Francesco Delfino: differenze tra le versioni
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All'inizio degli [[anni 1970|anni settanta]] torna in continente, destinato a [[Brescia]] al [[Nucleo investigativo dell'Arma dei carabinieri|Nucleo investigativo]]. Dall'ottobre del [[1972]] si occupa per la prima volta di [[eversione]], in relazione a una misteriosa serie di attentati dinamitardi ai danni di convogli ferroviari in [[Valtellina]]<ref name=RadioRadicaleCommStragi01 />.
A Brescia resta in servizio sino al [[1977]], indi passa al comando del [[Nucleo investigativo dell'Arma dei carabinieri|Nucleo investigativo]] dei carabinieri di Milano, occupandosi di malavita, mafia, terrorismo. Dal giugno del [[1978]] passa al [[SISMI]], presso il quale presta servizio sino al [[1987]]. Durante questi anni è impegnato prevalentemente in missioni all'estero, in [[Turchia]], [[Brasile]], [[Belgio]], [[New York]] e [[
Promosso [[generale di brigata]], assume nel 1992 il comando della Regione carabinieri [[Piemonte]]-[[Valle d'Aosta]], con sede a [[Torino]]: il suo Vice era l'allora colonnello [[Leonardo Gallitelli]], poi comandante generale dell'Arma. Nel 1994 passa al comando del secondo servizio della [[Direzione centrale per i servizi antidroga|direzione centrale antidroga]] e di qui poi al [[Centro alti studi per la difesa]].
Infine, divenuto [[generale di divisione]], dopo aver ricoperto per qualche mese la carica di vice ispettore delle scuole dell'Arma dei carabinieri, dal 14 settembre [[1996]] ne diviene ispettore<ref name="onorificenze"/>.
Sospeso da tutti gli incarichi professionali nell'Arma dopo essere incarcerato nella prigione militare di Peschiera, nell'aprile 1998
Delfino è andato in congedo con il grado di [[generale di divisione]], ma successivamente, al termine della vicenda giudiziaria che lo ha visto condannato, è stato rimosso dal grado in sede disciplinare ed è divenuto soldato semplice.
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