Fontaneto d'Agogna: differenze tra le versioni

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Risale al XVIII secolo il passaggio di Fontaneto d'Agogna e dell'intero novarese ai Savoia. Nell'Ottocento il castello e le altre strutture viscontee passarono di proprietà ad altre famiglie, tra cui i Colleone, i Del Maino e i Rovida.<ref>''Comuni della Provincia di Novara'', Consiglio Regionale del Piemonte, novembre 2011, pp. 84-85.</ref>
 
Nel corso della [[prima guerra mondiale]] numerose furono le perdite in termini di vite umane nei vari fronti, come testimonia il monumento ai caduti di Piazza della Vittoria. Così come Suno, Borgomanero e altri comuni, Fontaneto fu protagonista della Resistenza nel medio novarese durante la [[seconda guerra mondiale]]. Il 20 settembre [[1944]] le forze fasciste saccheggiarono e incendiarono buona parte della frazione Cacciana<ref>{{Cita libro|nome=Pietro|cognome=Secchia|nome2=Cino|cognome2=Moscatelli|titolo=Il Monte Rosa è sceso a Milano|url=https://books.google.com/books?id=H276DwAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PA362&dq=Cacciana&hl=it|accesso=2024-05-18|data=2020-09-01|editore=Mimesis|lingua=it|ISBN=978-88-6802-340-9}}</ref>, a sud dell'abitato di Fontaneto: 54 tra cascinali e abitazioni furono distrutti e gran parte del bestiame ucciso. La decisione di incendiare la frazione fu molto probabilmente conseguenza dell'appoggio di un'industria molitoria con sede nelle immediate vicinanze della [[Cacciana]] e di gran parte degli abitanti della frazione nei confronti dei partigiani.<ref>{{cita web|url=http://www.resistenzanovarese.it/bacheche/cacciana.pdf|editore=Resistenza Novarese|titolo=20 settembre 1944: brucia la Cacciana di Fontaneto d'Agogna|accesso=3 gennaio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060510200118/http://www.resistenzanovarese.it/bacheche/cacciana.pdf}}</ref>
 
La frazione fu ricostruita in tempi brevi; in ricordo dell'incendio è oggi presente un monumento realizzato da un artista fontanetese presso l'entrata nord dell'abitato.