D'Isernia: differenze tra le versioni
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Di Deputazione di storia patria per l'Umbria · 1986}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Ottocento e oltre, scritti in onore di Raoul Meloncelli, 1993}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Tuscania e i suoi monumenti opera (postuma) dell'avv Di Secondiano Campanari · 1856 (vedere le voci "de Corvis")}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Nuova rivista musicale italiana
Volume 28, Numeri 3-4
1994}}</ref>, e ci suggerisce il motivo per il quale la stessa famiglia, anche detta d'Isernia, era esperta di [[Liber legis Langobardorum|Lex Longobarda]]<ref name=":13" /><ref name=":17" />. Quindi il cognome ''d'Isernia'' potrebbe indicare un luogo di avita memoria, cioè il Sannio, dove Marco Valerio Corvo avrebbe detto "''Corvo Adjuvante Vici''" (in italiano: ho vinto con l'aiuto del Corvo).<ref name=":18" /><ref name="Angius" /><ref name="a" /><ref name="Magda" /><ref>{{Cita libro|autore=Tyas, Robert, 1811-1879|titolo=Flowers and heraldry|anno=1851|editore=London, Houlston & Stoneman}}</ref>
== Origini della famiglia ==
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<small>Citazione tratta da: "''Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis''", Parte Terza, pagina 116, Napoli 1671. Va notato che questa citazione si basa sulla prefazione ''alle Consuetud. Di Napoli'' di Camillo Salerno, così come riportato sulle note laterali del testo di C. De Lellis.</small></blockquote>Sempre secondo Camillo Salerno, esisteva una casa di Andrea d'Isernia, presso la ''Chiesa di Santa Maria Annunziata'' di Isernia, dove si poteva osservare l'[[Arma (araldica)|arma]] o stemma della famiglia Rampinis era un compasso disteso ai lati del quale e di sopra erano compartite tre rose<ref name=":2" />.
Sia la famiglia Corvo che Isernia, secondo Camillo Salerno, erano originate dalla famiglia Rampini<ref name=":3" />. Inoltre de Lellis ci dà informazioni riguardo l'origine della famiglia Corvo di [[Napoli]] assimilandola sia a quella si [[Sulmona]] che a quella cognominata D'Isernia<ref name=":2" /><ref name=":4" /><ref name=":5" />.<blockquote>''Con l'occasione della '''Famiglia d'Isernia''', havendo trattato della '''famiglia Corbo'''''<ref>Il cognome Corvo è talvolta indicato come Corbo o Corbis. La variazione tra b e v potrebbe essere dovuta alla dominazione aragonese e/o spagnola: la lettera b e v suonano molto simili nella lingua spagnola. Nelle "''Memorie Storiche Degli Uomini Illustri Della Città Di Solmona''", (di Ignazio Di Pietro, anno 1806, Stamperia Grossiana) si riportano entrambe le forme del cognome. [https://books.google.it/books?id=RZvHHmerV_wC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q=corvo&f=false Vedi pagina pagina 102] Esistono alcune famiglie cognominate Corbo che non c'entrano niente con i Corvo/Corvi: alcuni cognomi sono formalmente uguali ma hanno derivazione diversa: alcuni cognomi Corbo derivano dal soprannome di mestieri legati al termine ''corba,'' "cesta o canestro".
