Bernardo Mattarella: differenze tra le versioni
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|immagine = Bernardo Mattarella daticamera.jpg
|didascalia = Bernardo Mattarella nel [[1968]]
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|partito = [[Partito Popolare Italiano (1919)|PPI]] (1924-1926)<br />[[Democrazia Cristiana|DC]] (1943-1971)<!-- [[Democrazia Cristiana]] !--><!-- [[Democrazia Cristiana]] !-->
|titolo di studio = [[Laurea]] in [[giurisprudenza]]<!-- Laurea in [[giurisprudenza]] !--><!-- Laurea in [[giurisprudenza]] !-->
|alma mater = [[Università degli Studi di Palermo]]
|professione = Avvocato<!-- [[Avvocato]] !--><!-- [[Avvocato]] !-->
|carica8 = [[Assemblea Costituente (Italia)|Deputato dell'Assemblea Costituente]]
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|incarichi8 = * Componente della Commissione speciale per l'esame delle leggi elettorali
* Componente della Commissione speciale per riferire sul disegno di legge che modifica il decreto legislativo 10 marzo 1946, per la elezione della Camera dei deputati
* Componente della Commissione speciale per riferire sul disegno di legge riguardante norme per la compilazione delle liste elettorali nella provincia di Gorizia
* Componente della Commissione speciale per l'esame del disegno di legge che detta norme per la limitazione temporanea del diritto di voto ai capi responsabili del regime fascista
|sito8 = http://legislature.camera.it/chiosco.asp?cp=1&position=Assemblea%20Costituente\I%20Costituenti&content=altre_sezioni/assemblea_costituente/composizione/costituenti/framedeputato.asp?Deputato=1d11660
|carica9 = [[Deputato della Repubblica Italiana]]
|mandatoinizio9 = 8 maggio [[1948]]
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|legislatura9 = [[I legislatura della Repubblica Italiana|I]], [[II legislatura della Repubblica Italiana|II]], [[III legislatura della Repubblica Italiana|III]], [[IV legislatura della Repubblica Italiana|IV]], [[V legislatura della Repubblica Italiana|V]]
|gruppo parlamentare9 = [[Democrazia Cristiana|Democratico Cristiano]]
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|incarichi9 = *[[V legislatura della Repubblica Italiana|V Legislatura]]
**Componente della VII Commissione (Difesa)
*[[IV legislatura della Repubblica Italiana|IV Legislatura]]
**Componente della I Commissione (Affari Costituzionali)
**Componente della Commissione speciale per l'esame del disegno di legge n. 4797 “Conversione in legge del decreto-legge 22 gennaio [[1968]], n. 12 concernente provvidenze a favore delle popolazioni dei Comuni della [[Sicilia]] colpiti dai [[Terremoto del Belice|terremoti del gennaio 1968]]”
*[[III legislatura della Repubblica Italiana|III Legislatura]]
**Presidente della VIII Commissione (Trasporti)
**Componente della XIII Commissione (Lavoro e previdenza sociale)
**Componente della VIII Commissione (Trasporti)
|sito9 = http://legislature.camera.it/chiosco.asp?cp=1&position=V%20Legislatura%20/%20I%20Deputati&content=deputati/legislatureprecedenti/Leg05/framedeputato.asp?Deputato=d11660
}}
{{Bio
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== Biografia ==
Era primo dei sette figli del
Nel
Avversò il [[separatismo siciliano]]<ref>Massimo Ganci, ''Il nemico numero uno del Movimento Indipendenza Siciliana'', Giornale di Sicilia 22.11.1969</ref><ref>G. Spataro, ''I democratici cristiani dalla dittatura alla Repubblica'', Milano 1968, pag. 201</ref>. Nel luglio
Nel luglio
[[File:Bernardo Mattarella (1946).jpg|miniatura|sinistra|Bernardo Mattarella nel
Alle [[Elezioni politiche in Italia del 1946|elezioni dell'Assemblea Costituente]] del 2 giugno [[1946]] fu eletto per la DC nella [[circoscrizione elettorale]] della [[Sicilia occidentale|Sicilia Occidentale]] e fece parte dell'ufficio di presidenza della Costituente come questore. Il 18 aprile [[1948]], alle [[Elezioni politiche in Italia del 1948|elezioni]] del primo [[Parlamento della Repubblica Italiana|parlamento repubblicano]], Mattarella fu eletto alla Camera nella medesima circoscrizione, nella quale sarebbe stato poi sempre rieletto.
