Somnium Scipionis: differenze tra le versioni

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Sistemazione
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|tipo = fantasy
|titolo = Somnium Scipionis
|immagine = Macrobius, Expositio in Somnium Scipionis, Saturnalia (Nicolaus Jenson, Venice, 1472) VI.18.52, fol. (a2)r.jpg
|immagine = Nks218 095.jpg
|didascalia = L{{'}}''[[incipit]]'' dell'opera in un manoscritto umanistico del 1473
|didascalia = Un manoscritto medievale dei ''Commentarii in Somnium Scipionis'' di [[Ambrogio Teodosio Macrobio|Macrobio]]
|autore =
|annoorig = [[54 a.C.]]
|editioprinceps = [[Strasburgo]], circa 1485
|forza_cat_anno = no
|periodo =
|genere = [[racconto]]
|sottogenere = [[romanzo filosofico|filosofico]], [[fantastico]]
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|serie = [[De re publica]]
}}
'''''Somnium Scipionis''''' (in [[lingua italiana]] '''''Il sogno di Scipione''''') è un celebre brano del trattato ''[[De re publica]]'' di [[Marco Tullio Cicerone]] (composto nel [[54 a.C.]]), corrispondente all'ultima parte del sesto e ultimo libro.
==Traduzione del testo==
Il titolo ''Somnium Scipionis'' non risale all'opera di [[Cicerone]] che, invece, indica il sogno di Emiliano con il termine ''visum'' ("visione"); infatti, nonostante il brano sia arrivato a noi di fatto come un'opera a sé stante, nelle intenzioni dell'autore esso era semplicemente una parte del sesto libro del suo trattato (il ''[[De re publica]]''). [[Cicerone]], per riferirsi a esso, usa pertanto l'espressione "sesto libro", come sembra fare nella lettera ad [[Tito Pomponio Attico|Attico]] VII 3,2:
{{Citazione|quell'uomo che fu introdotto nel sesto libro|Attico VII 3,2 | illum virum, qui in sexto libro informatus est|lingua=la}}
 
L'esigenza di un titolo specifico (e cioè dell'identificazione come opera a sé) si è verosimilmente fatta sentire nell'atto stesso del distacco del ''Somnium'' dal sesto libro, ed è poi rimasta immutata in tutta la tradizione. Infatti il brano, che rappresenta circa l'80% del sesto libro − ventuno capitoli su ventisei −, ne è certamente la parte più significativa, almeno da quanto si può dedurre dagli sparuti frammenti, giunti per tradizione indiretta, dei primi cinque capitoli.
 
[[File:Macrobius, universe with the earth in the centre.jpg|thumb|left|L'Universo, con al centro la Terra, sorretto dai giganti, in un codice dei ''Commentarii in Somnium Scipionis'' di [[Macrobio]].]]
 
Allo stesso modo, i motivi della tradizione manoscritta separata del ''Somnium'' rispetto al [[De re publica]] sono da ricercare nella particolare natura di questo testo nei confronti dell'opera complessiva: se il trattato illustra infatti un modello di [[costituzione]] [[repubblica]]na che, nei fatti, era già superato nell'epoca in cui veniva composto, esso non riscuoteva dunque più interesse nell'età dell'[[Impero romano|Impero]]; anzi, il solo fatto di appellarsi alla visione ciceroniana dello Stato poteva essere indice di una forma di opposizione al [[principato (storia romana)|principato]]. Al contrario, il ''Somnium'' acquisì nella tarda antichità un notevole interesse a motivo della sua impostazione [[neoplatonica]] assimilabile a quella cristiana.
 
In esso sono trattati temi di contenuto filosofico-mistico come l'[[immortalità dell'anima]], il premio ultraterreno destinato ai grandi uomini politici benefattori della [[patria]], l'esistenza di un [[aldilà]]. Il tema ebbe, in effetti, molto seguito, come evidente in [[Seneca]], nei ''[[Dialoghi (Seneca)|Dialogi]]'' e precisamente nell'opera ''Ad Marciam de Consolatione'', nella quale l'autore latino vuole consolare Marcia, figlia di un censurato autore dell'età di [[Tiberio]], [[Cremuzio Cordo]], per la morte del figlio. Dopo aver elogiato la donna per aver conservato e ripubblicato le opere del padre alla fine dell'impero di [[Claudio]], descrive l'episodio simile a quello proposto da Cicerone nel quale il figlio morto di Marcia incontra il nonno Cremuzio Cordo e con questo entra a far parte di quelle anime privilegiate descritte dall'autore latino.
 
Questo contenuto di tipo escatologico attirò, ancora, l'attenzione del retore [[Paganesimo|pagano]] tardo-imperiale [[Ambrogio Teodosio Macrobio]], che scrisse i ''Commentariorum libri in Somnium Scipionis'', in due volumi sul ''Somnium'', mentre, per gli stessi motivi, [[Favonio Eulogio]], un [[retore]] africano di epoca tarda, allievo di S. Agostino, scrisse la ''Disputatio de somnio Scipionis''. Il filosofo [[Anicio Manlio Torquato Severino Boezio]] cita il ''Somnium Scipionis'' nel suo trattato ''De musica'' per commentarlo e trattare dell'armonia cosmica. Il libro ebbe, dunque, fortuna nella tarda [[antichità]] e nel [[Medioevo]] a motivo della sua affinità con la [[dottrina cristiana]] sulla [[vita eterna]], tanto da essere stato paragonato al [[mito di Er]] ne ''[[La Repubblica (dialogo)|La Repubblica]]'' di [[Platone]], a cui la ''Repubblica'' di Cicerone sembra essere una risposta.
 