di argento al corvo posato di nero, col capo d'azzurro a tre stelle d'oro}}</ref>, arricchito con tre gigli sotto una [[trangla]] o fascia ridotta su cui è posato il Corvo (probabile concessione alla famiglia per i servizi resi alla Corona D'Angiò e, secondo alcune fonti, per l'appartenenza di alcuni figli di Andrea da Isernia alla famiglia della Corte Reale<ref name=":102">{{Cita libro|titolo=Atti dell'Accademia di scienze morali e politiche - Volume 21 anno 1887- Pagina 90, 91, 92}}</ref><ref name=":122">{{Cita libro|titolo=Biografie e Ritratti degli Uomini Illustri della Provincia di Molise (volume primo), opera compilata dall'avvocato Pasquale Albino. Anno 1864. Pagine 16 e 17.}}</ref><ref name=":82">{{Cita libro|titolo=Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644, vol. 4, 1644, p. 388.}}</ref>): lo stemma risulta troncato da una trangla o fascia ridotta (incurvata a mo' di monte o colle) passante sulla partizione: nel primo al corvo sulla partizione, accompagnato in capo da tre stelle (6 punte); nel secondo a tre gigli ordinati.<ref>{{Cita news|autore=Scalpellino sconosciuto|titolo=Blasone della famiglia Corvo di Napoli sul portale del civico 228, via Duomo, Napoli, Italia|pubblicazione=Documento lapideo in situ (documento d'archeologia e architettura)|data=Probabile rifacimento facciata XIX (1800) secolo, su commissione di Francesco Corvo e famiglia}}</ref> Quindi lo stemma risulta molto simile, eccetto per i tre scudetti scambiati con tre gigli, a quello della famiglia ''Cornacchia'' originaria di [[Soragna]] nel parmense. Si tratterebbe quindi di una delle [[Signoria cittadina|Signorie cittadine]] più rilevanti in Italia sotto il nome di [[Meli Lupi di Soragna]] o più semplicemente ''Lupo'', come appunto si faceva chiamare il marchese Luigi Lupo Meli Lupi (cognome che si accompagna in molti documenti di individui di cognome Corvo di Napoli, ossia la famiglia D'Isernia e Corvo). Secondo il genealogista secentesco Ippolito Calandrini, la famiglia discende da Sisulfo o Gisulfo, figlio del longobardo [[Lupo del Friuli]], a sua volta discendente di [[Lupo di Troyes|San Lupo da Troyes]] <ref>{{Cita libro|autore=Ippolito Calandrini|titolo=Il publio Svezzese, ovvero, Historia Dell'Antichissima e Nobilissima Famiglia degli Illustrissimi Signori de' Lupis Marchesi di Soragna e vita Del Glorioso S. Lupo Vescovo e confessore|url=https://books.google.it/books?id=hMoV860VdJEC&pg=PA44&d#v=onepage&q&f=false|edizione=Parma|annooriginale=1653}}</ref>. La casata dette numerosi esponenti politici e [[Podestà (medioevo)|podestà]] a vari comuni dell'Italia settentrionale e centrale, fu esiliata da [[Parma]] e dal feudo di Soragna a causa delle annessioni dei [[Visconti]] [[duchi di Milano]] nel XIV secolo. I Lupi si rifugiarono, insieme con i [[Rossi di San Secondo]], dei quali erano parentati, presso i [[da Camino]] signori di [[Padova]] e altri luoghi.
Così tra i discendenti del famoso giurista Andrea d'Isernia, alcuni rami della famiglia mantennero il cognome che faceva riferimento al Sannio con le sue varianti Isernia (d'), Sernia, Sernio, Sergni<ref name=":19" /><ref name=":20" /><ref name=":14" /><ref name=":15" />, mentre altri ripresero l'antico cognome già esistente dai tempi della Roma antica (Corvo è il cognome preso per l'avvenimento che [[Tito Livio]] narra tra le guerre del Sannio<ref name=":18" /><ref name="JJ" />). Quindi andando avanti nel tempo alcuni discendenti usarono un cognome e altri l'altro. Così, come ricordano ''Carlo de Lellis''<ref name=":2" /> e poi ''Crollalanza<ref name=":5" />'', le due famiglie erano dallo stesso sangue. Ma come raccomanda il ''Ciarlanti'', il Grande Andrea d'Isernia detto il vecchio non è da confondere con Andrea d'Isernia della famiglia Rampini.<ref name=":6" /><ref>{{Cita web|url=http://web.tiscali.it/aboutsesto/was_pages/was_story.html|titolo=La storia di Sesto...