Nel [[Governo De Gasperi V|quinto
Costituitosi l'[[Governo De Gasperi VIII|ottavo governo De Gasperi]] il 16 luglio [[1953]], ebbe affidato il [[ministero della marina mercantile]]. Caduto questo [[Gabinetto di governo|gabinetto]] dopo appena 32 giorni e formatosi il [[governo Pella]] il 18 agosto 1953, ebbe l'incarico di [[Ministri dei trasporti della Repubblica Italiana|ministro dei trasporti]] che mantenne anche nel successivo [[Governo Fanfani I|governo Fanfani]], che cadde il 30 gennaio [[1954]] a soli 23 giorni dalla sua costituzione. Nel [[Governo Scelba|successivo governo]], guidato da [[Mario Scelba]], ebbe riaffidato lo stesso ministero.
Il 6 luglio [[1955]] nacque il [[Governo Segni I|primo governo Segni]] e Mattarella passò dai Trasporti al [[Ministero del commercio internazionale|Commercio con l'Estero]]. [[Adone Zoli]], costituito il suo [[Governo Zoli|governo]] il 18 maggio [[1957]], lo volle [[Ministero delle poste e dei telegrafi|ministro delle Poste e Telecomunicazioni]]. Nella [[III legislatura della Repubblica Italiana|terza legislatura]] fu presidente della [[Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati|commissione Trasporti]] della Camera dei deputati e componente della direzione nazionale della [[Democrazia Cristiana]], per poi tornare al governo, come ministro dei Trasporti, nel [[Governo Fanfani IV|quarto governo Fanfani]] (21 febbraio [[1962]])
Dopo le [[Elezioni politiche in Italia del 1963|elezioni politiche del 1963]] si formò il [[Governo Leone I|primo governo Leone]], durato in carica dal 21 giugno al 5 novembre [[1963]], nel quale Mattarella fu [[Ministero dell'agricoltura e della sovranità alimentare|ministro per l'Agricoltura e le Foreste]]. Nel secondo governo della [[IV legislatura della Repubblica Italiana|quarta legislatura]] ([[Governo Moro I|primo governo Moro]]) entrato in carica il 4 dicembre 1963 ritornò al ministero del Commercio con l'Estero, che mantenne anche nel successivo [[Governo Moro II|secondo governo Moro]] che rimase in carica fino al 21 gennaio [[1966]].
Nel successivo governo Moro Mattarella non fu ministro per motivi di equilibrio tra le correnti democristiane, come affermato da Moro in una lettera con cui ringraziava Mattarella per il lavoro svolto al governo. Mattarella rientrò nella direzione nazionale della DC.
Alle [[Elezioni politiche in Italia del 1968|politiche del 1968]], a meno di tre anni dalla morte, fu eletto per l'ultima volta alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] e in quella legislatura divenne presidente della commissione Difesa della Camera dei deputati,<ref>{{Cita web|url=https://storia.camera.it/deputato/bernardo-mattarella-19050915/organi|titolo=Bernardo Mattarella / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico|sito=storia.camera.it|accesso=2022-10-27}}</ref> fino alla sua morte, a seguito di un malore alla Camera<ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/31/sergio-mattarella-presidente-repubblica/1379706/|titolo=Sergio Mattarella, chi è il nuovo Presidente della Repubblica|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2015-01-31|lingua=it-IT|accesso=2022-10-27}}</ref> per malattia durata alcuni mesi.
==
[[File:Bernardo e Sergio Mattarella.jpg|miniatura|sinistra|Bernardo Mattarella in compagnia del figlio [[Sergio Mattarella|Sergio]], 1963]]
Nel 1943 fu il primo a entrare in contatto epistolare con [[don Luigi Sturzo]], ancora esule negli [[Stati Uniti d'America]]. In una lettera datata 25 maggio 1944 manifestava a Sturzo l'allarme per l'azione del [[separatismo siciliano]], esprimendosi in questi termini: «''È comunque un movimento che occorre seguire e vigilare continuamente, anche per l'elemento poco buono da cui è circondato, la mafia, riportata dai feudatari separatisti all'onore della ribalta politica''.»<ref>Francesco Malgeri, ''Luigi Sturzo- scritti inediti'', volume terzo: 1940-1946, Edizioni Cinque lune-Istituto Luigi Sturzo, Roma 1976, p. 275</ref> In altra lettera del 29 giugno 1946, poco dopo il voto per l'[[Assemblea Costituente (Italia)|Assemblea Costituente]], Bernardo Mattarella così scriveva a Luigi Sturzo: «''La lotta elettorale è stata dura e faticosa, ma ci ha dato anche il grande risultato del pieno fallimento della mafia... I separatisti, che ne dividevano con i liberali i favori, sono stati miseramente sconfitti''».<ref>Vittorio De Marco, ''Sturzo e la Sicilia nel secondo dopoguerra, 1943-1959'', S.E.I. Torino 1996, p. 298</ref>
Il 3 giugno 1944 su ''Popolo e Libertà'', il giornale che dirigeva, Bernardo Mattarella pubblicò un articolo in cui attaccava il leader dei separatisti, accusandolo di avere l'appoggio della mafia e scrivendo: «''Ha sulla coscienza la triste responsabilità di avere riunito attorno a sé, cercando di ripotenziarla, l'organizzazione più pericolosa e sopraffattrice che abbia afflitto, per lunghi anni, le nostre contrade''.»
