Liudolfo di Svevia: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Liudolfo nel 947 si unì in matrimonio con Ida, figlia del [[Corradinidi|corradinide]] [[Ermanno I di Svevia|Ermanno di Svevia]] e di [[Regelinda]]. Attorno al 950 fondò [[Stoccarda]]. Il 16 ottobre 948 visitò l'[[abbazia di San Gallo]] assieme al duca e suocero [[Ermanno I di Svevia|Ermanno I]]<ref>{{Cita libro|curatore=Gian Carlo Alessio|traduttore=Gian Carlo Alessio|titolo=[[Cronache di San Gallo]]|anno=2004|editore=[[Giulio Einaudi Editore]]|città=[[Torino]]|p=471, nota 287|ISBN=88-06-17085-6}}</ref>: ivi era presente una disputa tra l'abate Cralone (fuggito alla corte di Ottone I non appena seppe dell'arrivo di Liudolfo) e alcuni suoi monaci e nominò come "anti-abate" Annone, fratello di Cralone, il quale morì un anno e mezzo dopo<ref>{{Cita libro|curatore=Gian Carlo Alessio|traduttore=Gian Carlo Alessio|titolo=[[Cronache di San Gallo]]|anno=2004|editore=[[Giulio Einaudi Editore]]|città=[[Torino]]|pp=181-183|capitolo=[[Eccardo IV di San Gallo]], 71|ISBN=88-06-17085-6}}</ref>. Nel 950 divenne [[Ducato di Svevia|duca di Svevia]], succedendo al suocero.
 
Liudolfo si indispettì per le mosse del padre: egli non solo aveva invaso l'[[Regno d'Italia (Sacro Romano Impero)|Italia]], regno vicino al suo ducato, ma aveva anche sposato [[Adelaide di Borgogna (imperatrice)|Adelaide]]; quest'ultimo matrimonio rischiava, se avesse fruttato un erede maschio, di metterlo in secondo piano. Un primo segnale di disubbidienza venne dato in occasione della Pasqua del [[952]], anno in cui Liudolfo non partecipò assieme alla famiglia alle celebrazioni, fatto che mirava a indebolire Ottone di fronte ai maggiorenti dell'impero; nonostante ciò la maggior parte di questi si presentò comunque alle celebrazioni, dimostrando in tal modo la loro lealtà dei confronti di Ottone<ref name=":3">{{Cita libro|autore=Peter H. Wilson|traduttore=Giulia Poerio|titolo=Il Sacro Romano Impero, Storia di un millennio europeo|editore=[[Il Saggiatore (casa editrice)|Il Saggiatore]]|pp=678-679|ISBN=978-884282404-6}}</ref>.
 
=== La ribellione ===
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=== La seconda ribellione e la morte ===
Nel [[956]] «guastato dai consigli di nobili perversi», si ribellò nuovamente al padre e si recò in [[Regno d'Italia (Sacro Romano Impero)|Italia]]<ref>{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo]]|curatore=Piero Bugiani|traduttore=Piero Bugiani|titolo=Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni|collana=Bifröst|anno=2020|editore=Vocifuoriscena|città=Viterbo|p=141|capitolo=Libro II, 12|ISBN=978-88-99959-29-6}}</ref><ref name="ref_A">{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo|Tietmaro]]|traduttore=Matteo Taddei|titolo=Cronaca di Tietmaro|collana=Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo|editore=Pisa University Press|p=54|capitolo=Libro II, 12|ISBN=978-8833390857}}</ref>; la ribellione non ebbe conseguenze, in quanto morì inaspettatamente l'anno seguente, il 6 settembre 957 a causa di [[febbre|febbri]] a Pombia, vicino a [[Novara]], mentre stava ritornando in Germania<ref>[[Vitichindo di Corvey]], ''Res Gestae Saxonicae'', III, 57.</ref>. Il padre seppe della sua morte mentre era impegnato in una campagna contro i [[redari]], «pianse il figlio proprio come [[Davide]] aveva pianto [[Assalonne]]»<ref>{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo]]|curatore=Piero Bugiani|traduttore=Piero Bugiani|titolo=Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni|collana=Bifröst|anno=2020|editore=Vocifuoriscena|città=Viterbo|p=44|capitolo=Saggio introduttivo|ISBN=978-88-99959-29-6}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo]]|curatore=Piero Bugiani|traduttore=Piero Bugiani|titolo=Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni|collana=Bifröst|anno=2020|editore=Vocifuoriscena|città=Viterbo|p=143|capitolo=Libro II, 12|ISBN=978-88-99959-29-6}}</ref><ref name="ref_A" />. Il suo corpo fu trasportato dal fratellastro [[Guglielmo di Magonza|Guglielmo]] (che dal 954 fu arcivescovo di Magonza)<ref name=":0">{{Cita libro|autore=[[Hagen Keller]]|curatore=Giovanni Isabella|titolo=Gli Ottoni. Una dinastia imperiale fra Europa e Italia (secc. X e XI)|data=2012|editore=[[Carocci Editore]]|città=[[Roma]]|p=54-56|capitolo=2. Una nuova dinastia regia|ISBN=978-88-430-5714-6}}</ref> oltre le Alpi e fu sepolto nell'[[abbazia di Sant'Albano]] a [[Magonza]]<ref name=":0" />, stesso luogo in cui venne sepolta [[Liutgarda (Ottonen)|Liutgarda]] pochi anni prima<ref name=":0" />.
 
== Famiglia e figli ==