Quo primum tempore: differenze tra le versioni

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La sesta ed ultima edizione tipica del Messale Romano "riveduto per decreto del Concilio di Trento" (''ex decreto ss. Concilii Tridentini restitutum'') è quella pubblicata da [[papa Giovanni XXIII]] nel [[1962]] e nel cui titolo non si menzionano più i nomi dei papi, Pio V incluso, che l'avevano emendato: ''Missale Romanum ex decreto ss. Concilii Tridentini restitutum Summorum Pontificum cura recognitum''.<ref>{{Cita web |url=http://media.musicasacra.com/pdf/missale62.pdf |titolo=''Missale Romanum'' 1962 |accesso=25 luglio 2016 |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304134246/http://media.musicasacra.com/pdf/missale62.pdf |urlmorto=sì }}</ref>Incorpora i cambiamenti decretati dal "Codice delle rubriche" del [[1960]], il cui testo è riprodotto nel Messale, dove rimpiazza due documenti dell'edizione 1920 (''Rubricae generales Missalis'' e ''Additiones et variationes in rubricis Missalis''). Sopprime l'aggettivo ''perfidis'' della preghiera [[Oremus et pro perfidis Judaeis]] del [[Venerdì santo]], e inserisce il nome di [[san Giuseppe]] nel canone della messa, il cui testo era rimasto immutato dal 1604. Se si compara con l'edizione tipica precedente (1920), si nota una forte riduzione del numero di [[ottava (liturgia)|ottave]]<ref>Perdono le loro ottave l'[[Epifania]], [[Corpus Domini]], l'[[Ascensione di Gesù|Ascensione]], [[Sacro Cuore di Gesù]], l'[[Immacolata Concezione]], l'[[Assunzione di Maria]], [[Giovanni Battista]], [[Santi Pietro e Paolo]], [[Ognissanti]], [[Natale]], [[Stefano protomartire]], [[Giovanni apostolo ed evangelista]], [[Strage degli innocenti|I Santi Innocenti]], e l'anniversario della dedicazione della propria chiesa</ref> e di vigilie (nel senso di una celebrazione di una giornata intera precedente una festa).<ref>Le vigilie abolite sono quelle dell'[[Epifania]], [[Ognissanti]], l'[[Immacolata Concezione]] e degli apostoli [[Mattia apostolo|Mattia]], [[Giacomo il Maggiore]], [[Bartolomeo apostolo|Bartolomeo]], [[San Matteo|Matteo]], [[Sant'Andrea|Andrea]] e [[Tommaso apostolo|Tommaso]], ma [[san Lorenzo]] conserva la sua vigilia.</ref>
 
Quelli che rigettano i testi di Pio XII considerano la loro presenza nell'edizione 1962 del Messale Romano un grave difetto. Lamentano pure vari altri punti, anche minori, in cui questa edizione si differenzia da quella immediatamente precedente del 1920 e dal messale originale di Pio V quale l'abolizione dell'obbligo del sacerdote celebrante di accedere all'altare ''capite cooperto'' (con la testa coperta), cioè, nel caso del clero secolare, portando la [[berretta]].<ref>''Ritus servandus in celebratione Missae'', II, 1: confrontare [http://media.musicasacra.com/pdf/missale62.pdf l'edizione 1962] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304134246/http://media.musicasacra.com/pdf/missale62.pdf |date=4 marzo 2016 }} con [https://archive.org/stream/MissaleRomanum1920#page/n59/mode/2up quella 1920] o anche l'originale di san Pio V nel 1570 (Manlio Sodi, Achille Maria Triacca, ''Missale Romanum: Editio Princeps (1570)''. Libreria Editrice Vaticana 1988 ISBN 978-88-209-2547-5)</ref>
 
La [[Riforma liturgica|successiva edizione tipica]], apparsa nel [[1970]] invece di chiamarsi ''ex decreto ss. Concilii Tridentini restitutum'' si dichiara ''ex decreto sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum'' e non presenta più il testo della ''Quo primum tempore'', bensì quello della costituzione apostolica ''[[Missale Romanum]]'' di [[Papa Paolo VI|Paolo VI]].
 
== Attuale situazione ==
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La continuazione dell'uso del Messale Romano del 1962 dopo la pubblicazione del Messale del Vaticano inizialmente autorizzata a discrezione di alcuni vescovi diocesani (vedi Lettera ''Quattuor abhinc annos'' della Congregazione del Culto Divino in data 3 ottobre 1984).<ref>[https://www.vatican.va/archive/aas/documents/AAS-76-1984-ocr.pdf ''Acta Apostolicae Sedis'' LXXVI (1984), pp. 1088–1089]</ref> è stata liberalizzata in tutta la [[Chiesa latina]] da [[papa Benedetto XVI]] con il [[motu proprio]] ''[[Summorum Pontificum]]'' del 7 luglio 2007, che concesse ad ogni parroco la facoltà di autorizzarla senza dovere ricorrere al vescovo diocesano, come stabilito dal papa Giovanni Paolo II. Tale concessione è stata ritirata dal suo successore, [[papa Francesco]]. Nel suo motu proprio ''[[Traditionis custodes]]'' del 16 luglio 2021 ha dichiarato che è esclusiva competenza del vescovo diocesano autorizzare l’uso del Missale Romanum del 1962 nella diocesi, seguendo gli orientamenti dalla Sede Apostolica; e che le norme, istruzioni, concessioni e consuetudini precedenti, che risultino non conformi con quanto disposto dallo stesso motu proprio, sono abrogate.<ref>{{Cita web|url=https://www.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/20210716-motu-proprio-traditionis-custodes.html|titolo=Lettera Apostolica in forma di “Motu proprio” di Papa Francesco “Traditionis custodes” sull'uso della Liturgia Romana anteriore alla Riforma del 1970 (16 luglio 2021) {{!}} Francesco|accesso=2022-01-23}}</ref>
 
La Fraternità Sacerdotale San Pio X, che rigetta il Concilio Vaticano II e le successive riforme liturgiche e non è in piena comunione con la Santa Sede, celebra la Messa esclusivamente secondo il Messale Romano del 1962. I gruppi sedevacantisti, che rigettano l'autorità di tutti i Papi post-conciliari, celebrano secondo il Messale del 1920.
Alcuni pochi sacerdoti non in piena comunione con la Santa Sede usano, senza autorizzazione, edizioni del Messale anteriori a quella del 1962 (es. [[Società San Pio V]]).
 
== Note ==