36678-7}}</ref>.
 
Il [[17 giugno]] [[1924]] presenziapresenziò a Busto Arsizio alle dichiarazioni che porterannoportarono all'arresto del ''basista'' del [[delitto Matteotti]], Otto Thierschädl<ref>''La Giustizia'', 19 giugno 1924, p. 3 (”Come è avvenuto l’arresto del falso dalmata”).</ref>. Alla fine dello stesso anno èfu tra i promotori dell’unificazione del movimento cooperativo in un Ente morale, allafi cui fu alla direzione risulta insieme, tra gli altri, a [[Nullo Baldini]], a [[Mario Cingolani]], ad Emilio Colombino, a Romeo Galli, a [[Gaetano Postiglione]], a [[Vincenzo Giuffrida]] (presidente effettivo) e all’on. [[Luigi Luzzatti]] (presidente onorario) ed altri<ref>''Il Nuovo Paese'', 8 dicembre 1924, p. 1 (“La costituzione della Confederazione della Cooperazione”).</ref>.
 
Dal [[1926]], abbandonata ogni attività politica, si dedicò ai suoi studi di [[Storia di Busto Arsizio|storia]], [[Dialetto bustocco|lingua]] e cultura locale, scrivendo anche un'opera autobiografica<ref name="ReferenceA"/>.
 
Dopo lo scioglimento della CGdL, avvenuto il [[4 gennaio]] [[1927]] con il sostegno di [[Rinaldo Rigola]], [[Ludovico D'Aragona|Ludovico d'Aragona]], [[Gino Baldesi]] e lo stesso Azimonti<ref>{{Cita libro|nome=Roberto|cognome=Guerri|titolo=Il Blocco di potere nell'Italia unita|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=GNUYAQAAMAAJ&dq=carlo+azimonti+en+italie&focus=searchwithinvolume&q=carlo+azimonti|accesso=2020-05-18|data=1980|editore=Teti|lingua=it}}</ref>, collaborò alla nuova [[Associazione Nazionale Studi - Problemi del Lavoro|Associazione Nazionale Studi per i Problemi del Lavoro]] (ANS), diretta da Rigola, e, in particolare, alla corrispondente rivista ''[[Problemi del Lavoro]]''<ref name="ReferenceC">{{Cita libro|autore=Paolo Mattera|titolo=Rinaldo Rigola. Una biografia politica|anno=2011|editore=Ediesse|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Carlo Cartiglia|titolo=Rinaldo Rigola e il sindacalismo riformista in Italia|anno=1976|editore=Feltrinelli|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>. L'associazione, inizialmente tollerata dal regime per il suo parziale sostegno al [[corporativismo]], venne sciolta nel [[1941]]<ref name="ReferenceC"/> per "attività politica contraria alle direttive del regime"<ref name="ReferenceA"/>.
 
[[File:Busto Carlo Azimonti.JPG|thumb|Busto di Carlo Azimonti sulla tomba di famiglia presso il [[Cimitero monumentale di Busto Arsizio]]<ref>Si noti l'errata scrittura del cognome con la doppia Z</ref>]]
 
Nel [[1935]] fu trovato in possesso di alcune copie clandestine del ''Nuovo Avanti!'', speditegli dagli esuli socialisti in Francia, che gli vennero sequestrate<ref name="ReferenceB"/>.
 
Nominato [[commissario prefettizio]] il [[2 settembre]] [[1943]], fu rimosso dallo stesso prefetto appena due mesi e mezzo dopo, il [[17 novembre]]. La carica gli fu restituita pochi mesi dopo, e, benché socialista, la mantenne fino al [[25 aprile]] [[1945]]<ref>{{Cita news|autore=Giorgio Romussi|titolo=Carlo Azimonti, benché antifascista, resse il Comune durante la Repubblica Sociale|pubblicazione=L'Informazione|data=Giugno 2010}}</ref>. In questi anni, si occupò della costituzione di nuovi comitati di assistenza, di centri per la cura della maternità e dell'infanzia e di un comitato per l'approvvigionamento<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=Vittorio Celiento|anno=2000|titolo=Carlo Azimonti|rivista=Almanacco della Famiglia Bustocca per l'anno 2000|volume=|numero=}}</ref>.
[[File:Via Carlo Azimonti Busto Arsizio.jpg|sinistra|miniatura|La via di Busto Arsizio dedicata ad Azimonti]]
Negli ultimi anni della sua vita, pur ritiratosi dalla vita politica, rimase una figura conosciuta e ammirata dalla cittadinanza, che lo soprannominò "Pà Carleou", papà Carlo<ref name=":0" />. Nel [[1957]] fu nominato [[Benemerenza civica|Cittadino Benemerito]] "come esempio alle presenti e future generazioni"<ref name="ReferenceA" /> e nel settembre dello stesso anno venne premiato, alla presenza del [[Ministri dell'interno della Repubblica Italiana|Ministro dell'Interno]] [[Fernando Tambroni|Tambroni]], per i suoi meriti nel mondo del lavoro<ref>{{Cita web|url=http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/view.shtml#!/MjovZXMvaXQvcmNzZGF0aWRhY3MzL0AxMDU5ODc=|titolo=Il comunismo non ha più alcuna possibilità di governo|sito=archivio.corriere.it|data=29 settembre 1957|lingua=it|accesso=2018-05-19}}</ref>.
 
== Pubblicazioni ==