Il racconto scritto da [[Roald Dahl]] e intitolato ''Pelle'', apparso tra l'altro nell'antologia ''[[Storie impreviste]]'', tratta di un argomento simile: un uomo anziano, Drioli, ha sulla pelle della schiena un ritratto della moglie tatuato una notte di bevute dal pittore [[Chaïm Soutine]]. Dopo la morte dell'artista, la pelle del vecchio è ambita dai mercanti d'arte. Sembrerebbe, inoltre, che la storia di questo film sia stata ispirata da una notizia del [[19601969]], il cui contenuto proviene da una sentenza del [[Tribunale]] di Prima Istanza di [[Parigi]] il 3 giugno [[1969]].<ref>Dalloz, 1969, p. 137 (presentazione della nota giudiziaria). L'autore sostiene che i vari fatti hanno ispirato il film.</ref> Nella nota giudiziaria si afferma che un produttore cinematografico avrebbe stipulato un contratto con una ragazza, secondo cui quest'ultima doveva posare nuda nel film dopo che le fosse stato tatuato un'immagine su una natica. Il commentatore doveva poi annunciare al pubblico che detto tatuaggio sarebbe stato asportato e venduto al miglior offerente.<ref>La sentenza dispose la cancellazione della scena e il risarcimento danni alla ragazza, che aveva subito una interruzione totale di lavoro per diverse settimane, a causa dell'operazione chirurgica per la rimozione del [[tatuaggio]] stesso. Inoltre, il lembo di pelle doveva esserle restituito. La decisione applicava l'art. 1128 del codice civile: il divieto di stringere accordi che coinvolgano tutto o parte del corpo umano (''res extra commercium'') - principio di "inviolabilità del corpo umano".</ref>.