Palazzo Maldura: differenze tra le versioni
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La facciata principale doveva anch’essa essere monumentale ma doveva anche uniformare le contraddizioni degli interni con lo slancio del corpo centrale e il suo distacco dall’andamento monotono del resto dell’edificio.
I lavori vengono dichiarati conclusi nel 1769 anche se ci furono altre lavorazioni di completamento, in particolare per quanto riguarda l’ornamentazione interna, la quale non era ancora completata negli anni 1803-04.<ref>{{Cita libro|autore=Lionello Puppi e Fulvio Zuliani|titolo=Padova. Case e palazzi|anno=1977|editore=Neri Pozza|città=Vicenza|pp=205-207}}</ref> Gli affreschi videro impegnati artisti di qualificato mestiere come [[Costantino Cedini]], [[Andrea Urbani]], [[Giovanni Battista Mengardi|Giambattista Mengardi]] e [[Giambattista Canal]]. <ref>{{Cita libro|autore=Umberto Allemandi & C.|titolo=Guida di Padova Architettura|anno=2000|pp=160-161|ISBN=88-422-0977-5}}</ref>
Pervenuto alla famiglia Emo Capodilista, l’edificio venne una prima volta restaurato e poi, a partire dal 1817, in alcune parti ridecorato e riarredato in stile neoclassico.
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