Giuseppe Calò: differenze tra le versioni
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Le indagini sull'omicidio di [[Domenico Balducci]] e sugli affari ambigui di [[Flavio Carboni]], condotte dal giudice [[Ferdinando Imposimato]], fecero emergere la galassia di interessi economici che ruotavano intorno alla figura di ''Mario Aglialoro'' (identificato in Calò solo dopo le dichiarazioni di [[Tommaso Buscetta]]) e, per ritorsione a queste inchieste, fu assassinato nel 1983 il fratello del magistrato, il sindacalista [[Franco Imposimato]].<ref name=":8">{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1984/12/08/page_006.pdf|titolo=Gli amici e i segreti di Pippo Calò|editore=L'Unità|data=8 dicembre 1984}}</ref><ref name=":3" /><ref name=":4" /><ref name=":2" />
In particolare, secondo quanto riferiscono i collaboratori di giustizia [[Tommaso Buscetta]] e [[Francesco Marino Mannoia]], Calò, grazie alle sue conoscenze negli ambienti finanziari, curava gli interessi economici del [[clan dei Corleonesi]] di [[Totò Riina]], avvalendosi di [[Roberto Calvi]] e [[Licio Gelli]] per il [[Riciclaggio di denaro|riciclaggio di denaro sporco]], che veniva investito nello [[Istituto per le Opere di Religione|IOR]] e nel [[Banco Ambrosiano]], la banca di Calvi<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/08/Mannoia_Gelli_riciclava_Vaticano_soldi_co_0_9807084205.shtml Mannoia: " Gelli riciclava in Vaticano i soldi di Riina "<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref name="autogenerato1">{{Cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=cronologiaCalvi|titolo=Il caso Calvi, un mistero italiano<!-- Titolo generato automaticamente -->|accesso=18 febbraio 2013|dataarchivio=21 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130121203247/http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=cronologiaCalvi|urlmorto=sì}}</ref><ref name=":2" />. Nel 1981, a seguito del fallimento definitivo del [[Banco Ambrosiano]], Calvi cercherà di salvare il denaro investito da Calò per conto degli altri ''boss
Secondo il collaboratore di giustizia [[Gioacchino Pennino]], uno degli uomini di fiducia di Calò nella capitale fu l'imprenditore palermitano [[Gaspare Gambino]], presidente del [[Palermo Calcio]] nei primi [[Anni 1980|anni '80]] e poi della [[Ternana Calcio]], il quale avrebbe curato il [[riciclaggio di denaro sporco]] e tenuto i contatti con i politici e con gli esponenti di primo piano della [[banda della Magliana]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/10/30/morto-roma-gaspare-gambino-boss-mafioso.html|titolo=E' MORTO A ROMA GASPARE GAMBINO BOSS MAFIOSO LEGATO A CALO' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=30 ottobre 1995|lingua=it|accesso=16 aprile 2023}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/06/12/anche-il-palermo-calcio-era-in-mano.html|titolo=ANCHE IL PALERMO CALCIO ERA IN MANO A COSA NOSTRA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=12 giugno 1997|lingua=it|accesso=16 aprile 2023}}</ref>. Inoltre, come dichiarato dal collaboratore di giustizia [[Angelo Siino]] al [[processo Andreotti]], Calò, al pari di Bontate, sarebbe stato in stretti rapporti d'amicizia con il deputato andreottiano [[Francesco Cosentino]] (segretario generale della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] e affiliato alla [[P2|loggia P2]] di [[Licio Gelli]], nonché "autore" del famigerato ''[[Piano di rinascita democratica]])''<ref name=":102">{{Cita web|url=http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/016t02_RS/00000044.pdf|titolo=Sentenza Andreotti|accesso=21 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211218201039/http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/016t02_RS/00000044.pdf|dataarchivio=18 dicembre 2021|urlmorto=sì}}</ref> e, secondo la testimonianza di [[Francesco Marino Mannoia]], avrebbe pure procurato un [[Dipinto|quadro]] di valore, che sarebbe stato regalato poi da Bontate allo stesso Andreotti, circostanza ritenuta come "''non provata con certezza''" nel processo a carico dello statista democristiano<ref name=":102"/>.
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Nel 1983 Calò venne arrestato alla frontiera di [[Ponte Chiasso]] perché esibì documenti falsi ma non venne riconosciuto e quindi rilasciato.<ref name=":0" />
Colpito da un mandato di cattura firmato dal giudice [[Giovanni Falcone]] a seguito delle rivelazioni dei pentiti [[Tommaso Buscetta|Buscetta]] e [[Salvatore Contorno|Contorno]], Calò organizzò il 23 dicembre 1984 l'esplosione di una bomba sul treno [[Napoli]]-[[Milano]] con 16 morti e 267 feriti (la cosiddetta [[Strage del Rapido 904]] o ''strage di Natale''), per deviare l'attenzione dell'[[opinione pubblica]] dalle dichiarazioni dei due pentiti.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/01/14/in-aula-un-pentito-conferma-fu.html|titolo=E IN AULA UN PENTITO CONFERMA 'FU CALO' A ORDINARE LA STRAGE' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=14 gennaio 1989|lingua=it|accesso=23 novembre 2022}}</ref><ref>https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2005/01/03/Cronaca/Nera/SULMONA-CHI-ERA-GUIDO-CERCOLA-IL-BRACCIO-DESTRO-DI-PIPPO-CALOSCHEDA_152734.php</ref><ref>https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2005/01/03/Cronaca/Nera/SULMONA-CHI-ERA-GUIDO-CERCOLA-IL-BRACCIO-DESTRO-DI-PIPPO-CALOSCHEDA-2_152737.php</ref><ref>{{Cita web|url=https://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2005/01/03/Cronaca/Nera/SULMONA-CHI-ERA-GUIDO-CERCOLA-IL-BRACCIO-DESTRO-DI-PIPPO-CALOSCHEDA-2_152737.php|titolo=SULMONA: CHI ERA GUIDO CERCOLA, IL BRACCIO DESTRO DI PIPPO CALO'/SCHEDA (2)|sito=www1.adnkronos.com|accesso=7 dicembre 2022}}</ref>
=== L'arresto ===
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