Le mani sulla città: differenze tra le versioni

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Nottola non è soddisfatto, perché il clamore legato agli eventi del crollo rischia di intralciare i suoi affari; chiede allora al suo capogruppo Maglione di mettere tutto a tacere e gli propone di dichiarare pericolante la zona dove è avvenuto il crollo. L’ordine di sgombero degli abitanti provoca dure contestazioni e uno scontro acceso tra De Vita e Nottola. Preoccupato degli effetti che questi fatti potrebbero avere sulle imminenti elezioni, Maglione cerca di obbligare Nottola a non candidarsi, ma ciò vanificherebbe il progetto del costruttore di diventare assessore all'edilizia. Così Nottola convince alcuni consiglieri ad abbandonare il gruppo di destra e a candidarsi con lui nelle liste di [[Centrismo|centro]] guidate dal professor De Angelis, che ottiene un ottimo risultato elettorale.
 
De Angelis, diventato il nuovo sindaco grazie ai voti della [[camorra]], ha comunque bisogno del sostegno di Maglione e del suo gruppo in consiglio, ma Maglione pretende che Nottola non abbia quella poltrona di assessore a cui mirava. Il nuovo sindaco convince Maglione a non far saltare l’alleanza politica necessaria in nome di una questione personale che danneggerebbe tutti, e questa pacificazione vanifica l’opposizione del consigliere De Vita, che pure aveva portato dalla sua parte alcuni consiglieri di De Angelis in nome della salvaguardia morale del consiglio comunale. Alla fine del film, Nottola e il sindaco De Angelis presiedono all'inaugurazione del nuovo progetto di espansione della città, alla presenza di un ministro e di un cardinale.
 
== Produzione ==