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== Storia editoriale ==
La stesura della prima redazione è coeva al periodo di ambientazione del romanzo e, dunque, risale a molti anni prima della pubblicazione<ref> OPERE SCELTE</ref>, tra gli anni [[1955]] e 1956. Alcune notizie della stesura del testo si hanno poco dopo la scrittura di [[Le libere donne di Magliano]]<ref> Tobino medico di manicomio attraverso il diario, Primo De Vecchis</ref>, pubblicato nel [[1953]], ma nessun estratto di questo diario romanzato emerge in pubblicazioni successive.
 
Il proposito originario di scrittura era probabilmente quello di proseguire la narrazione del diario dall'[[Ospedale psichiatrico di Maggiano|ospedale di Maggiano]] contenuta in [[Le libere donne di Magliano]], che aveva da subito riscontrato una buona accoglienza da parte del pubblico.
Dal 1955 al 1956 Tobino assume ''pro tempore'' la carica di direttore dell'ospedale, trovandosi in un punto di osservazione differente rispetto alla carica precedente da primario del settore femminile.
Il secondo "diario da Maggiano" avrebbe dovuto dunque completare il primo, già celebre, con la narrazione di altri aspetti della vita e della gestione dell'ospedale psichiatrico.

L'obiettivo dello scrittore sarebbe stato quello di denunciare la lentezza burocratica e la lontananza delle scelte politiche dai reali bisogni dei malati:
{{Citazione|Tobino è sensibile di
fronte agli sperperi di denaro pubblico, al lucrare dei burocrati sulle spalle
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== Contesto storico e influenze culturali ==
 
I contenuti del volume sono di primaria importanza per comprendere uno spaccato della storia dell'ex Ospedale Psichiatrico di Maggiano, ora sede della Fondazione Mario Tobino, e del contesto storico-psichiatrico nazionale che da esso Tobino guarda.
Gli anni di ambientazione del diario sono cruciali per la comunità scientifica, per l'introduzione delle nuove cure farmacologiche, in affiancamento o sostituzione di quelle [[Psichiatria biologica|biologiche]] per gli internati nei manicomi.
 
''Il manicomio di Pechino'' registra, dunque, da vicino il modo con cui queste nuove modalità di cura vennero recepite e applicate all'interno dell'ospedale di Lucca.
Tobino, in qualità di direttore, ha un atteggiamento prudente, e mentre denuncia gli effetti di cure come l'elettroshok, paragona i risultati di queste cure a quelli della recente "cura del sonno", a base di [[clorpromazina]], sottolineandone la somiglianza<ref>MP p.</ref>.
 
I cambiamenti maggiori apportati all'ospedale riguardano l'assetto degli spazi del manicomio. L'interesse principale per Tobino è quello verso la quotidianità dei malati, del decoro e dell'apertura nei confronti della comunità circostante, della campagna lucchese.
 
La psichiatria di Tobino e l'operazione da lui compiuta soprattutto nei volumi ''Le libere donne di Magliano'' e ''Il manicomio di Pechino'' deve essere ascritta alla branca [[Psichiatria fenomenologica|fenomenologica]]. Pur non essendosi mai dichiarato afferente a nessuna scuola medica, infatti, nell'approccio alla malattia e soprattutto al malato, dichiarato nella sua tesi di specializzazione, nel diario, nei romanzi, [[Eugenio Borgna]] ha per primo dichiarato Mario Tobino uno psichiatra "fenomenologo"<ref> Opere scelte, Borgna</ref>.
 
Pochi anni prima dell'uscita del volume, Mario Tobino e il suo libro ''Gli ultimi giorni di Magliano'', erano stati al centro del dibattito sulla [[Legge Basaglia]], del [[1978]], che avrebbe visto la progressiva chiusura di tutti gli ospedali psichiatrici.
La polemica e il dibattito tra [[Franco Basaglia]] e Mario Tobino si esplicita in numerosi articoli apparsi sui quotidiani nazionali da metà degli anni '60. Anche dopo la promulgazione della legge
 
 
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* [[Mario Tobino]]
* [[Ospedale psichiatrico di Maggiano]]
* [[Franco Basaglia]]
* [[Il clandestino (romanzo)|Il clandestino]]
== Collegamenti esterni ==
*{{collegamenti esterni}}