Verità: differenze tra le versioni
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[[File:Disputa 02.jpg|thumb|upright=1.7|''La [[Disputa del Sacramento]]'', [[allegoria]] del Vero ad opera di [[Raffaello]], che accompagna le rappresentazioni iconografiche del [[Bene (filosofia)|Buono]] e del [[Bello]] nella [[Stanza della Segnatura]] ai [[Musei Vaticani]].]]
Con il termine '''verità''' (in [[lingua latina|latino]] ''veritas'', in [[lingua greca antica|greco]] ἀλήθεια, ''aletheia'') si indica il senso di accordo o di coerenza con un [[dato]] o una [[realtà]] [[oggetto (filosofia)|oggettiva]], o la proprietà di ciò che [[esistenza|esiste]] in senso [[assoluto]] e non può essere falso.<ref name=treccani>{{Cita|Dizionario di filosofia Treccani||Dizionario di filosofia}}'' alla voce omonima.</ref>
I principali argomenti di dibattito riguardano da un lato la definizione e l'identificazione della verità, secondo cioè una prospettiva [[ontologia|ontologica]], dall'altro i criteri per conseguire tale verità, attinenti piuttosto all'ambito [[gnoseologia|gnoseologico]].<ref name=treccani /> Quest'ultimo può coinvolgere anche l'aspetto [[etica|etico]], essendo collegato con l'esigenza di [[onestà]] intellettuale, buona fede e [[sincerità]].<ref>[[Karl Popper]] sostiene al riguardo che i princìpi posti alla base di ogni intento rivolto a ricercare la verità «sono ad un tempo principi epistemologici ed etici» (K. Popper, ''Come io vedo la filosofia e altri saggi'', p. 107, Armando Editore, 2005).</ref>
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