Gino Donè Paro: differenze tra le versioni

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=== I contatti con i rivoluzionari ===
Nel [[1952]], seguendo la ditta per cui lavorava, Gino si trasferì nella città di [[Trinidad (Cuba)|Trinidad de Cuba]], dove conobbe Norma Turino Guerra, che diventerà la sua prima moglie. Norma era amica di [[Aleida March|Aleida March de la Torre]], futura seconda moglie di [[Che Guevara|Ernesto Che Guevara de la Serna]]. Norma e la sua famiglia simpatizzavano per il progressista [[Partito Ortodosso|Partito Ortodosso Cubano]], nel quale era dirigente il neolaureato avvocato [[Fidel Castro]]. In quel periodo Fidel era esiliato in [[Messico]] e stava cercando giovani fidatissimi per arruolarli nel suo nuovo [[Movimento del 26 luglio]]. Venuto a conoscenza che a Trinidad c'era un giovane italiano che aveva fatto il partigiano in Italia, Fidel lo volle incontrare per parlargli della spedizione che egli stava preparando, al fine di liberare Cuba dal dittatore [[Fulgencio Batista|Batista]]. Tra il [[1955]] e il [[1956]], furono numerosi i viaggi di Doné tra Cuba e il [[Messico]], portando soldi e missive, grazie al suo passaporto italiano che non generava sospetti alle frontiere. In quanto ex soldato ed ex partigiano, collaborò agli [[Educazione e addestramento militare|addestramenti militari]] in Messico diretti da Fidel. In quel periodo divenne amico del giovane medico argentino Ernesto Guevara (da tutti detto "Che", ma da lui sempre chiamato "Ernesto"), il quale, racconterà poi Donè, gli confidò che se non avesse incontrato Fidel sarebbe emigrato in Italia per specializzarsi per la cura dell'[[asma]] (di cui soffriva) nella facoltà di medicina dell'[[Università di Bologna]]. Il 25 novembre 1956 Donè fu tra gli 82 volontari imbarcati sul [[Granma]], che salparono dal porto messicano di [[Tuxpan (Veracruz)|Tuxpan]] per sbarcare nell'Oriente Cubano, alla [[Playas de las Coloradas]], ai piedi del [[Monte Turquino]] alto quasi 2.000 metri, nella selvaggia Sierra Maestra, nell'attuale provincia orientale cubana di [[Granma]]. Insieme con l'italiano Gino c'erano 78 cubani, più altri tre stranieri (cioè l'argentino Che, il messicano Alfonso Guillén Zelaya Alger e il dominicano Ramón Emilio Mejías Del Castillo). A bordo del battello [[Granma]] Gino era il più anziano degli 82, e aveva il grado di [[tenente]] nel Terzo Plotone comandato da [[Raúl Castro]] (fratello di Fidel).
 
=== La Rivoluzione cubana ===
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=== Il ritorno in Italia ===
 
Nel 2003, dopo avere abitato e lavorato in [[Florida]], nella contea di Palm Beach, doppiamente vedovo e senza figli, decise di ritornare in Italia, prima a [[San Donà di Piave]], poi a [[Noventa di Piave]] (a casa della sorella Teresa), dove vivevano molti suoi parenti. Si iscrisse al Circolo Italia-Cuba di Venezia e si ri-iscrisse alla Sezione [[Associazione Nazionale Partigiani d'Italia|Anpi]] di San Donà di Piave (che egli aveva cofondato nel 1945). In Veneto ritrovò vari compagni antifascisti conosciuti durante la [[Resistenza italiana|Resistenza]] nella [[Laguna Veneziana]]. Nel frattempo, erano stati ricostruiti i dettagli sulla sua movimentata vita, grazie alla ventennale ricerca giornalistica effettuata dal bolognese [[Gianfranco Ginestri]] per conto della [[Fondazione Italiana Ernesto Che Guevara]], presieduta dall'editore romano Roberto Massari e anche grazie alle ricerche del cubano [[Arsenio García Dávila]], storico-granmista. Queste informazioni sono state poi inserite nei faldoni dell'Archivio Storico delle [[Forze Armate Rivoluzionarie]] (FAR), che conserva 82 dossier sugli 82 granmisti.
 
