Operazione Python: differenze tra le versioni

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==Conseguenze==
Senza nessuna perdita da parte indiana, il successo delle Operazioni Trident e Python portarono la marina pakistana ad adottare misure estreme per prevenire ulteriori danni.<ref name=D4p90/> Le operazioni di salvataggio immediatamente coordinate dal [[contrammiraglio]] [[Patrick Simpson]] contribuirono a mantenere alto il morale tra gli ufficiali della marina pakistana. Per questo fatto Simpson fu insignito del [[Sitara-e-Jurat]].<ref name="GlobalSecurity"/> Il [[t capitano di corvetta]] Vijai Jerath, comandante della motomissilistica ''Vinash'', per questa operazione ricevette il [[Vir Chakra]].<ref name=H0p398>{{Cita|Hiranandani 2000|p. 398}}.</ref> L'Alto Comando pakistano ordinò alle navi della flotta di ridurre il munizionamento presente di bordo al fine di cercare di ridurre i danni causati da eventuali esplosioni se esse fossero state colpite.<ref name="Trident, Grandslam and Python: Attacks on Karachi" /> Alle navi fu anche ordinato di non manovrare in mare, specialmente durante la notte, a meno che non fosse stato lo espressamente ordinato di farlo.<ref name="GlobalSecurity"/> Queste due misure demoralizzarono gravemente gli equipaggi della navi pakistane.<ref name="GlobalSecurity"/> Con le distruzioni causate dalla marina militare indiana, le navi mercantili neutrali iniziarono presto a cercare un passaggio sicuro presso le autorità indiane prima di dirigersi verso Karachi. Gradualmente, le navi neutrali cessarono di navigare per Karachi e venne così attuato "de facto" un blocco navale.<ref name=H0p204>{{Cita|Hiranandani 2000|p. 204}}.</ref> Le vittime civili dell'attacco includevano almeno sette morti e sei feriti sulla nave mercantile britannica ''Harmattan''.<ref>{{cita web |titolo=Harmattan" (British Seamen) |url=https://api.parliament.uk/historic-hansard/commons/1971/dec/10/harmattan-british-seamen |editore=House of Commons |data=10 dicembre 1971}}</ref>
 
==Note==