Bernabò Visconti: differenze tra le versioni
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In quegli anni Bologna era governata da [[Giovanni Visconti da Oleggio]] in qualità di luogotenente generale. Egli aveva ricevuto in feudo da [[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Giovanni Visconti]] la [[valle di Blenio]] che si trovava al confine ma separata dal contado di Como. Quando Giovanni morì, Galeazzo II ereditò quel contado ma si impadronì pure di quella valle adducendo che ne faceva parte. L'Oleggio si lamentò con Bernabò con cui era in buoni rapporti ma questi non gli diede ascolto. Prima di morire Matteo II aveva inviato a Bologna, suo feudo, Galassio dei Pii per affiancare l'Oleggio nel governo della città. Aveva inoltre inviato un giudice per controllare la famiglia dell'Oleggio che però temeva di parlare per cui ricorse ad una cassa in cui raccoglieva tutte le lamentele contro il governatore che furono tantissime. Quando Matteo ne fu informato dimezzò la guarnigione della città, diminuì i salari e riformò gli uffici, richiamando a Milano alcune importanti funzionari pubblici della città. Tutto questo spinse l'Oleggio a ribellarsi e impadronirsi di Bologna. Per prima cosa decise di prendere possesso del castello controllato dal milanese Guidetto da Meroso, uomo inesperto dell'arte bellica.
Per tale fine fece arrestare il figlio secondogenito, un mercante di grano che si era presentato al suo cospetto per ricevere la paga, poi lo fece condurre davanti al castello dove montò un patibolo minacciando di impiccarlo. Guidetto e la sua famiglia decisero di arrendersi e il 18 aprile 1355 Bologna cadde nelle mani dell'Oleggio.<ref>{{Cita|G. Giulini, ''op. cit.''|vol. V, pp. 405-407}}.</ref> Nell'autunno del 1355 il marchese [[Giovanni II del Monferrato]] era riuscito ad impossessarsi rapidamente di [[Cherasco]], [[Alba (
=== Morte di Matteo II Visconti ===
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Alla fine di agosto un piccolo esercito composto da 500 arcieri a cavallo al comando di [[Luchino Dal Verme]] si diresse a [[Governolo]] dove si impossessò del ponte sul Po grazie al tradimento di un sacerdote e ne fece costruire uno sul [[Mincio]]. Poco dopo attaccò il ponte di [[Borgoforte (Borgo Virgilio)|Borgoforte]] di cui fece fortificare una della estremità dato che l'altra era difesa da una piccola fortezza che riuscì a resistere agli assalti. Presto la lega anti-viscontea riuscì ad inviare un esercito che riprese il controllo di entrambi i ponti. Approfittando della vittoria, i bolognesi e i mantovani inviarono milizie nel milanese che, congiungendosi con quelle del [[Monferrato]] saccheggiarono il milanese, il lodigiano, il cremonese e il mantovano minacciando [[Cassano d'Adda|Cassano]] mentre Ugolino Gonzaga assediò prima [[Novara]], che essendo pressoché indifesa fece dedizione, poi [[Vercelli]]. Sul fronte orientale nel frattempo Bernabò era tornato ad attaccare i mantovani a Borgoforte e Governolo con un esercito al comando di [[Giovanni Bizzozero]] mettendoli alle strette.
Nel marzo del 1358 questi abbandonò l'assedio di Mantova ma fu sconfitto il 25 del mese a [[Montichiari]] dal [[Conte Lando]] e da [[Ugolino Gonzaga]], fatto prigioniero e impiccato.<ref>{{Cita|B. Corio, ''op. cit.''|vol. II, pp. 200-201}}.</ref> Il 6 aprile si aprì a [[Milano]] una conferenza per la pace che si chiuse l'8 giugno: i Visconti si allearono con le signorie di [[Mantova]], [[Ferrara]] e [[Padova]], le città di [[Novara]] e [[Alba (
==== L'assedio e la riconquista di Pavia ====
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Il 27 gennaio [[1377]], sollecitato da [[Caterina da Siena]] e intenzionato a porre fine alle rivolte nello Stato Pontificio, Gregorio XI fece solenne rientro a [[Roma]]. Si fece precedere da un esercito di 4.000 fanti e 6.000 cavalieri bretoni che, giunto nel bolognese dopo aver devastato i territori attraversati, riuscì a riacquistare alcuni castelli.<ref>{{Cita|G. Giulini, ''op. cit.''|vol. V, pp. 584-585}}.</ref> In luglio Bernabò cercò di accordarsi con Hawkwood per la cattura di [[Modena]] ma [[Niccolò II d'Este]] riuscì ad anticiparlo arrestando il castellano e i modenesi ribelli per cui non se ne fece nulla. Poco dopo [[Astorre I Manfredi]] con l'aiuto dell'Hawkwood e di alcuni cittadini faentini riuscì ad impossessarsi di [[Faenza]] sottraendola ai ferraresi, poi si alleò con i Visconti e i fiorentini. Il 19 luglio il pontefice stabilì una nuova tregua con i Visconti.
Lo stesso anno Bernabò donò all'amante [[Donnina Porro]] le terre di [[Ronchetto sul Naviglio|Ronchetto]] cui aggiunse [[Pagazzano]] nel 1379; alla sua morte sarebbero andate in feudo al figlio illegittimo avuto con lei, [[Lancillotto Visconti|Lancillotto]]. In maggio diede in sposa la figlia illegittima Donnina a John Hawkwood. Il 2 agosto 1377 [[Violante Visconti]] si sposò con [[Ottone III del Monferrato]], di diversi anni più giovane. La sfortunata Violante era infatti rimasta vedova di [[Lionello Plantageneto, I duca di Clarence|Lionello]], morto ad [[Alba (
=== La fine del potere e la morte (1378-1385) ===
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