Macroni: differenze tra le versioni

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== Collocazione geografica ==
Tra gli autori classici a menzionare queste popolazioni vi sono [[Scilace]], [[Erodoto]], [[Ecateo di Mileto]], [[Senofonte]], [[Strabone]], [[Arriano]], [[Plinio il Vecchio]], [[Flavio Giuseppe]], [[Tacito]], [[Dionigi il Periegeta]], [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]], [[Luciano di Samosata]] e [[Cassio Dione]].<ref name=":1">[[Scilace]], p. 33; [[Erodoto]] II.104, VII.78; [[Ecateo di Mileto]], ''Framm.'' 191; [[Senofonte]], ''[[Anabasi (Senofonte)|Anabasi]]'', IV.8. § 3, V.5. § 18, VII.8. § 25; [[Strabone]], XII.3 § 18; [[Arriano]], ''Periplus Ponti Eusini,'' I.1 § 1-2; [[Plinio il Vecchio]], [[Naturalis Historia|''Naturalis Historia'']], VI.4 § 11; [[Flavio Giuseppe]], ''[[Contro Apione]]'' I. § 22; Tacito, [[Historiae (Tacito)|''Historiae'']]; [[Dionigi il Periegeta]] 766; [[Cassio Dione]], 68.19.</ref> Secondo i geografi classici queste popolazioni abitavano lungo la costa sudorientale del Mar Nero a est di [[Trebisonda]], in un territorio non meglio definito tra i [[monti Moschici]] e il fiume [[Fasi (fiume)|Fasi]]; Plinio, invece, menziona come confini del loro territorio i fiumi Ophis e Prytanis.<ref name="Edwards" /><ref name="Kavtaradze2">{{En}}Kavtaradze, Giorgi L. (2002), [https://web.archive.org/web/20050117114554/http://www.geocities.com/komblege/pontus.htm An Attempt to Interpret Some Anatolian and Caucasian Ethnonyms of the Classical Sources], pp. 63-83. ''Sprache und Kultur #3. Staatliche Ilia Tschawtschawadse Universität Tbilisi für Sprache und Kultur. Institut zur Erforschung des westlichen Denkens, Tbilissi''.</ref> Una menzione è presente pure nell'anonimo ''Periplus Ponti Evcines'', probabilmente successivo al [[IV secolo]]. Inoltre, all'inizio del [[II secolo]], [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]] afferma l'esistenza al confine della Colchide la città di Mechlessos, ma senza aggiungere altri dettagli. In queste opere i Macroni – così come alcune popolazioni circonvicine quali [[Moschi]] e [[Tibareni]], sono elencati tra i popoli della [[Colchide]] – insieme a [[Drili]], [[Eniochi]], [[Laz (popolo)|Lazi]], [[Sannoi]], [[Zudreti]] e altri. In virtù di questa associazione, [[Apollonio di Rodi]] ne fa menzione pure ne [[Le Argonautiche|''Le Argonautiche'']].<ref>[[Apollonio di Rodi]] II.22.</ref> In [[età tardoantica]] informazioni su queste popolazioni sono fornite da [[Procopio di Cesarea]] e [[Stefano di Bisanzio]].
 