Il [[Festa del lavoro|primo maggio]] [[2004]] Gino partecipò con l'amico Arsenio Garcia Davila alla grande sfilata popolare dell'Avana, durante la quale furono entrambi solennemente decorati. Al suo ritorno fu festeggiato in tutta Italia dai partigiani dell'Anpi, dai soci della Fondazione Che Guevara e dai membri dei 60 circoli dell'[[Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba]].
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Nel [[2006]] e [[2007]] vari giornali italiani si occuparono della storia di Gino, pubblicando numerosi articoli a lui dedicati<ref>''[[Liberazione (quotidiano)|Liberazione]]'' il 5 ottobre 2006, ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'' e ''[[L'Unità]]'' il 2 dicembre 2006, ''Lo Specchio'' il 27 gennaio 2007</ref>.
 
Gino Donè Paro morì improvvisamente nel 2008 a San Donà di Piave. In occasione del funerale, ricevette l'omaggio floreale di Fidel Castro, di Raul Castro, dell'ambasciata cubana e dei granmisti sopravvissuti, oltre a molta gente comune venuta da ogni parte d'Italia. NelA fine 2023, come da sua volontà, le sue ceneri furono portate a Cuba, dove vennero accolte da una delegazione ufficiale del Paese latinoamericano.
 
=== Sepoltura a Cuba ===
 
Il 27 Novembre 2023 dall'Aeroporto di Fiumicino a Roma è partita una delegazione dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, con a capo Marco Papacci il presidente nazionale dell'associazione, con le ceneri di Gino Donè avente destinazione Cuba, L'Avana. Sabato 2 dicembre all'interno del Cimitero Monumentale Cristóbal Colón de L'Avana, si sono tenute con gli onori militari e di stato le esequie e la sepoltura delle sue ceneri presso il Pantheon dei Veterani dell'Indipendenza. Non erano presenti nè Raul Casto, nè il presidente della Repubblica cubana [[Miguel Díaz-Canel]], impegnati in incontri istituzionali all'estero ma hanno fatto pervenire le proprie corone di fiori, assieme a quelle dell'Istituto Cubano di Amicizia coi Popoli (ICAP), dell'Associazione Italia Cuba (ANAIC), del Partito Comunista Cubano (PCC), delle [[Fuerzas Armadas Revolucionarias de Cuba|Forze Armate Rivoluzionarie]] (FAR) e dei compagni ancora in vita del Granma. Presenti all'evento in rappresentanza delle varie istituzioni cubane vi erano: Fernando González Llort (presidente dell'ICAP ed Eroe della Repubblica di Cuba), Ramón Labañino Salazar (scrittore ed Eroe della Repubblica di Cuba), le più alte cariche del Partito Comunista Cubano, il compagno del Granma e molto amico di Gino ovvero Gilberto Garcia Alonso, le più alte cariche nazionali dell'ANAIC, il vice console d'Italia a Cuba, il Ministro delle Forze Armate Rivoluzionarie il Generale [[Álvaro López Miera]], l'ex Primo Vicepresidente del Consiglio e di stato ed ex Ministro il Comandante [[José Ramón Machado Ventura]], in Comandante delle Rivoluzione e attuale Vice Primo Ministro [[Ramiro Valdés]] e per la famiglia di Gino un pronipote accompagnato dalla moglie e dalla figlia. Vi erano presenti stampa e giornalisti cubani e internazionali (tra le quali Prensa Latina e Canal Caribe), il servizio con la notizia dell'inumazione delle sue ceneri è andata in onda nel telegiornale serale a Cuba, nel Caribe e nel Sud America.
 
Il pomeriggio, presso il [[Centro Culturale Fidel Castro Ruz]] a L'Avana, si è tenuto un incontro informale per raccontarsi e dibattere sulla vita di Gino, raccontando un po' quello che è stato al di fuori della Rivoluzione vera e propria, oltre ad anedoti curiosi della sua vita, il tutto alla presenza di giornalisti cubani e non, politici, l'ex ambasciatore di Cuba in Italia, cantanti internazionali, rappresentanti del PCC, una rappresentanza dell'ANAIC e dell'ICAP, ai familiari di Gino e di [[Aleida March|Aleida March de la Torre]] (seconda moglie del Che).
 
== Interviste in Italia e a Cuba ==
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* Enrico Coletti, ''Una Vita segreta per Fidel'', "Luce", Roma, 2007. (DVD, video di 90 minuti).
* Enrico Coletti, ''Un italiano per Fidel'', "Surf-Film & HD-Film", Roma, 2011. (DVD, 90 minuti).
* Canal Caribe, ''Cuba: Realizan ceremonia de inhumación de las cenizas de expedicionario del Granma, Gino Doné'', Cuba, 2023. (durata 4' 39"), https://www.youtube.com/watch?v=tNVLzmsGlAI
 
== Musica ==