Jacob Burckhardt: differenze tra le versioni
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Ebbe un ruolo marginale nel panorama dell'[[Ottocento]], ma venne rivalutato tra le due [[guerra mondiale|guerre mondiali]] quando tornarono in auge le opere storiche di carattere [[scetticismo filosofico|scettico]] e [[pessimismo|pessimistico]] del secolo precedente.
Di impostazione moderatamente [[Conservatorismo|conservatrice]]<ref>[https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/017458/2010-10-28/ Conservatorismo] - Dizionario storico della Svizzera</ref><ref name="Rousseau"/>, mostrò freddezza se non opposizione verso le idee [[Liberalismo|liberali]], [[Democrazia|democratiche]] e [[Socialismo|socialiste]], ma anche verso il [[nazionalismo]], in particolare modo [[Nazionalismo tedesco|quello tedesco]], occupandosi intensamente degli sviluppi [[economia|economici]] e [[politica|politici]] contemporanei, e portando l'attenzione ai possibili scenari futuri: giudicava infatti allarmanti i [[Militarismo|militarismi]] e i nazionalismi in crescita in [[Europa]]. Vedeva nella [[rivoluzione francese]] - a suo parere fallita per l'[[ottimismo]] acritico, la troppa fede nel [[Progresso (filosofia)|progresso]], e, nei suoi aspetti radicali, per la poca attenzione alla vera cultura e ad un "programma positivo"<ref name="Rousseau"/> - l'origine di tale nazionalismo comparso a partire dall'[[età napoleonica]], spingendosi a fare un paragone negativo tra [[Robespierre]] e i rivoluzionari da una parte, e [[Otto von Bismarck]] dall'altra, con il suo [[imperialismo]] e la sua ''[[Kulturkampf]]''.<ref>Jacob Burckhardt, Lezioni sulla storia d’Europa, SE, Milano 2009, pp. 43, 263, 261. Su Tamerlano vedi Id., Considerazioni sulla Storia universale, cit., p. 123.</ref>
==Nietzsche e Burckhardt==
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