D'Isernia: differenze tra le versioni

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di argento al corvo posato di nero, col capo d'azzurro a tre stelle d'oro}}</ref>, arricchito con tre gigli sotto una [[trangla]] o fascia ridotta su cui è posato il Corvo (probabile concessione alla famiglia per i servizi resi alla Corona D'Angiò e, secondo alcune fonti, per l'appartenenza di alcuni figli di Andrea da Isernia alla famiglia della Corte Reale<ref name=":102">{{Cita libro|titolo=Atti dell'Accademia di scienze morali e politiche - Volume 21 anno 1887- Pagina 90, 91, 92}}</ref><ref name=":122">{{Cita libro|titolo=Biografie e Ritratti degli Uomini Illustri della Provincia di Molise (volume primo), opera compilata dall'avvocato Pasquale Albino. Anno 1864. Pagine 16 e 17.}}</ref><ref name=":82">{{Cita libro|titolo=Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644, vol. 4, 1644, p. 388.}}</ref>): lo stemma risulta troncato da una trangla o fascia ridotta (incurvata a mo' di monte o colle) passante sulla partizione: nel primo al corvo sulla partizione, accompagnato in capo da tre stelle (6 punte); nel secondo a tre gigli ordinati.<ref>{{Cita news|autore=Scalpellino sconosciuto|titolo=Blasone della famiglia Corvo di Napoli sul portale del civico 228, via Duomo, Napoli, Italia|pubblicazione=Documento lapideo in situ (documento d'archeologia e architettura)|data=Probabile rifacimento facciata XIX (1800) secolo, su commissione di Francesco Corvo e famiglia}}</ref>
 
Così tra i discendenti del famoso giurista Andrea d'Isernia, alcuni rami della famiglia mantennero il cognome che faceva riferimento al Sannio con le sue varianti Isernia (d'), Sernia, Sernio, Sergni<ref name=":19" /><ref name=":20" /><ref name=":14" /><ref name=":15" />, mentre altri ripresero l'antico cognome già esistente dai tempi della Roma antica (Corvo è il cognome preso per l'avvenimento che [[Tito Livio]] narra tra le guerre del Sannio<ref name=":18" /><ref name="JJ" />). Quindi andando avanti nel tempo alcuni discendenti usarnousarono un cognome e altri l'altro. Così, come ricordano ''Carlo de Lellis''<ref name=":2" /> e poi ''Crollalanza<ref name=":5" />'', le due famiglie erano dallo stesso sangue. Ma come raccomanda il ''Ciarlanti'', il Grande Andrea d'Isernia detto il vecchio non è da confondere con Andrea d'Isernia della famiglia Rampini.<ref name=":6" /><ref>{{Cita web|url=http://web.tiscali.it/aboutsesto/was_pages/was_story.html|titolo=La storia di Sesto...
Sesto attraverso i secoli|citazione=Nella prima metà del XIV secolo (1325) il possedimento dei due feudi passò in mano ai conti Andrea e Nicola Rampini, famiglia nobilissima, originaria d'Isernia, che molti scrittori erroneamente hanno confuso con quella di Andrea d'Isernia, l'eminente feudista. I potenti signori di Isernia mantennero i loro possedimenti di Sesto per pochissimo tempo, infatti li alienarono nella seconda metà del XIV secolo (pare il 1357). A succederli, nel loro dominio di Sesto e del Feudo di pentime, furono i signori Della Ratta.}}</ref>