Rocket Lab: differenze tra le versioni
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== Storia ==
Rocket Lab è stata fondata nel giugno 2006 dal neozelandese Peter Beck, CEO e CTO dell'azienda. Mark Rocket, imprenditore e collega neozelandese, è stato l'investitore e il codirettore dal 2007 al 2011.<ref>{{Cita web|url=http://www.markrocket.com|titolo=Home|sito=Mark Rocket}}</ref> Rocket Lab affermò di essere diventata la prima compagnia privata nell'emisfero australe a raggiungere lo spazio dopo aver lanciato il suo razzo suborbitale Ātea-1 nel novembre 2009.<ref name="sfi20150502">{{Cita news|nome=Rae|cognome=Botsford End|url=http://www.spaceflightinsider.com/missions/commercial/rocket-lab-electron-rutherford-peter-beck-started-first-place/|titolo=Rocket Lab: the Electron, the Rutherford, and why Peter Beck started it in the first place|pubblicazione=Spaceflight Insider|data=2 maggio 2015|accesso=30 marzo 2019|dataarchivio=10 maggio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160510130157/http://www.spaceflightinsider.com/missions/commercial/rocket-lab-electron-rutherford-peter-beck-started-first-place/|urlmorto=sì}}</ref> Il payload non è stato recuperato, ma ciò non è stato ritenuto necessario. Il lancio è avvenuto al largo della costa della Nuova Zelanda, dall'isola privata di [[Michael Fay]], un banchiere e investitore della Nuova Zelanda.<ref name=":0" />
Un altro investitore iniziale di Rocket Lab fu Stephen Tindall, imprenditore neozelandese e investitore in start-up<ref name=":0">{{Cita news|lingua=en|autore=Grant Bradley|url=https://www.nzherald.co.nz/business/news/article.cfm?c_id=3&objectid=11715402|titolo=Peter Beck: The man with the one million-horsepower rocket|pubblicazione=NZ Herald|data=13 ottobre 2016|accesso=2 luglio 2018|issn=1170-0777}}</ref>.
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Intorno al 2013 la società ha spostato la sua registrazione dalla Nuova Zelanda negli Stati Uniti e ha aperto la sede centrale a Huntington Beach, in California. La mossa ha coinciso con la ricezione di finanziamenti da fonti americane ed è stata in parte dovuta all'aumento dei contratti da parte del governo USA.<ref name="nbr" />
Il finanziamento è stato ottenuto da Khosla Ventures nel 2013,<ref>{{Cita web|url=http://www.khoslaventures.com/portfolio/rocket-lab|titolo=Rocket Lab|editore=Khosla Ventures|accesso=14 maggio 2015|dataarchivio=18 maggio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150518083109/http://www.khoslaventures.com/portfolio/rocket-lab|urlmorto=sì}}</ref> Callaghan Innovation e Bessemer Venture Partners nel 2014.<ref name="pa20140730">{{Cita news|autore=Doug Messier|url=http://www.parabolicarc.com/2014/07/30/rocket-lab-funding-sources/|titolo=A Look at Rocket Lab Funding Sources|pubblicazione=Parabolic Arc|data=30 luglio 2014|accesso=31 luglio 2014|dataarchivio=21 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210521172157/http://www.parabolicarc.com/2014/07/30/rocket-lab-funding-sources/|urlmorto=sì}}</ref><ref name="bessemer">{{Cita web|url=https://www.bvp.com/portfolio/rocket-lab|titolo=Rocket Lab|editore=Bessemer Venture Partners|accesso=21 marzo 2017}}</ref> Nel 2015 [[Lockheed Martin|Lockheed Martin è]] diventato un investitore strategico<ref name="nbr20150303">{{Cita news|autore=Chris Keall|url=https://www.nbr.co.nz/rocket-man|titolo=Lockheed Martin invests in Auckland's Rocket Labs|pubblicazione=National Business Review|data=3 marzo 2015|accesso=23 novembre 2018|dataarchivio=21 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210521172158/https://www.nbr.co.nz/rocket-man|urlmorto=sì}}</ref> e nel marzo 2017 Rocket Lab ha annunciato di aver raccolto altri 75 milioni di dollari in un aumento di capitale guidato da Data Collective con la partecipazione di Promus Ventures e diversi investitori precedenti.<ref name="spnews20170321">{{Cita news|autore=Jeff Foust|url=http://spacenews.com/rocket-lab-raises-75-million-to-scale-up-launch-vehicle-production/|titolo=Rocket Lab raises $75 million to scale up launch vehicle production|pubblicazione=[[SpaceNews]]|data=21 marzo 2017|accesso=21 marzo 2017}}</ref> Nel novembre 2018, la società ha riferito di aver raccolto alti 140 milioni di dollari da Future Fund.<ref>{{Cita news|nome=Alan|cognome=Boyle|url=https://finance.yahoo.com/news/rocket-lab-reports-150m-fresh-002441921.html|titolo=Rocket Lab reports $140M in fresh funding, cementing space unicorn status|pubblicazione=[[Yahoo! Finanza]]|data=15 novembre 2018|accesso=16 novembre 2018}}</ref>
Nel maggio 2017, gli investimenti dell'agenzia Callaghan Innovation in Rocket Lab nel corso degli anni sono stati registrati per un totale di 15 milioni di dollari neozelandesi.<ref name="nbr" />
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Il motore Rutherford utilizza pompe che sono unicamente alimentate da generatori elettrici a batteria anziché da generatore di gas o [[Ciclo a espansione|espansore]] o [[Ciclo a combustione stadiata|prebruciatore]].<ref>{{Cita news|nome=Grant|cognome=Bradley|url=http://www.nzherald.co.nz/business/news/article.cfm?c_id=3&objectid=11432396|titolo=Rocket Lab unveils world's first battery rocket engine|pubblicazione=[[The New Zealand Herald]]|data=15 aprile 2015}}</ref> Il motore è anche fabbricato in gran parte tramite [[stampa 3D]]:<ref>{{Cita news|autore=Loren Grush|url=http://www.popsci.com/rocket-labs-got-3d-printed-battery-powered-rocket-engine|titolo=A 3D-Printed, Battery-Powered Rocket Engine|pubblicazione=[[Popular Science]]|data=15 aprile 2015}}</ref> strati di polvere metallica vengono fusi in un vuoto elevato da un fascio di elettroni piuttosto che da un laser.
