Fasci italiani di combattimento: differenze tra le versioni

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[[File:Mussolini_arresto_comizio_1915.JPG|sinistra|miniatura|[[Benito Mussolini]] arrestato a [[Roma]] l'11 aprile 1915 dopo una manifestazione interventista]]
 
Allo scoppio della [[prima guerra mondiale]] nell'estate del 1914, il [[Regno d'Italia]], formalmente alleato degli [[Imperi centrali]], decise di rimanere neutrale.<ref>{{Treccani|prima-guerra-mondiale|Prima guerra mondiale}}</ref> Tra i primi sostenere con forza la necessità dell'entrata in guerra dell'Italia al fianco degli [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]] furono i [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalisti rivoluzionari]] dell'[[Unione Sindacale Italiana]] (USI).<ref>{{Cita|Nello|p. 30}}.</ref> Secondo [[Filippo Corridoni]], [[Alceste de Ambris|Alceste De Ambris]] e [[Sergio Panunzio]] infatti una possibile vittoria degli Imperi centrali avrebbe provocato un ulteriore inasprimento delle condizioni di vita della classe lavoratrice, mentre la vittoria degli Alleati avrebbe consentito la nascita di moti rivoluzionari di carattere nazionale negli Imperi centrali e nel Regno d'Italia, [[Triplice alleanza (1882)|formalmente alleato]] dell'[[Impero austro-ungarico]] e dell'[[Impero tedesco]].<ref name=":0">{{Cita|Nello|p. 31}}.</ref> La corrente dell'[[interventismo di sinistra]] provocò ben presto la spaccatura dell'USI, da cui si originò l'[[Unione Italiana del Lavoro (1918-1925)|Unione Italiana del Lavoro]] (UIL), mentre sul fronte politico la corrente dei sindacalisti rivoluzionari di [[Filippo Corridoni]] fondò il 5 ottobre 1914 il [[Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista]].<ref name=":0" /> Una corrente interventista si costituì anche all'interno del [[Partito Socialista Italiano]] (PSI), a questa faceva capo [[Benito Mussolini]], direttore dell'''[[Avanti!]]'', che una volta estromesso dalla direzione del giornale, fondò il 15 novembre 1914 ''[[Il Popolo d'Italia]]'' per continuare a portare avanti le sue istanze.<ref name=":2" /> Mussolini fu poi espulso dal PSI il 29 novembre 1914, costituendo i Fasci Autonomi di Azione Rivoluzionaria.<ref name=":2">{{Cita|Nello|p. 32}}.</ref> Il 6 gennaio 1915 le varie anime dell'[[interventismo di sinistra]] confluirono nei [[Fasci d'Azione Rivoluzionaria]], nei quali nei quali Benito Mussolini assunse ben presto un ruolo di primo piano, grazie al suo passato da dirigente del PSI e al sostegno economico assicurato dagli ambienti dell'imprenditoria più favorevoli all'entrata in guerra dell'Italia al fianco degli Alleati.<ref>{{Cita|Nello|p. 33}}.</ref> All'interno del neonato movimento fascista maturò quindi un profonda avversione alle posizioni neutraliste del PSI, e parallelamente fu indicata la necessità di dare inizio a una serie di manifestazioni allo scopo di portare l'Italia in guerra contro gli Imperi centrali.<ref name=":1">{{Cita|Gentile|p. 29}}.</ref>
 
Il 24 maggio 1915 con l'ingresso dell'[[Italia nella prima guerra mondiale]] al fianco degli Alleati, molti fascisti si arruolarono come volontari vantando il loro contributo interventista e diffondendo tra i reparti dell'esercito le loro istanze rivoluzionarie.<ref name=":1">{{Cita|Gentile|p. 29}}.</ref> Dal fronte, Mussolini scrisse della necessità di rinnovare il movimento fascista affinché potesse sopravvivere al dopoguerra diventando il punto di riferimento di una nuova classe dirigente costituita dai combattenti, specialmente dai giovani [[ufficiali di complemento]], massimi esponenti della "trincerocrazia italiana".<ref>{{Cita|Gentile|p. 30}}.</ref> Il 3 novembre 1918, con la fine della guerra, la disfatta degli Imperi centrali e la nascita di nuovi stati nazionali repubblicani, Mussolini si impegnò a diventare il punto di riferimento di tutti coloro che avevano combattuto in ottica rivoluzionaria.<ref>{{Cita|Gentile|p. 32}}.</ref> Il 14 novembre 1918 Mussolini convocò per dicembre la Costituente dell'interventismo italiano, che aveva come punti fondamentali il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori come portare la giornata lavorativa a otto ore nell'arco di due anni e l'introduzione del salario minimo.<ref>{{Cita|Gentile|p. 33}}.</ref>
 
=== La fondazione ===