Storia del cristianesimo: differenze tra le versioni

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Il vantaggio dei sostenitori della dottrina monofisita cessò nel 450 quando a Teodosio II succedette l'imperatrice [[Pulcheria]] con il consorte [[Marciano (imperatore)|Marciano]]. Fedeli all'ortodossia del primo concilio di Efeso, i due imperatori riallacciarono i rapporti con Roma, esiliarono Eutiche e convocarono per il maggio del 451 un concilio ecumenico con l'obiettivo di ripristinare la pace religiosa. Al [[concilio di Calcedonia]] presero parte circa 500 vescovi provenienti quasi interamente dall'oriente, la delegazione occidentale fu particolarmente esigua. Nelle conclusioni finali venne citato il [[simbolo niceno-costantinopolitano]] come "credo" ortodosso, respinte come errori le dottrine nestoriane e del monofisismo, e affermata la natura di Cristo consustanziale al padre e con due nature, divina e umana, unite senza separazione o confusione ([[Diofisismo]]). Venne, inoltre, raffermata al definizione di "Madre di Dio" (''[[Theotókos]]'') per Maria.<ref>{{cita|Brox, 2009|pp. 170-171}}.</ref><ref>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|pp. 350-351}}.</ref>
 
Calcedonia stabilì una struttura gerarchica della Chiesa, riconoscendo i cinque grandi [[Patriarcato (cristianesimo)|patriarcati]] ([[Pentarchia]]): Roma, Costantinopoli, Alessandria, Gerusalemme e Antiochia. A Costantinopoli venivano attribuiti gli stessi titoli e privilegi di Roma, ma restava formalmente inferiore ad essa in campo teologico.<ref name=Filoramo351>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|p. 351}}.</ref><ref>{{cita|Brox, 2009|p. 172}}.</ref> Le conclusioni calcedonesi non furono, tuttavia, accettate da tutte le Chiese cristiane dell'epoca. La Chiesa [[Egitto|egiziana]], seguita da quella [[Etiopia|etiope]], rimase legata al [[monofisismo]] con una seguente spaccatura che darà origine alla [[Chiesa copta]]. Altre chiese orientali, in particolare quella di [[Siria (regione storica)|Siria]], non riconobbero i canoni di Calcedonia e daranno origine alle "Chiese precalcedonesi", fedeli alle dottrine dei precedenti concili ecumenici. Anche tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli vi fu un progressivo allontanamento, non tanto per questioni teologiche, ma soprattutto a causa del contesto storico conseguente alle [[invasioni barbariche|invasioni dei popoli germanici]] a occidente.<ref>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|pp. 351-352, 392}}.</ref>
 
==== Papa Leone Magno e la caduta dell'Impero romano d'Occidente ====
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==== Concilio di Trento e Controriforma ====
{{Vedi anche|Concilio di Trento|Controriforma}}
[[File:St Ignatius of Loyola (1491-1556) Founder of the Jesuits.jpg|miniatura|verticale|[[Ignazio di Loyola]] in un dipinto di [[PieterPeter Paul Rubens]]]]
 
Già da molto prima che Lutero rendesse pubbliche le sue 95 tesi, all'interno della Chiesa cattolica era emersa l’esigenza di procedere verso una riforma complessiva. Nel 1537 una commissione presieduta dal cardinale [[Gasparo Contarini]] produsse il documento conosciuto come ''[[Consilium de Emendanda Ecclesia]]'' in cui veniva analizzata la situazione della Chiesa di Roma, a cui seguivano alcune raccomandazioni sull'adozione di riforme moralizzatrici.<ref name="AgoVidotto">{{cita|Ago e Vidotto, 2021|p. 84}}.</ref><ref>{{cita|Filoramo e Menozzi, 2008|pp. 158-159}}.</ref> Il diffuso sentimento verso una rinnovata religiosità riguardò anche il popolo, come dimostra lo sviluppo di associazioni religiose laiche, la nascita di nuovi ordini religiosi e il rinnovamento di quelli più antichi. Un esempio fu la riforma dei [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|carmelitani]] ad opera di Santa [[Teresa d'Avila]] e San [[Giovanni della Croce]] che dette origine ai [[Ordine dei carmelitani scalzi|carmelitani scalzi]]. All'interno dell'[[ordine francescano]] sorse il ramo [[Ordine dei frati minori cappuccini|cappuccini]] intenzionato a riproporre una più stretta osservanza della [[regola francescana]]. All'interno dei [[Ordine dei frati predicatori|domenicani]], figure come [[Egidio da Viterbo]] e [[Girolamo Seripando]] furono fondamentali per un rinnovamento all'insegna di una maggiore spiritualità.<ref>{{cita|Filoramo e Menozzi, 2008|pp. 162-164}}.</ref> Nel 1540 venne approvata la regola della [[Compagnia di Gesù]] fondata da [[Ignazio di Loyola]], i cui appartenenti «culturalmente agguerriti e numerosi, esercitarono la loro influenza in campi molteplici diventando l'elemento più dinamico della Chiesa romana»".<ref>{{cita|Filoramo e Menozzi, 2008|pp. 167-168}}.</ref><ref>{{cita|Ago e Vidotto, 2021|pp. 88-89}}.</ref>