A marzo 2016, il motore Rutherford del secondo stadio aveva completato i test statici.<ref name="sfi20160324">{{Cita news|nome=Rae|cognome=Botsford End|url=https://www.spaceflightinsider.com/missions/commercial/rocket-labs-unusual-rutherford-engine-qualified-for-flight/|titolo=Rocket Lab's Rutherford Engine Qualified for Flight|pubblicazione=Spaceflight Insider|data=24 marzo 2016|accesso=29 giugno 2019|dataarchivio=5 giugno 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190605083030/https://www.spaceflightinsider.com/missions/commercial/rocket-labs-unusual-rutherford-engine-qualified-for-flight/|urlmorto=sì}}</ref> Il primo volo di prova ha avuto luogo il 25 maggio 2017 alle 04:20 [[Tempo coordinato universale|UTC]] dalla penisola di Mahia nell'Isola del Nord della Nuova Zelanda.<ref name="sfnow20170525">{{Cita news|nome=Stephen|cognome=Clark|url=https://spaceflightnow.com/2017/05/25/maiden-flight-of-rocket-labs-small-satellite-launcher-reaches-space/|titolo=Maiden flight of Rocket Lab's small satellite launcher reaches space|pubblicazione=Spaceflight Now|data=25 maggio 2017|accesso=25 maggio 2017}}</ref> Dopo aver raggiunto un'altitudine di circa 224 km, il razzo si stava comportando nominalmente, ma i dati di telemetria andarono persi, quindi venne deciso di procedere con l'autodistruzione.<ref name="Flight1analysis">{{Cita web|url=https://www.rocketlabusa.com/latest/rocket-lab-completes-post-flight-analysis/|titolo=Rocket Lab Completes Post-Flight Analysis|editore=Rocket Lab|data=7 agosto 2017|accesso=7 agosto 2017}}</ref><ref name="spacenews20170807">{{Cita news|nome=Jeff|cognome=Foust|url=http://spacenews.com/telemetry-glitch-kept-first-electron-rocket-from-reaching-orbit/|titolo=Telemetry glitch kept first Electron rocket from reaching orbit|pubblicazione=SpaceNews|data=7 agosto 2017|accesso=9 agosto 2017}}</ref><ref name="latimes20170525">{{Cita news|nome=Samantha|cognome=Masunaga|url=http://www.latimes.com/business/la-fi-rocket-lab-test-20170524-story.html|titolo=Rocket Lab's Electron rocket reaches space, but not orbit, in first test flight|pubblicazione=Los Angeles Times|data=25 maggio 2017|accesso=26 maggio 2017}}</ref>
Il 21 gennaio 2018 alle 01:43 UTC, il loro secondo razzo su un volo chiamato "Still Testing" lanciato, raggiunse l'orbita e dispiegò tre [[CubeSat]] per i clienti Planet Labs e Spire Global.<ref name="nzh20180121">{{Cita news|autore=Holly Ryan|url=http://www.nzherald.co.nz/business/news/article.cfm?c_id=3&objectid=11979201|titolo=Blast off! Rocket Lab successfully reaches orbit|pubblicazione=[[The New Zealand Herald]]|data=21 gennaio 2018|accesso=21 gennaio 2018}}</ref> Il razzo trasportava anche un ulteriore [[carico utile]] satellitare chiamato ''[[Humanity Star]]'', una sfera geodetica in fibra di carbonio di un metro composta da 65 pannelli che riflettono la luce del sole.<ref name="tv20180124">{{Cita news|nome=Loren|cognome=Grush|autore=|url=https://www.theverge.com/2018/1/24/16926426/rocket-lab-humanity-star-secret-satellite-electron-test-launch|titolo=Rocket Lab secretly launched a disco ball satellite on its latest test flight|pubblicazione=[[The Verge (sito web)|The Verge]]|data=24 gennaio 2018|accesso=24 gennaio 2018}}</ref> ''Humanity Star è'' rientrata nell'atmosfera terrestre ed è bruciata a marzo 2018.<ref>{{Cita news|nome=Miriam|cognome=Kramer|url=https://mashable.com/2018/03/22/humanity-star-rocket-lab-reentry/|titolo=The Humanity Star satellite has fallen back to Earth after its short mission in space|pubblicazione=Mashable|data=22 marzo 2018|accesso=22 novembre 2018}}</ref> L'11 novembre 2018, il primo lancio commerciale (terzo lancio in totale) di Electron è avvenuto dalla penisola di Mahia con i satelliti per Spire Global, GeoOptics, un CubeSat costruito da studenti delle scuole superiori e un prototipo di dragsail.<ref name="nyt2018launch">{{Cita news|nome=Kenneth|cognome=Chang|url=https://www.nytimes.com/2018/11/10/science/rocket-lab-launch.html|titolo=Rocket Lab's Modest Launch Is Giant Leap for Small Rocket Business|pubblicazione=The New York Times|data=11 novembre 2018|accesso=11 novembre 2018}}</ref>
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