Sesto attraverso i secoli|citazione=Nella prima metà del XIV secolo (1325) il possedimento dei due feudi passò in mano ai conti Andrea e Nicola Rampini, famiglia nobilissima, originaria d'Isernia, che molti scrittori erroneamente hanno confuso con quella di Andrea d'Isernia, l'eminente feudista. I potenti signori di Isernia mantennero i loro possedimenti di Sesto per pochissimo tempo, infatti li alienarono nella seconda metà del XIV secolo (pare il 1357). A succederli, nel loro dominio di Sesto e del Feudo di pentime, furono i signori Della Ratta.}}</ref>
== Componenti noti del casato ==
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* Filippo d'Isernia, probabile secondogenito di Andrea d'Isernia il vecchio secondo il Ciarlanti.<ref name=":10" /> Fu famoso legistlatore e professore della cattedra di Diritto Civile della Regia Università di Napoli; nel 1308 fu nominato Regio Consigliere da Re Roberto; diventò Avoocato del Regio Fisco nel 1320 e Avvocato dei Poveri nel 1321. Ebbe come ricompensa terre e feudi per i provvedimenti igienici ed annonari adottati nella città di Bojano dopo il terremoto del 1308.<ref name=":12">{{Cita libro|titolo=Biografie e Ritratti degli Uomini Illustri della Provincia di Molise (volume primo), opera compilata dall'avvocato Pasquale Albino. Anno 1864. Pagine 16 e 17.|url=https://www.google.it/books/edition/Biografie_e_ritratti_degli_uomini_illust/FXsZAAAAYAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=biografie+e+Ritratti+degli+Uomini+Illustri+della+Provincia+di+Molise+(volume+primo),+opera+compilata+dall%27avvocato+Pasquale+Albino.+Anno+1864.+Pagine+16+e+17&printsec=frontcover}}</ref>
* Matteo d'Isernia, probabile terzogenito di Andrea d'Isernia il vecchio secondo il Ciarlanti.<ref name=":10" /> Chiamato anche Fra Matteo, fu Cavaliere dell'[[Cavalieri templari|Ordine dei Templari]] (di cui era precettore a [[Capua (città antica)|Capua]]) come Priore nell'Orfine degli Ospedalensi (grado immediatamente successivo a quello di Gran Maestro).<ref name=":12" />
* Nicola d'Isernia, figlio di Andrea d'Isernia il vecchio. Era un [[Abate]] (secondo un diploma del 9 settembre 1328).<ref name=":10" /> Nel 1330 risulta essere Arciprete (Abate) della Chiesa Cattedrale d'Isernia (dopo la morte del Vescovo Pietro, succedette Vescovo Corrado Rampino e Nicola andò a Roma).<ref name=":
* Cicco d'Isernia, probabile quintogenito di Andrea d'Isernia il vecchio secondo il Ciarlanti.<ref name=":10" /> Era familiare della Regia Corte e nel 1343 fu mandato come Ambasciatore presso il Papa.<ref name=":12" />
* Tommaso d'Isernia, figlio di Andrea d'Isernia il vecchio e appartenente alla famiglia reale di Re [[Roberto d'Angiò|Roberto]] (dal 1318). Era feudatario in [[Terra di Lavoro]].<ref name=":10" /><ref name=":12" />
* Landolfo d'Isernia, figlio di Andrea d'Insernia il vecchio e marito di Adelina di Pietra Valda. Fu milite (il 20 luglio 1325 risultava già morto).<ref name=":10" /> Fu Consigliere di [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] e suo marito [[Luigi di Taranto|Luigi]] (o Ludovico); ebbe in dono il castello di [[Macchia d'Isernia|Macchia]] (vicino Isernia).<ref name=":12" />
