Viktor Janukovyč: differenze tra le versioni

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Euromaidan: Euromaidan: Ho modificato la sezione sui cecchini durante le manifestazioni del 20/02 perché la fonte citata (un articolo della BBC) lascerebbe supporre l'esatto contrario di quello che c'era scritto precedentemente. Ho poi tolto la parte in cui viene definita l'infermiera ferita "nazista" perché l'articolo citato non è attendibile (è di parte e non cita praticamente nessuna fonte) e questa notizia non è riportata da nessuna altra parte online (neanche in testate italiane).
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A febbraio le rivolte diventarono sempre più sanguinose senza riuscire a trovare una mediazione tra il Presidente ed opposizioni. Forti cominciarono a essere le minacce da parte di [[ONU]], [[Unione europea]] e [[Stati Uniti d'America]] di dure sanzioni contro il Presidente, ritenuto responsabile delle violenze di piazza e della feroce repressione che continuava a godere ormai soltanto dell'appoggio dell'alleata Russia, che parlava di indebite pressioni straniere e tentativi di golpe. Il 18 febbraio le violenze dilagarono sanguinose con 28 morti, tra cui 7 poliziotti, e 335 feriti.
 
Il 20 febbraio fu il giorno più sanguinoso della protesta: venne posto in essere un vero e proprio assalto ai palazzi del potere e i manifestanti marciarono verso il Palazzo del Governo e del Parlamento. Si verificarono scontri armati tra dimostranti e polizia,; alcuni moltimanifestanti agentisarebbero vennerostati bersagliati dal fuoco di cecchini rimasti ignoti<ref>{{cita web|url=https://www.bbc.com/news/world-europe-26866069|titolo=Ukraine crisis: What we know about the Kiev snipers|lingua=en|accesso=27 luglio 2022}}</ref>. A terra rimasero decine di persone uccise e centinaia di feriti. Simbolo del massacro resta il gesto di una giovane infermiera ucraina Olesja Žukovskaja che ferita gravemente<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/21/ucraina-fonti-ospedaliere-al-fatto-it-linfermiera-ferita-della-croce-rossa-e-viva/889188/ Ucraina, ospedale al Fatto.it: "Infermiera fuori pericolo". E lei twitta: "Sono viva" - Il Fatto Quotidiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> da un proiettile, twittò nello stesso momento «Я вмираю» ["Muoio"]<ref>{{Cita web|url=https://twitter.com/olesyazhukovska/status/436436294483591168|titolo=https://twitter.com/olesyazhukovska/status/436436294483591168|sito=Twitter|lingua=it|accesso=2022-04-09}}</ref>. La giovane infermiera, militante di un partito di estrema destra molto attivo negli scontri armati,<ref>{{Cita web|url=http://ilmanifesto.info/ucraina-linfermiera-e-viva-ed-e-nazista/|titolo=il manifesto|sito=ilmanifesto.info|accesso=2016-03-14}}</ref> è poi sopravvissuta. Dopo questo bagno di sangue, Janukovyč e i capi dell'opposizione arrivarono a un accordo che prevedeva elezioni anticipate e Governo di Unità Nazionale, nonché ritorno alla Costituzione del 2004, con sensibile limitazione dei poteri presidenziali. La condanna delle violenze da parte del Parlamento fu unanime.
 
Il 22 febbraio si ebbe l'epilogo della protesta [[Euromaidan]]: i manifestanti chiesero le dimissioni di Janukovyč che, ormai circondato, fuggì dalla capitale Kiev facendo perdere le sue tracce, forse per rifugiarsi al confine ucraino orientale in una città russofona o forse all'estero proprio nella stessa Russia, mentre il Palazzo presidenziale fu assaltato dai manifestanti. Con lui scapparono anche il Presidente del Parlamento ucraino [[Vladimir Rybak]] e il Ministro dell'Interno [[Vitalij Zacharčenko]], che lasciarono i loro incarichi. In sostituzione, il Parlamento nominò [[Oleksandr Turčynov]], ex capo dei servizi segreti e braccio destro dell'ex premier Tymošenko, come Presidente del Parlamento e Premier "ad interim". Intanto, dopo le voci di possibili dimissioni di Janukovyč, egli apparve in TV dichiarando che nel Paese era in atto un colpo di Stato con metodi nazisti, affermando di restare al suo posto. Diversi reparti della polizia si schierarono con i manifestanti. Intanto il Parlamento votò la richiesta di ''impeachment'' presentata dalle opposizioni al Presidente Janukovyč; essa venne approvata con 328 sì, 0 no e 6 astenuti su 334 presenti sul ''plenum'' di 445 (il Partito delle Regioni del Presidente Janukovyč, ormai esautorato, non partecipò al voto con i suoi 135 deputati rimanendo partito di maggioranza, poiché 70 esponenti su 204 erano passati all'opposizione ed altri fuggiti dal Paese) e dichiarò l'immediata decadenza di Janukovyč dalla carica presidenziale, che a sua volta denunciò la propria destituzione come un [[colpo di Stato]].