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[[File:Melbourne Gaza protest Zionist Criminals, End the Palestine Holocaust.jpg|left|thumb|upright=0.7|Proteste contro l'operazione Israeliana a [[Melbourne]], in [[Australia]].]]Molte proteste contro Israele sono avvenute in tutto il mondo.<ref>{{cita testo|url=https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/israel/4016850/Gaza-attacks-Israeli-strikes-spark-protests-across-world.html|titolo=Gaza attacks: Israeli strikes spark protests across world - Telegraph<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref><ref>https://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/protesters-demand-egypt-opens-gaza-border-1222265.html</ref> Manifestanti contro l'azione militare a Londra, Parigi, Oslo, e in altre città si sono scontrati con la polizia.<ref>{{cita testo|url=https://www.webcitation.org/5da1KWgfG?url=http://www.google.com/hostednews/ap/article/ALeqM5jkioAdioC4yPmEERbKKXTfFY0yRAD95FSVG00|titolo=WebCite query result<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref> In Cisgiordania, ogni giorno si sono tenute manifestazioni contro gli attacchi israeliani. Alcune manifestazioni sono state molto "violente", con scontri tra persone che lanciavano pietre e forze di sicurezza israeliane. Almeno due palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane in Cisgiordania durante le proteste contro l'offensiva su Gaza: Il 4 gennaio, un uomo tra la folla a Qalqilya, è rimasto ucciso dalle forze di sicurezza israeliane, mentre il 16 gennaio, un adolescente è morto dopo essere stato colpito alla testa durante una manifestazione a Hebron.<ref>{{cita testo|url=https://www.reuters.com/article/idUSL4583332|titolo=FACTBOX-Developments in Gaza fighting, Jan 4 | Reuters<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref><ref>{{cita testo|url=https://www.reuters.com/article/idUSLG92998|titolo=Palestinian youth killed during W.Bank protest | Reuters<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref> Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) ha riferito che tra il 15 gennaio e il 21 gennaio, 36 persone, tra cui 16 bambini, sono stati feriti dalle forze israeliane nel West Bank in varie proteste contro l'offensiva.<ref>{{cita web |url=http://www.pchrgaza.org/files/W_report/English/2008/22-01-2009.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=8 febbraio 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090201085834/http://www.pchrgaza.org/files/W_report/English/2008/22-01-2009.htm }}</ref> Ci sono stati attacchi isolati contro obiettivi ebraici e israeliani nel mondo<ref>{{cita web |url=http://www.allheadlinenews.com/articles/7013559199 |titolo=Copia archiviata |accesso=17 gennaio 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110525121702/http://www.allheadlinenews.com/articles/7013559199 }}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3648282,00.html|titolo=WebCite query result<!-- Titolo generato automaticamente -->|accesso=17 ottobre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170904034124/http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3648282,00.html|urlmorto=sì}}</ref>. Più di 300 siti web israeliani, nei primi giorni del conflitto, sono stati attaccati da Hacker che hanno lasciato messaggi anti-israele e anti-USA.<ref>{{cita testo|url=http://www.cgisecurity.com/2008/12/hundreds-of-israeli-websites-hacked-in-propaganda-war.html|titolo=Hundreds of Israeli Websites Hacked in 'Propaganda War'<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref> In Egitto, le proteste hanno obbligato il governo a riaprire il valico di Rafah per permettere la consegna di cibo e medicinali nella striscia di Gaza.<ref>{{cita testo|url=https://www.webcitation.org/5dXRlxj3J?url=http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1230456500516|titolo=WebCite query result<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>
[[File:Pro-Israel-Demo in Berlin 3.JPG|thumb|upright=0.7|Manifestazione a favore di Israele a [[Berlino]], in [[Germania]] (11.01.2009).]]In Israele ci sono state manifestazioni sia a favore che contro gli attacchi.<ref>http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3646597,00.html</ref> Quasi in 10.000 a New York City l'11 gennaio hanno sostenuto Israele.<ref>{{cita testo|url=https://marketwire.com/press-release/Nearly-10000-Supporters-Gather-Together-on-42nd-St-With-UJA-Federation-New-York-Jewish-936466.htm|titolo=Marketwire|3=Breaking news, press releases, social media news releases, business news|4=|urlmorto=sì}}</ref> Negli Stati Uniti, un sondaggio della CNN ha mostrato che il 63 % pensa che l'operazione militare israeliana sia giustificata, inoltre il 75% dei repubblicani e il 52% dei democratici erano a favore dell'azione militare.<ref>{{cita testo|url=http://politicalticker.blogs.cnn.com/2009/01/24/majority-of-americans-support-israel-during-crisis-says-poll/?fbid=J8HuxTrva7S|titolo=Majority of Americans support Israel during crisis, says poll – CNN Political Ticker - CNN.com Blogs<!-- Titolo generato automaticamente -->|accesso=8 giugno 2010|dataarchivio=2 aprile 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402061436/http://politicalticker.blogs.cnn.com/2009/01/24/majority-of-americans-support-israel-during-crisis-says-poll/?fbid=J8HuxTrva7S|urlmorto=sì}}</ref>