* Letizia, figlia di Andrea d'Isernia il vecchio. Fu moglie del milite Francesco di Montagano, al quale portò in dote 200 once, il castello e il casale di [[Pescolanciano]] nel contado di [[Molise]].<ref name=":10" />
* Giovanna, figlia di Andrea d'Isernia il vecchio. Fu moglie di Pietro Cornai (o Roberto Cornay) Signore di Fuoroli, cioè Fòrli del Sannio (oppure ''Foruli''<ref name="ReferenceA">{{Cita libro|autore=Leandro Alberti|titolo=Descrittione di tutta Italia, nella quale si contiene il sito di essa, l'origine et le Signorie delle Città et delle Castella|annooriginale=1550|città=Bologna}}</ref> ''Forolo''<ref name="books.google.it">{{Cita libro|nome=Scipione|cognome=Mazzella|titolo=Descrittione del regno di Napoli: nella quale s'hapiena contezza, così del sito d'esso, de'nomi delle prouintie antiche, e moderne, de' costumi de' popoli, delle qualità de 'paesi, e de gli huomini famosi che l'hanno illustrato…|url=https://books.google.it/books?id=arbXlCApM_YC&redir_esc=y|accesso=
=== Nipoti e successivi discendenti del Grande Andrea d'Isernia ===
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==== Probabili parenti del Grande Andrea d'Isernia ====
* Nicola d'Isernia (primogenito di un Andrea d'Isernia<ref name=":7" /> oppure Alferio d’Isernia<ref name=":25">{{Cita web|url=https://www.francovalente.it/2013/06/18/iuniperata-castello-petroso-e-il-presbitero-carolingio-leone/|titolo=Franco Valente - Castelli del Molise - Iuniperata, Castello Petroso e il presbitero carolingio Leone}}</ref>), succedette al dominio dei castelli e feudi del padre (come da registri del 1333, 1343) e fu anche ornato di uffici pubblici.
* Ruggieri d'Isernia o Ruggero (figlio di un Andrea d'Isernia<ref name=":7" /> oppure Alferio d’Isernia<ref name=":25" />), marito di Maria di Cornai (sorella di Pietro di Cornai, quest'ultimo sposato con Giovanna d'Isernia).<ref name=":
* Bernardo d'Isernia (figlio di un Andrea d'Isernia<ref name=":7">Non è noto se sia figlio di Andrea d'Isernia di Roberto oppure se sia il figlio di Andrea d'Isernia di Landolfo, ne tantomeno se si tratti del figlio di Andrea d'Isernia il vecchio. Sappiamo solo che era figlio di uno dei tanti Andrea d'Isernia. Per un errore di trascrizione potrebbe essere anche figlio di Alferio d'Isernia (oppure Alferio d'Isernia era uno pseudonimo di Andrea).</ref> oppure Alferio d’Isernia<ref name=":25" />), consigliere della regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] (e suo familiare). Fu mandato in Sicilia come Ambasciatore in compagnia di Landolfo Caracciolo Arcivescovo di Amalfi e Alessandro Brancaccio (pace del 1347).<ref name=":
* Catarina d'Isernia (probabile figlia di Ruggeri d'Isernia), sorella di Bella d'Isernia e moglie di Guglielmo di Roccafoglia (barone di Rocca, anno 1391).<ref name=":8" /><ref name=":32" />
* Bella d'Isernia (probabile figlia di Ruggeri d'Isernia), sorella di Caterina d'Isernia e moglie di Giovanni Roccafoglia (barone di Rocca, anno 1391).<ref name=":8" /><ref name=":32" />
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== Feudi noti del casato ==
Il casato ''D'Isernia e Corvo'', secondo ''Carlo De Lellis''<ref name=":2" /> e ''Giovanni Di Crollalanza''<ref name=":