== Storia ==
Nelle fonti classiche i Macroni vengono descritti come un popolo selvaggio e potente che praticava la [[circoncisione]] e indossava abiti fatti di pellame, mentre il loro equipaggiamento bellico era formato da elmi di legno, piccoli scudi di vimini e lance corte con lunghe punte.<ref name=":1" /> Il loro territorio venne inizialmente integrato nell'[[Impero medo]], per poi passare sotto l'[[Impero persiano]] della [[dinastia achemenide]], venendo incorporato nella [[Tassazione achemenide|XIX satrapia]], motivo per cui i Macroni combatterono sotto [[Serse I]]. Nel [[IV secolo a.C.]], in seguito al collasso dell'Impero persiano causato dalle conquiste di [[Alessandro Magno]], la regione dell'Anatolia abitata da queste genti finì incorporata nel [[Regno del Ponto]] e poi nell'[[Impero romano]]; tuttaviain particolare, Cassionel Dione64 riportaper volontà di [[Nerone]] la regione venne incorporata prima nella provincia di [[Galazia (provincia romana)|Galazia]] e poi in quella di [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]]. Nella fase di debolezza dei sovrani pontici, i Macroni formarono una lega con la limitrofa federazione tribale colchica che univa gli Eniochi ai Sannoi<ref name=":2" /> e nel 69 i la Lega si ribellò al tempodominio dell'imperatoredi [[TraianoRoma (città antica)|Roma]], questesaccheggiando genti[[Trebisonda]], eranoma governatei daromani riuscirono a reprimere la rivolta e a riprendere il controllo della regione. [[Cassio Dione]] menziona che l'imperatore [[Traiano]] fece dei undoni certoad Anchialos, re cliente deidi Eniochi e Macroni, il quale partecipò tra le fila romane alle [[Antichicampagne Romani|romanipartiche di Traiano]],.<ref name=":2" /><ref>{{Ka}}ლომოური 1966.</ref> Questo monarca viene citato anche in una lettera del 134 scritta da [[Arriano]] all'imperatore [[Adriano]]<ref>{{Ka}}ინგოროყვა 1954.</ref> e anche [[Luciano di Samosata]] menziona il loro sovrano, ma il racconto sembra essere del tutto fittizio. Sempre Cassio Dione afferma che l'usurpatore armeno [[Pacoro d'Armenia|Pacoro]], il quale aveva ucciso il re di Macroni ed Eniochi, venne prima deportato a Roma da [[Lucio Vero]], per poi essere esiliato in [[Britannia]] da [[Marco Aurelio]]. In virtù della sua vicinanza al confine tra i due imperi, la regione oscillò spesso tra l'influenza romana e quella persiana. La ''[[Machelonia]]'', infine, figura come [[Stato cliente|regno cliente]] dell'Impero persiano sotto la [[Dinastia Sassanide|dinastia sassanide]] nel cosiddetto ''[[Res gestae divi Saporis|Res Gestae Divi Saporis]]'', l'iscrizione trilingue della metà del III secolo realizzata per volontà di [[Sapore I]] riguardante questioni politiche, militari e religiose, dove il termine sembra essere utilizzato come sinonimo di Colchide.<ref name="Edwards" /> All'inizio degli anni '80 del III secolo la regione tornò nuovamente sotto il controllo dei romani, e da quel momento la Machelonia non compare più come entità politica autonoma o semiautonoma.<ref name=":2" /> La conversione al [[cristianesimo]] di queste popolazioni avvenne durante il regno dell'imperatore [[Giustiniano I|Giustiniano]].<ref>[[Procopio di Cesarea]] ''Bell. Pers''. i. 15, ''Bell. Goth''. iv. 2, ''de Aed.'' iii. 6.</ref>
 
== Identificazione etnica ==
L'identificazione etno-linguistica di queste popolazioni è oggetto di dibattito e controversia all'interno della comunità accademica. Un'ipotesi identifica Macroni ({{Georgiano|მაკრონები|Makronebi}}), Macheloni ({{Georgiano|მახელონები|Makelonebi}}) e Mari ({{Georgiano|მარები|Marebi}}) come una delle tribù [[Lingue cartveliche|proto-cartveliche]] parlanti una lingua [[Lingue zan|proto-zan]].<ref name="Suny2">{{En}}Suny, Ronald Grigor (1994), ''The Making of the Georgian Nation: 2nd edition''. [[Indiana University Press]], {{ISBN|0-253-20915-3}}</ref><ref name=":2" /> Pertanto, andrebbero considerati come i possibili antenati dei [[mingreli]] della moderna [[Georgia]],<ref name="Kavtaradze2" /> la cui presenza nell'[[Anatolia]] nord-orientale (indicata come possibile [[Urheimat]] proto-cartvelica) potrebbe avere preceduto il periodo [[impero ittita|ittita]], sopravvivendo al crollo di [[Urartu]],<ref>{{En}}Bryer, A. & Winfield, D. (1985). ''The Byzantine Monuments and Topography of the Pontos'', p. 300. DOS 20 (Washington, DC), I. Citato in: Kavtaradze (2002), pp. 63-83.</ref> o al più a una migrazione datata al IV secolo a.C., in seguito alla conquista del Colchide da parte del [[Regno di Iberia]].<ref name=":2">{{Ka}}მელიქიშვილი 1970.</ref> Da un punto di vista archeologico, Donald Rayfield ha espresso cauto scetticismo riguardo all'ipotesi di un'identificazione di queste popolazioni con i proto-cartvelici.<ref name=":0" />
 
== Note ==