Monastero di Lispida: differenze tra le versioni

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Ma fu un’unione poco duratura, poiché il 5 luglio 1438 papa Eugenio IV staccò Santa Maria di Lispida da San Giovanni Decollato e lo unì ai canonici di San Giacomo di Monselice (altro [[Cenobitismo|cenobio]] di proprietà dei canonici di San Giorgio in Alga), i quali successivamente vi rinunciarono perché lo ritennero malsano a causa delle acque stagnanti che lo circondavano e perchè situato in una posizione poco comoda. Nel 1443 il papa lo cedette agli Eremiti di fra Pietro da Pisa, detti anche [[Eremiti di San Girolamo|Gerolamini]]. I loro primi anni a Lispida furono travagliati, caratterizzati da molte controversie, tanto da spingere i Gerolamini a cedere il monastero e la chiesa ai [[Ordine certosino|Certosini]] nel 1468; ma successivamente gli Eremiti si pentirono di aver ceduto il luogo e cercarono di annullare la decisione presa. Iniziò così una controversia lunga vent’anni che si concluse solamente nel 1485 con la sentenza definitiva a favore degli Eremiti; la trascurata conduzione dei certosini ebbe effetti disastrosi per il monastero, già messo alla prova dalle precedenti liti. Sul finire del XV secolo, il complesso religioso versava in pessime condizioni, ma pian piano il nuovo governo riparò i danni causati dalla lunga lite, ricostruì il monastero e rivitalizzò la comunità dimorante. Cominciò allora il periodo più prospero per il monastero, che perdurò nei due secoli successivi.<ref name=":1" />
 
=== LDall'età moderna e ilal XX secolo ===
[[File:Mappa catastale Castello Lispida Monselice.png|miniatura|Mappa catastale del complesso di Lispida]]
I secoli [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo|XVII]] videro un monastero fiorente e attivo, tanto che ospitò più volte i capitoli generali dell’ordine. Furono gli anni dei grandi interventi di riassetto: nel 1523 la chiesa venne ricostruita, la [[Campanile|torre campanaria]] sopraelevata e gli ambienti ecclesiastici ampliati notevolmente (la [[sala capitolare]] poteva ospitare più di 100 religiosi); numerose le opere pittoriche e le [[Reliquia|reliquie]] presenti, che impreziosivano e arricchivano il monastero, facendogli acquisire maggiore prestigio. Anche il patrimonio fondiario venne ampliato, con l’aggiunta di oltre 300 campi, l’area paludosa che circondava il monastero fu sottoposta a interventi di bonifica e iniziò il costante sfruttamento delle cave, le cui pietre furono impiegate, nel corso del secolo, nella costruzione della [[Mura (fortificazione)|cinta muraria]] [[Padova|patavina]] e della grande [[basilica di Santa Giustina]].<ref name=":1" />