Commissione d'indagine per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico e del paesaggio: differenze tra le versioni

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Della Commissione facevano parte urbanisti come [[Giovanni Astengo]], giuristi come [[Feliciano Benvenuti]] e [[Massimo Severo Giannini]] e numerosi parlamentari, da [[Roberto Lucifredi]] a Carlo Levi sino allo stesso Franceschini. La Commissione contava complessivamente 16 membri, di cui 7 democristiani, tre comunisti, due socialisti, un liberale, un rappresentante, [[Carlo Levi]], del [[Gruppo misto]], un socialdemocratico e un missino.
 
Un disegno di legge del 1965, di cui fu primo firmatario il senatore [[Luigi Russo (politico 1904)|Luigi Russo]], propose di dilatare tempi di presentazione della relazione finale da parte della Commissione. Nel corso dei lavori era infatti emersa la necessità di formulare proposte concrete nel campo della tutela, in quello delle strutture., del personale e dei mezzi finanziari e i nove mesi di tempo stabiliti dalla legge istitutiva erano troppo limitati per chiudere un'analisi tanto estesa. Non era stato sufficiente, infatti, puntare a migliorare Ia legislazione esistente in materia e ad aumentare il personale. AI contrario si era puntato a una revisione complessiva dei fondamenti sui quali si basava la tutela del patrimonio nazionale, anche dal punto di vista concettuale, abbandonando progressivamente l'idea di tutela dei beni a favore del principio di sviluppo. La Commissione aveva compiuto un'analisi critica delle strutture amministrative, del personale, delle forme di reclutamento e delle carriere. Aveva studiato i rapporti fra i diversi organi ed enti di sorveglianza e le possibili forme di collaborazione tra di essi. Aveva inoltre riservato una specifica analisi ai procedimenti amministrativi, prendendo in esame l'intero corpus legislativo: leggi ordinarie e speciali, leggi regionali, espropri, indennizzi, ecc. Altre questioni rimanevano in sospeso, come ad esempio il tema degli indennizzi e la riforma della contabilità. Sebbene la fase di indagine potesse considerarsi conclusa, si apriva ora quella più delicata delle proposte, che coinvolgeva associazioni e gruppi di esperti. La proroga di quattro mesi era necessaria, secondo i proponenti, di fronte alla complessità delle questioni esaminate e venne accettata senza problemi. La Commissione terminò i lavori nel 1967 dopo essere stata prorogata con le leggi 26 luglio 1965 n. 974 e 31 marzo 1966, n. 199. Tra le sue LVII Dichiarazioni trova spazio per la prima volta la definizione di "[[centro storico]]", la cui tutela veniva affidata sia a misure di carattere preventivo sia ad altre di intervento periodico, da attuare attraverso i [[piani regolatori]].
 
== Sviluppi successivi ==