Quattro elementi: differenze tra le versioni
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Afferma Empedocle:
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«Conosci innanzitutto la quadruplice radice<br/>Di tutte le cose: [[Zeus]] è il fuoco luminoso,<br/>[[Era (divinità)|Era]] madre della vita, e poi
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Secondo una interpretazione Empedocle indicherebbe Zeus, il dio della luce celeste come il Fuoco, Era, la sposa di Zeus è l'Aria, Edoneo (Ade), il dio degli inferi, la Terra e infine Nesti (Persefone), l'Acqua.
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L'unione di tali radici determina la nascita delle cose e la loro separazione, la morte. Si tratta perciò di apparenti nascite e apparenti morti, dal momento che l'[[Essere]] (le radici) non si crea e non si distrugge, ma è soltanto in continua trasformazione.
L'aggregazione e la disgregazione delle radici sono determinate dalle due forze cosmiche e divine Amore e Discordia (o Odio), secondo un processo ciclico eterno. In una prima fase, tutti gli elementi e le due forze cosmiche sono riunite in un Tutto omogeneo, nello [[Sfero]], il regno dove predomina l'Amore. Ad un certo punto, sotto l'azione della Discordia, inizia una progressiva separazione delle radici. L'azione della Discordia non è ancora distruttiva, dal momento che le si oppone la forza dell'Amore, in un equilibrio variabile che determina la nascita e la morte delle cose, e con esse quindi il nostro mondo. Quando poi la Discordia prende il sopravvento sull'Amore, e ne annulla l'influenza, si giunge al [[Caos (mitologia)|Caos]], dove regna la Discordia e dove è la dissoluzione di tutta la materia. A tal punto il ciclo continua grazie ad un nuovo intervento dell'Amore che riporta il mondo alla condizione intermedia in cui le due forze cosmiche si trovano in nuovo equilibrio che dà nuovamente vita al mondo. Infine, quando l'Amore si impone ancora totalmente sulla Discordia si ritorna alla condizione iniziale dello Sfero. Da qui il ciclo ricomincia.<ref>Fabrizio Tinaglia, ''Pensiero primario NPT'', Lampi di stampa, 2009 pp.17-22</ref>
Il processo che porta alla formazione del mondo è quindi una progressiva aggregazione delle radici. Tale unione, lungi dall'avere un benché minimo carattere [[finalismo|finalistico]], è assolutamente casuale. E tale casualità si evidenzia a proposito degli esseri viventi. All'inizio infatti le radici si uniscono a formare arti e membra separati, che solo in seguito si uniranno, sempre casualmente tra di loro. Nascono così mostri di ogni specie (come ad esempio il [[Minotauro]]), che, dice Empedocle quasi anticipando [[Charles Darwin]], sono scomparsi solo perché una selezione naturale favorisce alcune forme di vita rispetto ad altre, meglio organizzate e perciò più adatte alla sopravvivenza.<ref>Mirco Mariucci, ''Il Sapere degli Antichi Greci'', SteetLib, 2016 p.127</ref>
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