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[[Classificazione climatica dei comuni italiani|Classificazione climatica]]: zona D, 1775 GR/G
Il clima di Ceccano è quello tipico delle quote più basse della [[Valle del Sacco]]: precisamente di [[clima mediterraneo|tipo mediterraneo]] con influenze [[Clima continentale|continentali]] a causa della sua distanza dal mare rispetto alle zone che godono di un classico clima mediterraneo. Le caratteristiche continentali si riscontrano maggiormente nei valori minimi invernali e nei valori massimi estivi. L'estate infatti è calda con temperature massime medie tra i 31 e i 33° e minime intorno ai 19-20° mentre l'inverno è abbastanza freddo con valori minimi che in dicembre e gennaio scendono spesso sottozero in condizioni di soleggiamento e [[Anticiclone|anticicloniche]] mentre le massime si attestano tra i 9 e i 12° mediamente nei mesi più freddi. Le [[Precipitazione (meteorologia)|precipitazioni]] si concentrano nelle mezze stagioni ma sono generalmente sparse in tutto il corso dell'anno con minimi in Estate. Il mese più piovoso è novembre, quello meno piovoso è luglio (dove le precipitazioni sono spesso [[temporale]]sche). Generalmente si registrano accumuli pluviometrici annui compresi tra i 900 ed i 1200 mm. Anche l'[[Umidità relativa|umidità]] è un fattore protagonista nella zona: sono diffuse le [[Nebbia|nebbie]] o le foschie nelle notti invernali e autunnali. La [[neve]] non è un fenomeno abituale, la località registra mediamente
== Storia ==
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Tra gli uomini illustri dei de Ceccano, che nella loro storia vantano importanti personaggi nell'Ordine dei [[Cavalieri di Malta]], oltre a sei cardinali va citato il [[Annibaldo Caetani|cardinale Annibaldo]], potentissimo personaggio della Chiesa del [[XIV secolo]], che durante la cattività avignonese fu inviato dal papa a [[Roma]] per aprire il [[Giubileo universale della Chiesa Cattolica|Giubileo]] del [[1350]].
Già [[Arcidiocesi di Napoli|arcivescovo di Napoli]], ottimo diplomatico, spesso il Papa lo inviò in missione per dirimere importanti controversie tra i sovrani d'[[Europa]]. Fu protagonista di un tentativo di mediazione tra [[Inghilterra]] e [[Francia]] durante la [[guerra dei cent'anni]], in un conflitto che
Prima di Annibaldo, che ebbe contatti con [[Francesco Petrarca]] e con [[Giotto]], al quale commissionò lavori per la chiesa di S. Maria a Fiume, Ceccano aveva dato i natali ad altri illustri personaggi.
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=== Architetture militari ===
* Castello dei Conti: domina la [[Valle del Sacco]], Nel [[Medioevo]] il castello acquisì grande importanza diventando il centro della contea dei Conti de Ceccano, un potente stato autonomo, che dominarono alcune terre poste nelle attuali provincie di [[Roma]], [[Frosinone]] e [[Latina]] dall'[[XI secolo|Xl]] al [[XV secolo]]. Tra la fine del 1400 e l'inizio del 1500 con l'estinzione della famiglia, il castello e i loro beni passarono ai Caetani ed infine ai Colonna. Nei secoli dopo diventò un carcere. Un luogo ricco di storia, testimonianze medioevali
* Castel Sindici: elegante edificio a pochi passi dal centro storico, immerso nella tranquillità di alberi secolari. Progettato dal cavalier [[Giuseppe Sacconi]] (già architetto del [[Vittoriano]] di [[Roma]]) per volere dell'enologo locale e [[Ordine al merito del lavoro|Cavaliere del Lavoro]] Stanislao Sindici è stato realizzato in stile neogotico con la candida pietra locale a fine '800. Nei locali seminterrati si possono ancora vedere le antiche botti in ceramica dove un tempo veniva prodotto il vino "Castel Sindici", equiparato al bianco di [[Frascati]] e venduto anche all'estero agli inizi del '900. I piani superiori erano il salotto buono dove la facoltosa famiglia ospitava artisti illustri, come i pittori romani Tiratelli e forse anche [[Gabriele D'Annunzio]]. Alla fine degli anni '20 fu dichiarato Zona d'interesse artistico nazionale e durante gli anni dell'occupazione nazista fu requisito e convertito in quartier generale delle [[Schutzstaffel|SS]]; abitato da discendenti della famiglia Sindici fino ai primi anni '90, attualmente è di proprietà comunale ed è possibile visitare solo il pittoresco parco circostante, dal quale ammirare il panorama sul centro storico di Ceccano.
=== Siti archeologici ===
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== Storia e archeologia industriale di Ceccano e della Valle del Sacco ==
Nel XX Secolo l'area di Ceccano ha visto lo sviluppo, nelle aree circostanti l'abitato, di una serie di imprese di dimensioni medie. L'industria bellica [[Bombrini Parodi Delfino]] (Bpd) di Colleferro, fondata nel 1912, nel 1936 ampliò i propri stabilimenti, e il 21 aprile 1939, acquistò dall'allora podestà di Ceccano, Enrico Bruni, l’intero patrimonio boschivo, iniziando a creare proprio nel territorio di Ceccano un nuovo polo industriale, mentre nel periodo fra le due guerre l'[[ISVEIMER|Isveimer]] (Istituto per lo sviluppo economico dell’Italia meridionale, costituito con r.d.l. 883/3 giugno 1938, riordinato con l. 298/11 aprile 1953 e posto in liquidazione nel 1996)<ref>{{Cita web|url=https://www.industriaeambiente.it/schede/valle_del_sacco/|titolo=Industria e Ambiente|accesso=2022-03-28}}</ref> anticipò la messe di incentivi diretti e infrastrutture create nel secondo dopoguerra. Con l'inaugurazione, nel 1962, della tratta Roma-Capua dell'[[Autostrada del sole|Autostrada del Sole]]<ref name="Storia | Asi">{{Cita web|url=https://www.asifrosinone.it/storia|titolo=Storia {{!}} Asi|accesso=2022-03-28|dataarchivio=22 maggio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220522200036/https://www.asifrosinone.it/storia|urlmorto=sì}}</ref>, la pianificazione industriale promossa dalla “Cassa per le opere straordinarie di pubblico interesse per il Mezzogiorno” ([[Cassa del Mezzogiorno|Casmez]]) portò alla creazione del Nucleo di industrializzazione della [[Valle del Sacco]], istituito con D.P.R. n. 1526 dell’11.10.1963. Il progetto era quello di fornire incentivi perché le imprese, anche straniere, investissero in stabilimenti da costruire (o mantenere) nella Valle,
Se dal punto di vista economico e di benessere sociale, nell'area di Ceccano, tra il 1951 ed il 1969, si ebbe un progresso percentuale pari al 327%, con un reddito pro-capite cresciuto in dieci anni del 204%, e l'industrializzazione proseguì con l'approvazione del Piano Regolatore dell'Area, il 31 marzo 1970, da parte del Consiglio dei Ministri (con decreto n. 7650 la superficie di impiego industriale passava così dagli iniziali 400 ettari a 2.500), le problematiche ambientali ed economiche erano in agguato<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Fabrizio Nunnari|titolo=Il “nucleo di industrializzazione Valle del Sacco”. Un rischioso tentativo di sviluppo}}</ref>.
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