Giuseppe Saragat: differenze tra le versioni

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Saragat rientrò in patria all'indomani della [[caduta del fascismo]] nel luglio del 1943. Fu arrestato alla frontiera di Bardonecchia perché figurava ancora nell'elenco dei sovversivi.
 
Dopo pochi giorni, tuttavia, Badoglio liberò i prigionieri politici e Saragat poté recarsi a Roma dove, il 25 agosto, prese parte alla prima direzione che sancì la ricostituzione del [[Partito Socialista Italiano]] in Italia (con il nome di PSIUP); fu eletto alla nuova direzione del partito e nominato direttore dell{{'}}''[[Avanti!]]''.
 
Con l'[[Mancata difesa di Roma|occupazione tedesca di Roma]], Saragat entrò nella [[Resistenza italiana|Resistenza]]. Il 28 settembre, con Nenni e Pertini, rinnovò il patto di unità d'azione tra PSI e PCI. Il 18 ottobre, sempre insieme a Pertini, fu arrestato dalle autorità tedesche e venne rinchiuso nel carcere romano di [[Carcere di Regina Coeli|Regina Coeli]], prima nel VI braccio (politici), poi nel III (condannati a morte)<ref>Tito Lucrezio Rizz, Parla il Capo dello Stato, Cangemi, Roma, 2012, p. 105</ref>.
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Era coniugato con [[Giuseppina Bollani]], da cui ebbe due figli.<ref>{{Cita web|url=http://presidenti.quirinale.it/page/5/sar-biografia.html|titolo=Biografia del Presidente Giuseppe Saragat|autore=Segretariato generale della Presidenza della Repubblica-Servizio sistemi informatici|sito=I Presidenti|lingua=it|accesso=2023-06-15}}</ref> Giovanni (1926-2007), [[Ernestina Saragat|Ernestina]] (1928)<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-saragat_(Dizionario-Biografico)|titolo=SARAGAT, Giuseppe in "Dizionario Biografico"|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2023-06-15}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.eletteedeletti.it/rappresentazioni/figli-di-saragat/|titolo=Figli di Saragat|sito=Elette ed eletti|lingua=it-IT|accesso=2023-06-15}}</ref> A quest'ultima affidò la cura del [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]], durante il suo settennato, e la volle al suo fianco anche nelle uscite ufficiali<ref>Indro Montanelli, ''cit.'', p. 413</ref>.
 
Secondo i giornalisti [[Ferruccio Pinotti]] e [[Roberto Fabiani]], aderì alla [[Massoneria]] in gioventù<ref>Ferruccio Pinotti, ''Fratelli d'Italia'' (BUR. Futuropassato), Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 2007; Roberto Fabiani, ''I Massoni in Italia'', pag. 16</ref>. Stando alle testimonianze dell'epoca, abiurò questa appartenenza e si convertì negli anni '50/'60 al [[cattolicesimo]], divenendo così un cattolico praticante, soprattutto dopo la morte della moglie Giuseppina (cattolica) (1961) e la vicinanza di padre [[Virginio Rotondi]]<ref>F. Rizzi, ''Padre Rotondi e la conversione di Saragat'', inː ''L'Avvenire'', 13 aprile 2010, p. 29.</ref>. La sua conversione venne però smentita dallo stesso Saragat in un suo articolo pubblicato il 17 agosto 1961 sul ''[[Corriere della Sera|]]''Corriere della Sera'']].<ref>{{cita libro|titolo=L'amore e il potere|autore=Bruno Vespa |editore=Mondadori|anno=2010|url=https://www.google.it/books/edition/L_amore_e_il_potere/6Zlu2EYoq1QC?hl=it&gbpv=1&dq=Giuseppina+Bollani&pg=PA120&printsec=frontcover}}</ref>
 
==Pensiero politico==