Alcuni dei feudi noti del casato D'Isernia sono stati i seguenti: [[Agnone]] (1324 - ?), [[Castellino del Biferno]], [[Castello di Croce]]<ref name=":22">{{Cita web|url=http://www.borghidellalettura.it/info.php?id=229&tit=LA-STORIA|titolo=Borghi Della Lettura - LA STORIA}}</ref>, [[Castelpetroso]], [[Castelpizzuto]], [[Castiglione a Casauria|Castiglione]], [[Civitanova del Sannio]], [[Forlì del Sannio|Fòrli del Sannio]], [[Frosolone]], [[Longano]]<ref name=":21">{{Cita web|url=http://www.morronedelsannio.com/feudatari.htm|titolo=La storia di Morrone del Sannio - I Feudatari di Morrone}}</ref>, [[Macchia d'Isernia]], [[Miranda (Italia)|Miranda]], [[Montaquila]], [[Morrone del Sannio|Morrone nel Sannio]], [[Pescolanciano]], [[Pizzone]] (1295), [[Sessano del Molise|Sessano]] (1295 - 1320 ca.).<ref name=":23">{{Cita web|url=https://www.casadalena.it/Molise.htm|titolo=Elenco delle famiglie Nobili del Molise e stemmario illustrato da Michele Tota di Altamura}}</ref>
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=== Castelpetroso ===
''G.B. Masciotta'' annota che il re [[Carlo I d'Angiò]] diede in feudo Castelpetroso a Giovanni D'Angelo (o Giovanni d’Alneto), Vice Giustiziere del regno. Successivamente [[Carlo II di Napoli|Carlo II d'Angiò]] (morto nel 1309) lo assegnò al famoso giurista Andrea D'Isernia (morto nel 1316).<ref name=":26">{{Cita libro|titolo=G. B. MASCIOTTA, Il Molise dalle origini ai nostri giorni, Vol. III, Cava dei Tirreni 1953}}</ref><ref name=":27">{{Cita web|url=https://www.lafontedellastore.it/p_itinerari.html|titolo=ITINERARI - Tabula peutingeriana}}</ref>
Altre fonti ci precisano che la famiglia D’Alferio, discendenti di Alferio d’Isernia, comprarono il feudo di Castelpetroso nel 1319 da Burlesca Roccafoglia (la moglie di Andrea d'Isernia il vecchio), detenendolo fino alla metà del [[XV secolo]].<ref name=":26" /><ref>{{Cita web|url=http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera%20di%20Arte/629|titolo=Venafro, Cattedrale, Affresco dell'absidiola sinistra}}</ref
L'ultima famiglia feudale di Castelpetroso è stata quella dei "''De Rossi''" anche detti "''Rubens''" o "''De Rubens''" fin dal periodo longobardo. L'unica testimonianza del passaggio dei De Rossi è lo stemma scolpito, con un leone rampante, sul portale del castello, che fu abbandonato perché la famiglia marchesale si ritirò a Napoli. Riguardo questa famiglia De Rossi, entrando nel Duomo di Caserta, c'è il sepolcro del Vescovo Nicola De Rossi, Marchese di Castelpetroso.<ref name=":26" /><ref name=":27" />
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=== Fòrli del Sannio ===
Anticamente era detta ''Foruli''<ref
=== Frosolone ===
Alcuni resti di mura [[Lingua osca|osche]] in contrada Civitella suggeriscono che Frosolone era antica e abitata dalle popolazioni [[
Se Frosolone è la “Fresilia” conquistata da [[Marco Valerio Massimo Corvino|Marco Valerio Massimo]] nell’anno 304 a.C. con l'aiuto di un corvo sceso dal cielo, e la famiglia di Andrea d'Isernia era tra i discendenti e coloni rimasti sul territorio da quei tempi antichi, allora capiamo perché si fosse cognominata D'Isernia.
