C'è ancora domani: differenze tra le versioni

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A questo punto la donna pare decisa a scappare dal marito, utilizzando il 2 giugno come data fatidica. Il giorno fissato si prepara ideando uno stratagemma per allontanarsi senza destare sospetti, ma il suocero muore improvvisamente. Viene organizzata la [[veglia funebre]] che vincola Delia a restare a casa per tutto il giorno. La donna non si perde d'animo, dicendosi che "c'è ancora domani" per mettere in atto il suo piano.
 
Il mattino successivo, Delia lascia a Marcella una busta con una lettera e dei soldi (che aveva originariamente risparmiato per il suo corredo nuziale) volendo che la figliaragazza li usi per poter studiare e diplomarsi (poiché il marito asseriva che una figlia femmina non dovesse farlo e che il denaro dovesse essere risparmiato soltanto per l'istruzione dei due figli maschi). La protagonista si avvia a compiere finalmente ciò che aveva in programma: recarsi di nascosto alle urne per votare al referendum fra [[monarchia]] e [[repubblica]] ed eleggere l'[[Assemblea Costituente (Italia)|Assemblea Costituente]], votando per la prima volta, come tante altre donne d'Italia. Prima di entrare al seggio, si rende conto di aver lasciato inavvertitamente a casa la [[tessera elettorale]], quando viene raggiunta prima dal marito e poi dalla figlia che, avendo trovato la scheda, vanno a cercare Delia con intenti opposti: il primo per riportare la moglie di forza a casa e la seconda per consegnare la tessera alla madre e permetterle così di votare.
 
Marcella riesce a darle il documento, mentre Ivano, che si era diretto minaccioso verso di lei, viene fermato dallo sguardo deciso della moglie la quale fissandolo, attorniata da altre donne che come lei hanno votato per la prima volta, lo spinge a desistere e ad andarsene.