In [[epoca carolingia]] (IX sec.), il ''Somnium'' fu estratto da un manoscritto completo del ''[[De re publica]]'' per essere unito al commento di [[Ambrogio Teodosio Macrobio|Macrobio]]; per questo motivo, esso continuò a circolare anche dopo la scomparsa dell'opera integrale di cui fu per lungo tempo l'unica parte nota.<ref>Roberta Caldini Montanari, ''Tradizione medievale ed edizione critica del Somnium Scipionis'', Firenze, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 2002, pp. 377-393.</ref> Il ''De re publica'' fu parzialmente ricomposto soltanto a partire dal 1819, quando venne alla luce il testo dei primi cinque libri (buona parte dei primi due e frammenti degli altri).
 
== Contenuto ==
Il brano è il racconto di un sogno di [[Scipione Emiliano]] (protagonista del trattato ciceroniano), ospitato in [[Numidia]] dall'anziano re [[Massinissa]], alleato dell'Africanodi Roma. In questo sogno, racconta l'Emiliano, gli era apparso il nonno adottivo [[Scipione l'Africano]]: costui gli aveva predetto le sue glorie future e la sua morte prematura, mostrandogli però successivamente una visione delle sfere celesti e spiegando che il premio riservato dagli dèi alle anime degli uomini politici virtuosi sarebbe stato l'immortalità dell'anima e una dimora eterna nella Via Lattea.
 
Affermando l'immortalità dell'anima e l'esistenza di un premio celeste per le buone azioni degli uomini, così come di un aldilà, Cicerone espone, inoltre, rifacendosi a [[Stoicismo|stoici]] ed [[Aristotelismo|aristotelici]], la sua visione del [[cosmo]], in cui nella [[Via Lattea]] trovano pace le anime che hanno in vita operato per il bene dello Stato.
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La parte finale dell'opera affronta il tema tradizionale della filosofia antica del movimento e della sua origine: ciò che si muove è per sua natura destinato alla fine, così come il principio unico di tutto è immortale e non può essere sottoposto al moto, altrimenti riceverebbe il suo moto da qualcos'altro e non sarebbe principio unico. Dunque l'anima, che è principio di movimento del corpo, è immortale<ref>Quest'argomento è ripreso dal [[Fedro (dialogo)|Fedro]] di Platone, 245c-246a.</ref> ed è necessario esercitarla nelle virtù più nobili, tra cui, anzitutto, la cura della patria. Le anime educate a ciò, una volta separate dal corpo, voleranno direttamente alla sede eterna del cielo, al contrario quelle che in vita sono state deturpate dai vizi devono attendere molti secoli di purificazione girando intorno alla terra. Dopo questo insegnamento, Scipione Emiliano si desta dal sonno.
 
==Traduzione Tradizione del testo ==
Il titolo ''Somnium Scipionis'' non risale all'opera di [[Cicerone]] che, invece, indica il sogno di Emiliano con il termine ''visum'' ("visione"); infatti, nonostante il brano sia arrivato a noi di fatto come un'opera a sé stante, nelle intenzioni dell'autore esso era semplicemente una parte del sesto libro del suo trattato (il ''[[De re publica]]''). [[Cicerone]], per riferirsi a esso, usa pertanto l'espressione "sesto libro", come sembra fare nella lettera ad [[Tito Pomponio Attico|Attico]] VII 3,2:
{{Citazione|quell'uomo che fu introdotto nel sesto libro|Attico VII 3,2 | illum virum, qui in sexto libro informatus est|lingua=la}}
 
L'esigenza di un titolo specifico (e cioè dell'identificazione come opera a sé) si è verosimilmente fatta sentire nell'atto stesso del distacco del ''Somnium'' dal sesto libro, ed è poi rimasta immutata in tutta la tradizione. Infatti il brano, che rappresenta circa l'80% del sesto libro − ventuno capitoli su ventisei −, ne è certamente la parte più significativa, almeno da quanto si può dedurre dagli sparuti frammenti, giunti per tradizione indiretta, dei primi cinque capitoli.
 
Allo stesso modo, i motivi della tradizione manoscritta separata del ''Somnium'' rispetto al [[De re publica]] sono da ricercare nella particolare natura di questo testo nei confronti dell'opera complessiva: se il trattato illustra infatti un modello di [[costituzione]] [[repubblica]]na che, nei fatti, era già superato nell'epoca in cui veniva composto, esso non riscuoteva dunque più interesse nell'età dell'[[Impero romano|Impero]]; anzi, il solo fatto di appellarsi alla visione ciceroniana dello Stato poteva essere indice di una forma di opposizione al [[principato (storia romana)|principato]]. Al contrario, il ''Somnium'' acquisì nella tarda antichità un notevole interesse a motivo della sua impostazione [[neoplatonica]] assimilabile a quella cristiana.
 