La più grande protesta, fino a un milione di persone, si è tenuta a Damasco il 7 gennaio con un evento organizzato dal governo.<ref>{{cita testo|url=http://www.adnkronos.com/AKI/English/Security/?id=3.0.2886725240|titolo=Syria: Thousands protest against Israeli raids in Gaza - Adnkronos Security<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref> Il 10 dicembre, una nuova ondata di proteste ha avuto luogo in Europa. A Londra, 50.000 persone hanno marciato verso l'ambasciata israeliana, è stata la più grande manifestazione pro-palestinese nel Regno Unito. A Parigi, 30.000 persone hanno marciato con manifesti che dicevano: "Siamo tutti bambini di Gaza". Ulteriori proteste si sono svolte in tutta Europa.<ref>{{cita testo|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/7821928.stm|titolo=BBC NEWS | UK | UK protesters call for Gaza peace<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://news.sky.com/skynews/Home/UK-News/Gaza-Tens-Of-Thousands-Of-People-Protest-Against-Middle-East-Violence-In-Britain/Article/200901215200749?lpos=UK_News_News_Your_Way_Region_7&lid=NewsYourWay_ARTICLE_15200749_Gaza%3A_Tens_Of_Thousands_Of_People_Protest_Against_Middle_East_Violence_In_Britain|titolo=Gaza: Tens Of Thousands Of People Protest Against Middle East Violence In Britain | UK News | Sky News<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110522094750/http://news.sky.com/skynews/Home/UK-News/Gaza-Tens-Of-Thousands-Of-People-Protest-Against-Middle-East-Violence-In-Britain/Article/200901215200749?lpos=UK_News_News_Your_Way_Region_7&lid=NewsYourWay_ARTICLE_15200749_Gaza:_Tens_Of_Thousands_Of_People_Protest_Against_Middle_East_Violence_In_Britain }}</ref> Il movimento pacifista israeliano Gush Shalom ha condannato la guerra<ref>{{cita testo|url=http://zope.gush-shalom.org/home/en/events/1230639936|titolo=Gush Shalom - Israeli Peace Bloc<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>, e ha organizzato una manifestazione di massa a Tel Aviv.<ref>{{cita testo|url=http://zope.gush-shalom.org/home/en/events/1231029668|titolo=Gush Shalom - Israeli Peace Bloc<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>
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Una delle caratteristiche dell'operazione militare, rispetto a quelle avvenute in passato, è stata l'assenza di media indipendenti e stranieri nella zona del conflitto, Israele ha infatti vietato l'accesso a Gaza ai giornalisti fino ad alcuni giorni dopo il termine delle ostilità. Questa situazione ha portato ad avere come uniche informazioni dirette sugli eventi quelle fornite dall'IDF da una parte e da Hamas e media filo-palestinesi dell'altra, entrambe quindi fonti dichiaratamente schierate. Secondo alcuni commentatori<ref>Si veda per es {{cita testo|url=http://www.paginedidifesa.it/2009/bonsignore_090108.html|titolo=l'articolo "Gaza, perché?"|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090204002508/http://www.paginedidifesa.it/2009/bonsignore_090108.html }} di Ezio Bonsignore sul portale Pagine di Difesa.</ref> questa scelta potrebbe essere stata presa per cercare di ottenere un maggiore appoggio da parte dell'[[opinione pubblica]], appoggio che, soprattutto internazionalmente, era venuto a mancare in operazioni simili come quelle recenti in Libano, proprio a causa delle reazioni dovute alla vista della devastazione portata dai bombardamento. D'altro canto questo blocco ha fatto sì che le uniche immagini che siano uscite dalla Striscia di Gaza durante il conflitto, escluse quelle diffuse dell'IDF tramite i suoi canali ufficiali, fossero quasi esclusivamente quelle volute da Hamas, con il rischio di censure o strumentalizzazioni.
I media hanno riportato anche casi di "operazioni mediatiche", sviluppate durante l'operazione, in collaborazione tra le ambasciate israeliane e le comunità ebraiche in occidente, con lo scopo di aumentare i consensi nei confronti di Israele nelle nazioni dove queste risiedevano.<ref>Si veda per esempio il caso relativo alla comunità ebraica romana, riportato da [[Il manifesto]] ({{cita testo|url=http://80.241.231.25/ucei/PDF/2009/2009-01-04/2009010411496363.pdf|titolo="Gesto umanitario" o operazione "tutta mediatica"|urlmorto=sì}}, del 4 gennaio 2004, riportato dalla rassegna stampa dell'[[Unione delle comunità ebraiche italiane]]) e ripreso da numerose fonti internet (per es {{cita testo|url=https://www.agoravox.it/Pacifici-e-la-falsa-solidarieta.html|titolo=Pacifici e la falsa solidarietà}} articolo di Agora Vox italia, dell'8 gennaio 2009.)</ref>
A fine gennaio [[Ynetnews]] (la versione online in lingua inglese del [[Yedioth Ahronoth]], il quotidiano più letto di Israele) ha dato notizia che il ''Immigrant Absorption Minister of Israel'' (il ministero dell'immigrazione) avrebbe reclutato un "esercito di bloggers", sia tra gli ebrei immigrati di recente (il 60%), sia tra gli ebrei residenti all'estero, con lo scopo di migliorare l'immagine di Israele in internet (siti web, [[blog]], [[social network]], ecc.). Secondo quanto riportato nell'articolo le persone contattate sarebbero più di 1000, di cui 350 in grado di parlare russo, 250 inglese, 150 spagnolo, 100 francese e 50 tedesco; oltre a queste sarebbero presenti persone in grado di parlare anche portoghese, svedese, olandese, italiano, rumeno, ungherese, polacco, greco, bulgaro, danese, turco-persiano, arabo e cinese. Il direttore del dipartimento di relazioni pubbliche del ministero ha affermato anche che verrà previsto l'uso di questi anche oltre l'immediato periodo post-conflitto.<ref>{{Cita testo|lingua=en|titolo=Pro-Israel media: Bloggers join media war|url=http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3663679,00.html}}, articolo di [[Ynetnews]], del 21 gennaio 2009</ref>
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