Nel 1958, in una lunga intervista sugli strumenti per sconfiggere la mafia – comparsa su ''[[Il Giornale del Mezzogiorno]]'' del 27 novembre 1958 - espresse opinione favorevole all'istituzione di una [[
[[File:Mattarella Macrelli Paratore.jpg|miniatura|sinistra|Bernardo Mattarella,
Tuttavia nella fase iniziale del [[secondo dopoguerra italiano|secondo dopoguerra]] era stato sospettato di essere «...tra i referenti nel rapporto tra la DC e la mafia».<ref name="DBI">{{DBI}}</ref> Di questo nel [[1992]] venne accusato anche dall'ex ministro [[Claudio Martelli]]: ''"Bernardo Mattarella secondo gli atti della Commissione antimafia e secondo [[Pio La Torre]]'' ([[1976]]), ''fu il leader politico che traghettò la [[mafia siciliana]] dal fascismo, dalla monarchia e dal separatismo, verso la DC"''.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/03/17/mattarella-contro-martelli-ci-insulta.html|titolo=I MATTARELLA CONTRO MARTELLI ' CI INSULTA' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2022-10-27}}</ref> Secondo lo storico [[Giuseppe Casarrubea]] Mattarella era ritenuto vicino al ''boss'' di Alcamo [[Vincenzo Rimi]],<ref>{{Cita libro|nome=Giuseppe|cognome=Casarrubea|titolo="Fra' diavolo" e il governo nero: "doppio Stato" e stragi nella Sicilia del dopoguerra|url=https://books.google.it/books?id=ZwSYe4Pre2wC&pg=PA84&dq=vincenzo+rimi&hl=it&sa=X&ei=yEVOT4C5KOev0QW144yeBQ|accesso=2022-10-27|data=1998|editore=FrancoAngeli|lingua=it|ISBN=978-88-464-0820-4}}</ref> considerato in quegli anni al vertice di Cosa nostra.
Al processo per la [[strage di Portella della Ginestra]], Mattarella fu accusato da [[Gaspare Pisciotta]] di essere implicato nell'eccidio.<ref>Servadio, ''Mafioso'', pp. 128-29</ref>
La sentenza della
Del resto, che l'atteggiamento di Pisciotta facesse parte di
È inoltre falsa l'informazione, contenuta in un [[libro di memorie]] del [[mafia italoamericana|mafioso italoamericano]] [[Joe Bonanno]], che Mattarella si trovasse tra coloro che lo accolsero a Roma quando questi arrivò all'[[aeroporto di Fiumicino]] nel 1957. Nel libro, invero piuttosto romanzato, come si legge nella presentazione<ref>Bonanno, ''A Man of Honour'' (autobiografia New York: Simon & Schuster, 1983)</ref> si narra del viaggio che Bonanno fece in Italia, nel settembre 1957, al seguito di Fortune Pope, figlio di [[Generoso Pope]] e direttore del giornale ''[[Il progresso italo-americano]]''. Ma, come risulta da quello stesso giornale,<ref>''Il Progresso italo americano'', 17 settembre 1957</ref> i due arrivarono a Roma il 13 settembre di quell'anno e Bernardo Mattarella non era presente: è possibile verificarlo sia sul giornale di Pope, sia su giornali italiani. Del resto, quello stesso giorno, Mattarella, allora Ministro delle Poste, si trovava in veste ufficiale in Sicilia per l'inaugurazione di un'opera pubblica.<ref>''Giornale di Sicilia'', cronaca di Trapani, 14 settembre 1957</ref><ref>All'episodio in questione faceva riferimento anche la prima edizione di [[John Dickie]], ''Cosa nostra'', Laterza, 2005. L'autore, riconoscendo poi la falsità dell'episodio, ha eliminato il riferimento nella seconda e nella terza edizione.</ref>
Nel [[2008]] il figlio Sergio e i nipoti Maria e Bernardo (figli di Piersanti), querelarono [[Reti Televisive Italiane|RTI]] e [[Taodue]] per danno d'immagine nei suoi confronti
=== Querela e condanna di Danilo Dolci per diffamazione ===
[[File:Bernardo Mattarella 1964.jpg|miniatura|sinistra|Bernardo Mattarella nel 1964, a una riunione di ministri della [[CEE]]]]
