Calcio (Italia): differenze tra le versioni

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Nonostante la contea dei Ghisalberti, comprendente le attuali province di Bergamo e Cremona, fosse stata suddivisa nel [[X secolo]] fra i vescovadi di Bergamo e Cremona, le due città, divenute liberi comuni, mantennero la loro amicizia e, sul finire del [[XII secolo]], si trovarono in guerra contro Milano e Brescia. I loro comandanti, per impedire che gli eserciti avversari si riunissero, decisero di prendere l'iniziativa per primi per battere Brescia ed affrontare poi Milano. Però i bresciani stavano arroccati a guardia dei ponti di Rudiano e di [[Palazzolo sull'Oglio|Palazzolo]].
 
Per sorprenderli, i bergamaschi finsero di stare per attaccare PalazzuoloPalazzolo attirando il grosso dei bresciani, mentre i cremonesi, nella notte fra il 6 ed il 7 luglio [[1191]], costruirono sull'Oglio un ponte di legno all'altezza dell'attuale ponte ferroviario, quindi, raggiunti dai bergamaschi, attraversarono il fiume attaccando i bresciani.
Stavano per conseguire la vittoria quando udirono suoni di trombe e tamburi alle loro spalle. Ignorando che si trattava solo della piccola guarnigione di Rudiano, bergamaschi e cremonesi, convinti che fosse l'intero esercito di Milano, si gettarono verso il ponte che per il peso eccessivo crollò, forse anche a causa del fatto che un drappello di bresciani, al comando di [[Obizio da Niardo]] riuscì a danneggiarne i pali di sostegno. Infatti Obizio rimase intrappolato sotto le travi. Raccontò poi di aver visto l'inferno, sicuramente riferendosi al massacro, anche se i suoi contemporanei credettero avesse visto l'inferno di fuoco. Comunque, scosso dall'accaduto Obizio si diede alla vita religiosa divenendo santo. Diecimila furono i soldati che annegarono o che, massacrati sulla sponda, arrossarono le acque del fiume. Furono infatti le acque arrossate che "portarono" nel cremonese la notizia della disfatta.