In esso sono trattati temi di contenuto filosofico-mistico come l'[[immortalità dell'anima]], il premio ultraterreno destinato ai grandi uomini politici benefattori della [[patria]], l'esistenza di un [[aldilà]]. Il tema ebbe, in effetti, molto seguito, come evidente in [[Seneca]], nei ''[[Dialoghi (Seneca)|Dialogi]]'' e precisamente nell'opera ''Ad Marciam de Consolatione'', nella quale l'autore latino vuole consolare Marcia, figlia di un censurato autore dell'età di [[Tiberio]], [[Cremuzio Cordo]], per la morte del figlio. Dopo aver elogiato la donna per aver conservato e ripubblicato le opere del padre alla fine dell'impero di [[Claudio]], descrive l'episodio simile a quello proposto da Cicerone nel quale il figlio morto di Marcia incontra il nonno Cremuzio Cordo e con questo entra a far parte di quelle anime privilegiate descritte dall'autore latino.
 
Questo contenuto di tipo escatologico attirò, ancora, l'attenzione del retore [[Paganesimo|pagano]] tardo-imperiale [[Ambrogio Teodosio Macrobio]], che scrisse i ''Commentariorum libri in Somnium Scipionis'', in due volumi sul ''Somnium'', mentre, per gli stessi motivi, [[Favonio Eulogio]], un [[retore]] africano di epoca tarda, allievo di S. Agostino, scrisse la ''Disputatio de somnio Scipionis''. Il filosofo [[Anicio Manlio Torquato Severino Boezio]] cita il ''Somnium Scipionis'' nel suo trattato ''De musica'' per commentarlo e trattare dell'armonia cosmica. Il libro ebbe, dunque, fortuna nella tarda [[antichità]] e nel [[Medioevo]] a motivo della sua affinità con la [[dottrina cristiana]] sulla [[vita eterna]], tanto da essere stato paragonato al [[mito di Er]] ne ''[[La Repubblica (dialogo)|La Repubblica]]'' di [[Platone]], a cui la ''Repubblica'' di Cicerone sembra essere una risposta.
 
In [[epoca carolingia]] (IX sec.), il ''Somnium'' fu estratto da un manoscritto completo del ''[[De re publica]]'' per essere unito al commento di [[Ambrogio Teodosio Macrobio|Macrobio]]; per questo motivo, esso continuò a circolare anche dopo la scomparsa dell'opera integrale di cui fu per lungo tempo l'unica parte nota.<ref>Roberta Caldini Montanari, ''Tradizione medievale ed edizione critica del Somnium Scipionis'', Firenze, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 2002, pp. 377-393.</ref> Il ''De re publica'' fu parzialmente ricomposto soltanto a partire dal 1819, quando venne alla luce il testo dei primi cinque libri (buona parte dei primi due e frammenti degli altri).
 
== Influenza ==
Il ''Somnium Scipionis'', unito al commento di Macrobio, esercitò una grande influenza sull'intero Medioevo europeo occidentale.
 
Per quanto invece riguarda il Rinascimento, si ritiene che il ''[[Sogno del cavaliere]]'' di [[Raffaello Sanzio]] possa essere ispirato al ''Somnium''.
 
Ha ispirato a [[Pietro Metastasio]] l'omonimo libretto d'opera, [[Il sogno di Scipione|musicato]] tra gli altri da [[Wolfgang Amadeus Mozart]].
 
== Galleria ==
==Edizioni e traduzioni italiane==
Immagini tratte da un manoscritto del XII secolo contenente il commento di Macrobio.
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File:Macrobius.jpg|''E'' iniziale in forma di uomo scrivente (probabilmente Macrobio)
[[File:Macrobius, universe with the earth in the centre.jpg|thumb|left|L'Universouniverso, con al centro la Terra, sorrettocircondata dai giganti,sette in un codice dei ''Commentarii in Somnium Scipionis'' di [[Macrobio]].]]pianeti
File:Macrobius, climatic zones.jpg|La Terra divisa nelle cinque fasce climatiche (zone ghiacciate in giallo, temperate in blu, fascia torrida in rosso)
File:Macrobius DK nks218 4o fol 38v.jpg|[[Mappa Mundi|Mappa del mondo]]
File:Macrobius, lunar eclipse.jpg|Diagramma di un'eclissi di Luna
File:Macrobius, solar eclipse.jpg|Diagramma di un'eclissi di Sole
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== Edizioni e traduzioni italiane ==
* Cicerone, ''Il sogno di Scipione'', a cura di F. Stok, Venezia, [[Marsilio Editori|Marsilio]], 1966
* Marco Tullio Cicerone, ''Il Sogno di Scipione'', a cura di G. Solaro, con una nota di L. Canfora, testo latino a fronte e con testi di [[Zanobi da Strada]], [[Metastasio]] e [[Angelo Mai]], Palermo, [[Sellerio editore]], 2008