Caligola: differenze tra le versioni

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Nel [[33]] Caligola sposò [[Giunia Claudia]],<ref>{{cita|Garzetti 1974|pag. 73}}.</ref> figlia di [[Marco Giunio Silano (console 15)|Marco Giunio Silano]], un personaggio di spicco dell'aristocrazia romana.<ref>{{cita|Barrett 1998|pag. 32}}; {{cita|Ferrill 1996|pag. 86}}; {{cita|Syme 1989|pag. 195}}.</ref> Sempre in quell'anno [[Druso Cesare]], il secondogenito di Germanico, era morto dopo essere stato condannato al confino nel [[30]] con l'accusa di aver cospirato contro Tiberio.<ref name="Spinosa_213">{{cita|Spinosa 1991|pag. 213}}.</ref> Alla morte del fratello, Gaio lo sostituì prima come [[augure]], poi come [[Pontefice (storia romana)|pontefice]].<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XII}}; {{cita|Grant 2012|I, 3, 1}}.</ref>
 
Quando Tiberio, nel [[35]], depositò il proprio testamento, potendo scegliere fra tre possibili eredi, vi incluse il nipote [[Tiberio Gemello]], figlio di Druso minore, e il nipote Gaio, figlio di Germanico.<ref name="SvTi76">{{cita|Svetonio|''Tiberio'', LXXVI}}.</ref> Restò dunque escluso il fratello dello stesso Germanico, [[Claudio]], che era considerato del tutto inadatto al ruolo di ''princeps'', in quanto debole nel fisico e di dubbia sanità mentale.<ref name="Spinosa_213" /> Il favorito nella successione apparve da subito il giovane Gaio di venticinqueventitre anni, poiché Tiberio Gemello, peraltro sospettato di essere in realtà figlio di Seiano (per le relazioni adulterine con la moglie di Druso minore, [[Claudia Livilla]]<ref>{{cita|Svetonio|''Tiberio'', LXII}}; {{cita|Spinosa 1991|pag. 214}}.</ref>), aveva dieci anni di meno: due ragioni sufficienti per non lasciargli il [[Principato (storia romana)|Principato]].<ref name="Scarre35">{{cita|Scarre 1995|pag. 35}}.</ref> Alla fine del [[36]] la moglie di Gaio, Giunia, morì di parto,<ref>{{cita|Ferrill 1996|pag. 106}}; {{cita|Nony 1988|XIX, 172}}.</ref> ma Silano, il suocero di Caligola, mantenne per il genero un affetto profondamente filialepaterno.<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|IX, 65}}.</ref> Intanto, il [[prefetto del pretorio]] [[Quinto Nevio Cordo Sutorio Macrone|Macrone]] dimostrò da subito simpatia per Gaio, erede designato, guadagnandosene con ogni mezzo la fiducia,<ref>{{cita|Spinosa 1991|pag. 214}}.</ref> compreso il fatto di permettere che lo stesso avesse una relazione adulterina con sua moglie, [[Ennia Trasilla]].<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|IX, 65}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XII}}; {{cita|Tacito, ''Annales''|VI, 45}}; {{cita|Nony 1988|XIX, 175}}; {{cita|Sampoli 2003|XII, 192}}.</ref>
 
Il 16 marzo del [[37]] le condizioni di salute di Tiberio si aggravarono, tanto che Caligola scese in piazza già acclamato imperatore dal popolo.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|VI, 50}}; {{cita|Spinosa 1991|III, 216}}.</ref> Tiberio, però, poco dopo si riprese ancora una volta, suscitando scompiglio tra coloro che avevano anzitempo acclamato il nuovo imperatore; il prefetto Macrone, tuttavia, mantenendo la necessaria lucidità, ordinò che Tiberio fosse soffocato tra le coperte.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|VI, 50}}; {{cita|Sampoli 2003|XII, 192}}; {{cita|Spinosa 1991|III, 217}}.</ref> Il vecchio imperatore, debole e incapace di reagire, spirò all'età di settantasette anni.<ref name="Scarre35" /> Secondo Svetonio fu lo stesso Caligola a uccidere Tiberio somministrandogli un veleno<ref name="SvTi73">{{cita|Svetonio|''Tiberio'', LXXIII}}.</ref> oppure soffocandolo sul letto di morte.<ref name="SvCa12" /> Secondo i contemporanei di Tiberio, però, il Principe morì per cause naturali.<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|IV, 25}}; {{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIII, 6.9}}.</ref>