Mentre le truppe tedesche avevano già iniziato lo sgombero della città a causa del sopraggiungere delle forze anglo-americane provenienti da [[Nocera Inferiore]], presso il [[Liceo ginnasio statale Jacopo Sannazaro|Liceo «Jacopo Sannazaro»]] il professor [[Antonio Tarsia]] in Curia si autoproclamò capo dei ribelli assumendo pieni poteri civili e militari e impartendo tra l'altro precise disposizioni circa l'orario di apertura degli esercizi commerciali e la disciplina. I combattimenti tuttavia non cessarono e i cannoni tedeschi che presidiavano le alture di Capodimonte colpirono per tutta la giornata la zona tra [[Port'Alba]] e [[Materdei]]. Altri combattimenti si ebbero ancora nella zona di [[Porta Capuana]]. Gli invasori in rotta lasciarono dietro di loro incendi e stragi; clamoroso il caso dei fondi dell'[[Archivio di Stato di Napoli]], dati alle fiamme per ritorsione nella villa Montesano di [[San Paolo Belsito]] dove erano stati nascosti, con incalcolabili danni al patrimonio storico e artistico e la perdita delle pergamene originali della Cancelleria Angioina<ref>[[Riccardo Filangieri di Candida]], ''Relazione sulla distruzione del deposito di documenti di maggior pregio storico dell'[[Archivio di Stato di Napoli]] operata dai Tedeschi il 30 settembre 1943'', in Hilary Jenkinson - Henry E. Bell, ''Italian archives during the war and its close'', [[Office of Public Sector Information|His Majesty's Stationery Office]], Londra, 1946, pp. 44 e ss.</ref>.