Campagne mesopotamiche di Ardashir I: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
→Sasanidi: metto un svolgere che ci sta bene... |
||
Riga 38:
Non conosciamo con precisione quante e quali furono le armate messe in campo da parte dei [[Sasanidi]]. [[Cassio Dione Cocceiano]] ci racconta che si trattava certamente di una grossa armata, pronta a terrorizzare non solo la [[Mesopotamia (provincia romana)|provincia romana di Mesopotamia]], ma anche quella di [[Siria (provincia romana)|Siria]], ad ovest dell'[[Eufrate]].<ref name="Dione80,4.1"/>
Ciò che conosciamo di questo esercito è che non era permanente come [[esercito romano|quello romano]], con soldati di professione [[paga (esercito romano)|pagati]] regolarmente per svolgere il loro mestiere. Vi era solo un'eventuale divisione del bottino finale.<ref name="ErodianoVI,5.3"/> Ci troviamo piuttosto di fronte ad un sistema simile a quello [[feudale]], dove per ogni campagna era necessario assemblare un esercito di volta in volta, composto da nobili a capo dei loro "clan", sottoposti poi sotto il comando di un principe della [[Sasanidi|casa reale]]. Non c'erano perciò ufficiali esperti d'armi che prestassero servizio in modo continuo e neppure un sistema di reclutamento durevole, poiché non vi erano unità militari permanenti, sebbene molti fossero i nobili a disposizione dell'esercito sasanide. Per questi motivi, spesso ingaggiavano [[mercenari|armate mercenarie]].<ref name="ErodianoVI,5.3">[[Erodiano]], ''Storia dell'impero dopo Marco Aurelio '', VI, 5.3.</ref> Usavano soprattutto l'arco ed il cavallo in guerra, diversamente dai Romani che prediligevano la [[fanteria (storia romana)|fanteria]], tanto che i Sasanidi si dice crescessero fin dall'infanzia, cavalcano e tirando con le frecce, vivendo costantemente per la guerra e la caccia.<ref name="ErodianoVI,5.4">[[Erodiano]], ''Storia dell'impero dopo Marco Aurelio '', VI, 5.4.</ref>
Vi è da aggiungere però che, a differenza dei [[Parti]] [[arsacidi di Partia|arsacidi]], cercarono di mantenere sotto le armi per più anni i loro contingenti, nel corso di importanti campagne militari, velocizzando il reclutamento delle loro armate, oltre a meglio assimilare le [[assedio (storia romana)|tecniche di assedio]] dei loro avversari romani, mai veramente apprese dai loro predecessori.<ref name="Southern231-232">Pat Southern, ''The Roman Empire: from Severus to Constantine'', pp. 231-232.</ref>
|