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La [[biblioteca]] prende il nome dal vescovo [[Angelo Maria Querini]] che, tra il 1746 ed il 1749, la fece erigere nel complesso del [[Palazzo Vescovile (Brescia)|Palazzo Vescovile di Brescia]], affidandone il progetto all'architetto [[Giovanni Battista Marchetti]] e donando circa 1500 volumi direttamente dalla propria collezione privata.
La prima dichiarazione di voler creare una biblioteca pubblica a Brescia fu espressa dal Querini in una lettera indirizzata a papa Benedetto XIV datata 17 giugno 1745. Nel 1750 la biblioteca venne donata all'amministrazione cittadina e venne aperta al pubblico,
La notizia dell’apertura della Biblioteca Queriniana arrivò in tutt’Europa diventando, in poco tempo, meta di letterati e cultori dell’arte durante i
Le stanze al piano terra erano sede delle più alte Accademie della città: l’Accademia di belle arti, di fisica sperimentale, di storia naturale e di Agricoltura.
Nel [[XX secolo]] sono confluiti in questa biblioteca numerosi lasciti e librerie private, tra queste quelle dei [[Martinengo (famiglia)|Martinengo da Barco]], [[Lechi (famiglia)|Lechi]], [[Giuseppe Zanardelli|Zanardelli]], Di Rosa, Alessandro Sina e [[Paolo Guerrini]].
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==L'edificio==
La biblioteca è costituita da due corpi di fabbrica adiacenti: quello moderno, da dove oggi si entra, costruito a fine ottocento e ristrutturato alla fine degli anni '90 del Novecento, dove vi hanno sede la sala di distribuzione dei materiali, la sala cataloghi, i depositi e gli uffici; quello antico, ovvero la monumentale ala settecentesca costituita da quattro salette e un salone di lettura, lo scalone d'accesso e l'atrio storico.
La biblioteca fu realizzata dall'architetto Giovanni Battista Marchetti con l'aiuto del figlio Antonio ed è costituita da un ampio salone rettangolare, preceduto da due salette per la consultazione dei libri e seguito da altrettante.▼
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Al salone e alle salette si accede salendo uno scalone marmoreo, che conduce all'atrio affrescato nel XVIII secolo da [[Pietro Scotti]] e [[Enrico Albrizzi]].
La Biblioteca Queriniana oggi si presenta come un edificio dall’aspetto nobile, ma modesto e austero. La parete della facciata esterna, quella che dà sulla strada e corrispondente al salone storico (secondo piano, parte centrale), è arricchita da finestroni, dei quali i laterali ciechi, racchiusi da coppie di lesene con capitelli di ispirazione ionica e aperture a lunetta nell’attico.
Sulle cornici delle finestre sono incise le iniziali A.M.C.Q, ovvero Angelo Maria Cardinale Querini. La facciata interna, che dà sul giardino vescovile, è nettamente più sontuosa e “compiuta”. L’edificio è diviso in due ordini ed è sormontato da una terrazza rettangolare ornata da statue realizzate da [[Antonio Ferretti]], [[Giovanni Battista Robustelli]] e [[Alessandro Calegari]]. Le opere raffigurano Apollo Citaredo e le allegorie delle scienze e delle arti (Arte del Disegno o Geometria; Astronomia; Teologia; Filosofia; Medicina; Giurisprudenza; Geografia).<ref>{{Cita libro|titolo=Biblioteca Queriniana, Brescia|accesso=2024-06-27|collana=Le grandi biblioteche d'Italia|data=2000|editore=Nardini|ISBN=978-88-404-1027-2}}</ref>
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==Emeroteca Queriniana==
Dal 1995 i periodici, prima conservati in biblioteca, sono stati spostati in [[Emeroteca Queriniana]], situata nel complesso del [[Broletto (Brescia)|Broletto]], di fronte alla biblioteca. Qui vi si trovano e sono consultabili quotidiane e riviste antiche e di attualità.
==Bibliografia==
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