Enore Zaffiri: differenze tra le versioni
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Nel [[1965]] nasce un nuovo sodalizio creativo con il musicista fiorentino [[Pietro Grossi]], il primo compositore italiano di computer music. Con Grossi, Zaffiri organizza alla galleria «La Bussola» di Torino una rassegna internazionale di [[musica concreta]] ed elettronica. Nello stesso anno, il compositore torinese partecipa al festival di [[Palermo]] con altre strutture sonore (sempre della serie ''Tr/e/54'') e alle audizioni di musica elettronica presso l'[[Università per Stranieri di Perugia]] con il progetto ''Q/64/I''.
Il [[1966]] è l'anno di fondazione dello '''Studio di informazione estetica''': lo SMET, in collaborazione col pittore Sandro De Alexandris e il poeta visuale Arrigo Lora Totino, dà vita ad un esperimento di sintesi estetica tra le sintassi musicali, poetiche e visive. Il centro di corso Vittorio Emanuele II 32 ospita un laboratorio di musica elettronica e un atelier di scultura dove lo stesso Zaffiri realizza i suoi oggetti in ottone, naturalmente ricavati dai medesimi progetti geometrici che danno vita alle
Nel [[1967]] prolificano i lavori di gruppo dello Studio di informazione estetica. Le composizioni – ''Q/110, SP/Q/20'', ecc. –, destinate ad esplorare con metodo e rigore matematico lo spettro sonoro degli oscillatori elettronici, verranno rese pubbliche con il volume ''Due scuole di musica elettronica in Italia'', dell'editore Silva di [[Genova]], pubblicato nel 1968 in occasione del Convegno internazionale di musica elettronica di Firenze. Il 21 gennaio, intanto, lo Studio di informazione estetica esce dall'Italia: a [[Monaco di Baviera|Monaco]], esso organizza la [[Sonorizzazione (media)|sonorizzazione]] di una mostra presso lo studio UND. Si sviluppa così il concetto di musica d'ambiente, che troverà la sua massima espressione nel progetto ''Musica per un anno'' (edito dal centro Duchamp di San Lazzaro di [[Bologna]] nel [[1970]]). La musica elettronica dello SMET diventa così un veicolo di ambientazione sonora di mostre d'arte d'avanguardia in molte città italiane: e il progetto ''Musica per un anno'' ne costituisce l'espressione nello stesso tempo più compiuta e visionaria (la partitura è infatti una struttura la cui natura combinatoria "infinita" permette la generazione di una linea sonora continua ma continuamente cangiante, della durata di 365 giorni). Nel mese di maggio, presso lo SMET, Zaffiri allestisce una personale di oggetti visivi, ognuno dei quali ha il suo corrispondente prodotto sonoro: è il punto più alto raggiunto dal concetto di "matrice strutturale". A compimento di questa straordinaria stagione creativa, esce il numero unico della rivista «Modulo», rassegna internazionale di [[poesia concreta]] e visiva curata da [[Arrigo Lora Totino]].
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