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Secondo alcune fonti, il castello di Macchia fu donato a Landolfo d'Isernia (che risultava già morto il 20 luglio 1325) e fu marito di Adelina di Pietra Valda.<ref name=":10" /><ref name=":12" />
Altre fonti ci dicono che nel 1343 [[Roberto d'Angiò]] assegnò Macchia ad Andrea D'Isernia, figlio di Landolfo ultimogenito del Grande Andrea d'Isernia il vecchio. Successivamente, alla morte di Andrea d'Isernia (figlio di Landolfo) il paese passò alla famiglia Sabran di [[Agnone]].<ref>{{Cita web|url=https://www.visitmolise.eu/scheda-localita/-/d/dms/1490133/macchia-d-isernia|titolo=MACCHIA D'ISERNIA}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.borghidellalettura.it/info.php?id=88&tit=LA-STORIA|titolo=Borghi della Lettura - La Storia}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.prolocomaccla.it/our-story/|titolo=Macchia d’Isernia - Storia, Territorio ed Eventi - CENNI STORICI}}</ref> Secondo altri autori Roberto d’Angiò nel 1343 assegnò Macchia alla propria consorte Sancia la quale ne fu titolare fino al 1345, anno della sua morte. Poi, nel 1348, la regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] assegnò il feudo ad Andrea d’Isernia, figlio di Landolfo.<ref>{{Cita web|url=https://www.ugodugo.it/macchia-d-isernia-is|titolo=Macchia d'Isernia - Origine e Storia}}</ref>
=== Miranda ===
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[[Montaquila]] ebbe uno sviluppo consistente in epoca [[Angioini|angioina]] per la necessità di dare sicurezza all’alta valle del [[Volturno]]. Il 26 maggio 1305 Andrea d’Isernia, titolare di un sesto del feudo di Montaquila, acquistò gli altri cinque sesti da Giovanni Caracciolo e fratelli e da Ugo di Roccafoglia e fratelli.<ref>{{Cita web|url=https://www.francovalente.it/2007/10/05/montaquila-2/|titolo=Montaquila . Il centro antico}}</ref><ref name=":28">{{Cita web|url=https://www.ugodugo.it/montaquila-is|titolo=MONTEQUILA (IS)}}</ref>
Il figlio Landolfo d'Isernia, ultimogenito di Andrea d'iIsernia il vecchio, ne fu titolare dal 1316 al 1325, anno in cui mori.<ref name=":29">{{Cita libro|titolo=G.B. MASCIOTTA, Il Molise dalle origini ai nostri giorni, Vol. III, Cava de Tirreni 1953, pp. 357-358}}</ref> I discendenti di Landolfo, secondo G.B. Masciotta, per distinguersi dal ramo diretto e da quelli collaterali a metà del [[XIV secolo]] avrebbero assunto il cognome Montaquila.<ref name=":29" /> Il feudo di Montaquila passo dai d’Isernia ai Montaquila, che appunto potrebbero essere i discendenti di Landolfo d'Isernia.<ref name=":28" /> Col cognome di Montequila vi furono: Goffredo, Troiano e Gaspare (ultimo della dinastia Montequila). Montaquila, prima del 1523, fu messa all’asta e aggiudicata da Cesare Carlino.<ref name=":28" />
=== Morrone nel Sannio ===
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=== Pescolanciano ===
Nel 1274 Pescolanciano è feudo di Tommaso Carafa, il quale diede in donazione i frutti di questa terra al Monastero di [[San Gregorio Armeno]] a [[Napoli]]. Dai Carafa la signoria passò ad Andrea d’Isernia, che lo diede in dote alla figlia Letizia in occasione delle nozze con Francesco Montagano. Dopo la metà del [[XIV secolo]] tornò la famiglia Carafa fino alla metà del [[XVI secolo]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ugodugo.it/pescolanciano-is|titolo=PESCOLANCIANO (IS)}}</ref>
Secondo altri autori i diritti sul feudo passarono dai [[D'Evoli|d’Evoli]] di Castropignano (o d'Eboli), alla famiglia di [[Andrea da Isernia|Andrea d’Isernia]], ai Carafa, agli Spinelli di Venafro e di nuovo i d’Evoli fino alla fine del XVI secolo.<ref>{{Cita web|url=http://www.iserniaturismo.it/modules/soapbox/article.php?articleID=52|titolo=Pescolanciano - EVOLUZIONE STORICA}}</ref>
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