Monastero di Lispida: differenze tra le versioni

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Nel corso degli anni il patrimonio del monastero si arricchisce di nuovi possedimenti: ai terreni già in possesso ai canonici agostiniani, si aggiunsero quelli portati in dote dalle nuove monache e siti nelle contrade di Pozzonuovo, S. Cosma e Savellone. Inoltre, gli appezzamenti situati sul monte Lispida, per i quali il monastero pagava la decima, nel Catastico di Ezzelino non presentano confini di territorialità.<ref name=":1" />
 
Per quanto riguarda le attività condottecondotta dalle monache all’interno del monastero si possono citare due testimonianze documentarie risalenti alla fine del XIII secolo: una bolla del 25 febbraio 1280 di [[Papa Niccolò III|Nicolò III]] con la quale risolveva una controversia nata tra le monache e l’arciprete e il [[Capitolo (cristianesimo)|capitolo]] di San Martino di Monselice relativa a certe decime e beni sottoposti a interventi di bonifica; e la bolla del 5 maggio 1283 di [[Papa Martino IV|Martino IV]] che autorizzava le monache di fare gli uffici divini e ascoltare la messa a porte chiuse anche in tempo di interdetto<ref name=":1" />.
 
=== Il Trecento ===