Gran Premio di Formula 1: differenze tra le versioni

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Le pre-qualifiche avevano lo scopo di effettuare una prima "scrematura" dei piloti più lenti e per questo motivo ne erano dispensati i 26 concorrenti dei team migliori; tra le vetture impegnate invece in questo round, le quattro più veloci erano ammesse alle due sessioni di qualifiche ufficiali, in cui 30 piloti si contendevano i 26 posti disponibili.<ref name="garzanti" /> Le automobili escluse nella pre-qualifica erano indicate dalla sigla '''DNPQ''' («did not pre-qualify», cioè «non pre-qualificato»).<ref name="garzanti"/>
 
Per stabilire chi dovesse partecipare alle pre-qualifiche si faceva riferimento alla classifica costruttori: nelle prime otto gare della stagione dovevano effettuare le pre-qualifiche solo i piloti dei team che l'anno precedente si erano piazzati oltre il 13°º posto e i piloti delle squadre esordienti (considerate le ultime); nelle successive otto gare invece si considerava la classifica costruttori della stagione in corso, e a questo round dovevano prendere parte i team che dopo la prima metà di stagione si trovavano oltre il 13°º posto (o anche il 14°, qualora tra i primi team ve ne fossero almeno due che impiegavano una sola monoposto).
 
Il primo pilota a non superare lo scoglio delle pre-qualifiche fu [[Alex Caffi]] con la [[Scuderia Italia]] nel [[Gran Premio del Brasile 1988]]; nelle tre stagioni successive, (in cui i team iscritti furono rispettivamente 20, 19 e 18), diversi concorrenti rimasero esclusi dalle prove ufficiali nella maggior parte delle gare a causa della scarsa competitività delle loro vetture: nel 1989 i piloti [[Gregor Foitek]], [[Enrico Bertaggia]], [[Oscar Larrauri]] e [[Aguri Suzuki]] non riuscirono addirittura a superare questa sessione in nessuno dei GP a cui presero parte; in particolare Suzuki stabilì il primato di 16 mancate prequalificazioni su 16 Gran Premi.