Il sociologo e attivista [[Danilo Dolci]], con un ''dossier'' (riprodotto nel libro ''Chi gioca solo'' del 1966) presentato nel 1965 durante una conferenza stampa seguita a un'audizione della Commissione antimafia, accusò di collusioni con la mafia Mattarella
Nella sentenza del Tribunale di Roma del 21 giugno 1967, la cui condanna fu successivamente confermata dalla Corte d'appello e dalla Corte di cassazione, si legge: «
La sentenza del Tribunale di Roma proseguiva: «Ha in sostanza Mattarella portato a conoscenza del Tribunale, obiettivamente documentandolo, l'atteggiamento di insuperabile contrarietà alla mafia assunto e mantenuto nel corso di tutta la sua carriera politica. Nulla di quanto contenuto nel dossier che ha costituito la base del massiccio attacco nei riguardi di Mattarella ha trovato quindi conforto e riscontro sul piano della prova, dimostrandosi le dichiarazioni raccolte dagli imputati – Dolci e il suo collaboratore l'attivista [[Franco Alasia]] – nient'altro che il frutto di irresponsabili pettegolezzi, di malevoli dicerie se non addirittura di autentiche falsità. Basse, infondate insinuazioni, quindi, calunniose interpretazioni di fatti ed avvenimenti, interessate strumentalizzazioni di testimonianze che lungi dal fare la storia di un ambiente e di un personaggio, come incautamente asserito dal Dolci nel corso della conferenza stampa, possono al più favorire la peggiore confusione delle idee, intralciare se non addirittura fuorviare il corso degli accertamenti, condurre a infondati giudizi nei confronti di uomini e di cose».<ref>Sentenza Tribunale di Roma del 21 giugno 1967, pubblicata su ''Il Foro italiano'' 1968, pp. 342 e seguenti, confermata dalle sentenze della Corte d'Appello di Roma del 7 luglio 1972 e della Corte di Cassazione, VI sezione, del 26 giugno 1973</ref>
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* {{Camera.it|11660|02}}
* {{Camera.it|11660|I}}
{{Box successione
|carica=[[Ministri della marina mercantile della Repubblica Italiana|Ministro della marina mercantile]]
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|periodo = 16 luglio [[1953]] - 17 agosto [[1953]]
|precedente = [[Paolo Cappa (politico)|Paolo Cappa]]
|
}}
{{Box successione
|carica=[[Ministri dei trasporti della Repubblica Italiana|Ministro dei trasporti]]
|immagine=Italy-Emblem.svg
|periodo = 17 agosto [[1953]] - 2 luglio [[1955]]
|precedente = [[Giuseppe Togni]]
Riga 208 ⟶ 198:
}}
{{Box successione
|carica=[[Ministri del commercio internazionale della Repubblica Italiana|Ministro del commercio estero]]
|immagine=Italy-Emblem.svg
|periodo = 7 luglio [[1955]] - 19 maggio [[1957]]
|precedente = [[Mario Martinelli]]
|successivo = [[Guido Carli]]
|periodo2 = 4 dicembre [[1963]] - 23 febbraio [[1966]]
|precedente2 = [[Giuseppe Trabucchi]]
|successivo2 = [[Giusto Tolloy]]
}}
{{Box successione
|carica=[[Ministri delle poste e delle telecomunicazioni della Repubblica Italiana|Ministro delle poste e telecomunicazioni]]
|immagine=Italy-Emblem.svg
|periodo = 19 maggio [[1957]] - 1º luglio [[1958]]
|precedente = [[Giovanni Braschi]]
|successivo = [[Alberto Simonini]]
}}
{{Box successione |carica=[[Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali della Repubblica Italiana|Ministro dell'agricoltura e foreste]]
|immagine=Italy-Emblem.svg
|periodo = 21 giugno [[1963]] - 4 dicembre [[1963]]
|precedente = [[Mariano Rumor]]
|successivo = [[Mario Ferrari Aggradi]]
}}
{{Controllo di autorità}}
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