I primi a percorrere le cenge furono molto probabilmente cacciatori locali spinti dalla curiosità e sopratuttosoprattutto dalla necessità di procurarsi selvaggina ,; successivamente furono quegli stessi conoscitori di queste vie ad accompagnare i primi alpinisti verso la conquista delle vette dolomitiche (un esempio sono le cenge di Ball e di Grohmann sul [[Pelmo]]) facendo di fatto nascere la professione della guida alpina. Durante la [[prima guerra mondiale]], nelle [[Alpi]] e più diffusamente sulle [[Dolomiti]], molte cenge vennero attrezzate dagli [[Alpini]] o [[Scavone furono (edilizia)|scavate]] di nuove sulle pareti rocciose, per poter muoversi di nascosto e al riparo dal fuoco nemico. Ne sono un esempio la cosiddetta "cengia della salvezza" della [[strada degli Alpini]], (una cengia che attraversa la parete di [[cima Undici]] nelle dolomiti di Sesto, arrivando al [[Passo della Sentinella (Dolomiti)|passo della Sentinella]], un [[valico]] mai conquistato dagli [[Regno d'Italia (1861-1946)|italiani]] durante la guerra), oppure la cengia Paolina sulle [[Tofane]] o la cengia Martini sul [[Lagazuoi]].
Nel gruppo dolomitico del Brenta alcune cenge furono unite con scale in modo da creare un lungo percorso aereo ([[Via delle Bocchette]]) che permette anche all'alpinista meno esperto di addentrarsi negli angoli più nascosti della montagna.