Chiesa di San Nicolò di Castello: differenze tra le versioni
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[[File:Giovanni_Antonio_Canal,_il_Canaletto_-_View_of_San_Giuseppe_di_Castello_-_WGA03931.jpg|left|thumb|upright=1.4|Canaletto, ''Veduta con le chiese di San Giuseppe e di San Nicolò di Castello'', 1740 circa, olio su tela, 47,5x77,5 cm, collezione privata]]
Tuttavia ancora nel 1489 il [[Marco Antonio Sabellico|Sabellico]] vedette una modesta costruzione in legno per la chiesa<ref name=":1">{{Cita|Sabellico 1502|p. 65 (N.B. la prima edizione in latino è del 1490).}}</ref> e le prime registrazioni dalla fornitura di materiali murari per questa risalgono al 1490, mentre restano alcune notizie di precedenti approvvigionamenti per l'ospedale; ugualmente taridivi risultano per i primi pagamenti ai proti Bartolomeo Gonella e [[Giorgio Spavento]]<ref>{{Cita|Meijers 1989|p. 46.}}</ref>. Nel 1497 Giovanni Battista [[Sfondrati|Sfondrato]] ambasciatore del [[Ludovico il Moro|Duca di Milano]] scriveva alsuo signore che l'ospedale «sarebbe assai bello, se fosse ultimato, ma fin adesso non ha se non una parte dell'edificio fornito, il resto è imperfetto»<ref>{{Cita|Battiston 1992}}, p. 42.</ref>. La chiesa fu finalmente consacrata il 25 marzo 1503<ref>{{cita|Tassini|p. 13}}.</ref> e l'ospedale venne attrezzato ma contemporaneamente venne deciso di limitare la fruibilità cioè «[…] che in d.to Ospital non si possono accettar se non Poveri, Veneziani, e Marinai, overo altri che fossero benemeriti dello Stato». Inoltre era necessario aver almeno sessant'anni, essere celibi o vedovi e disposti ad abitare stabilmente nell'istituto. Fra il personale addetto sotto la direzione del priore, un «cittadino di buona coscienza», figuravano un cuoco, due ''massare'', un ''famiglio'', un fornaio, un medico e un barbiere. Insomma dal primo progetto caritatevole si era tornati al tradizionale sistema di protezione legato ad una professione<ref>{{Cita|Meijers 1989|p. 44.}}</ref>.
[[File:Anonimo_mappa_insula_Sant'Antonio.jpg
Nel 1573 la "Fraterna dei marineri di San Nicolò" fu autorizzata ad usare la chiesa per una messa ogni mese su di una loro tavola coperta da un tappeto succeduta da una processione attorno all'edificio. L'anno successivo poterono anche installare un loro armadio per riporvi i propri arredi<ref>{{Cita|Battiston 1992|p. 42.}}</ref>.
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