D'Isernia: differenze tra le versioni
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Volumi 3-9
1878|pp=14|citazione=.. CUORVO Bè , lo ssaccio ca io lo Masaniello De Cola Cuorvo v'aggio prommettuto : Non penzate me fosse addebeluto ; Carta a scacazzià non sò noviello . " Ma me fa comm ' a mola lo cerviello , Ca no brutto penziero nc'è trasuto : Non ...}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Giambattista Basile
1885|citazione=... Cola Capasso il travestimento della Gerusalemme Li- berata , mentre è stranoto esserne autore Gabriele Fasano , il quale la dedicò all'Aurora Sanseverino . Assevera , che il Capasso « fu , ad un tempo , il Van- << gelas ed il Malherbe ...}}</ref>, forse dovuta a un errore di pronuncia e sovrapposizione di Sernio, Sergni<ref name=":14" /><ref name=":15" /> (scritto anche Serñi coi caratteri di stampa del passato o per un adattamento al castigliano/spagnolo che pure si parlava nel Regno di Napoli, come dimostra proprio la genealogia di Carlo de Lellis, ricca di neologismi della
Infatti, il genealogista Carlo de Lellis e Giovanni di Crollalanza<ref name=":4">{{Cita libro|titolo=Archivio biografico italiano (ABI II) : cumulativo di 124 repertori biografici fra i più importanti a partire dalla fine del sec. XIX sino alla metà del sec. XX. Nuova serie · Volume 3 - anno 1992|anno=1992|p=789}}</ref><ref name=":5" /> ci parlano di una famiglia d'Isernia che si chiama anche [[Corvo (famiglia)|Corvo]] e viceversa. Nell'albero genealogico della famiglia Corvo<ref name=":13" /> si incontra il nipote del capostipite che si chiamava Pietro<ref name=":13" />, di questo troviamo il nome intero in un altro libro (dove si parla della successione dei feudi) come ''Pietro Giovanni Sernicolai Corvo''.<ref name=":17">{{Cita libro|titolo="Per lo signor duca di S. Martino d. Michele Ronchi contra d. Luigi Ronchi. Commessario per ispezial delegazione del re l'illustre signor marchese caporuota d. Ippolito Porcinari ... [autori Giacinto Troysi, Felice Parrilli] , pagina 46}}</ref> Quindi a causa di una [[cacofonia]] nel pronunciare ''Ser Nicola Sernio de Corvo'', oppure ''Ser Nicola de Serñio o Serñi'' (pronunciato Sergni) e altre varianti dovute appunto alle varie pronunce locali e alle svariate trascrizioni, l'indicazione della provenienza dal [[Sannio]] oltre che a essere diventata [[Anacronismo|anacronistica]] si perse. Nel cognome Corvo però rimane comunque il legame col Sannio per tutti i lettori di [[Tito Livio]] che conoscono la leggendaria storia di [[Marco Valerio Corvo]]<ref name=":18">{{Cita libro|titolo=Tito Livio, ''Ab Urbe condita" libri VII, 26}}</ref> contenuta in <nowiki>''</nowiki>[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]" libri VII, 26. Infatti il cognome ''d'Isernia'', preso anche da alcuni discendenti del famoso giurista, non è detto che indichi necessariamente o soltanto il luogo di nascita tanto conteso tra vari autori (Salerno, Pinto), ma piuttosto quello di provenienza di tutta la famiglia e delle loro fortune ancestrali.<ref>{{Cita libro|titolo="Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Parte Terza, "Della Famiglia D'Isernia e Corvo", Napoli, anno 1671.
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=== Frosolone ===
Alcuni resti di mura [[Lingua osca|osche]] in contrada Civitella suggeriscono che Frosolone era antica e abitata dalle popolazioni [[sanniti]]che. Il [[Vincenzo Ciarlanti]] sosteneva che si trattasse di “Fulsulae” menzionata da [[Tito Livio]], mentre [[Emanuele Coccia]] ritiene che Frosolone sia “Fresilia” conquistata da [[Marco Valerio Massimo Corvino|Marco Valerio Massimo]] nell’anno 304 a.C. e quindi sarebbe appartenuta in ai tempi dei romani ai Corvo della [[Gens Valeria|gens valeria]]. Altri optano
Se Frosolone è la “Fresilia” conquistata da [[Marco Valerio Massimo Corvino|Marco Valerio Massimo]] nell’anno 304 a.C. con l'aiuto di un corvo sceso dal cielo, e la famiglia di Andrea d'Isernia era tra i discendenti e coloni rimasti sul territorio da quei tempi antichi, allora capiamo perché si fosse cognominata D'Isernia.
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=== Morrone nel Sannio ===
Nel 1273 Morrone venne concessa in feudo a Roberto di Cusenza, al quale successe il figlio Errico o Enrico. Quest'ultimo nel 1309, alienò il feudo insieme a quello di Castiglione
=== Pescolanciano ===
Nel 1274
Secondo altri autori i diritti sul feudo passarono dai [[D'Evoli|d’Evoli]] di Castropignano (o d'Eboli), alla famiglia di [[Andrea da Isernia|Andrea d’Isernia]], ai Carafa, agli Spinelli di Venafro e di nuovo i d’Evoli fino alla fine del XVI secolo.<ref>{{Cita web|url=http://www.iserniaturismo.it/modules/soapbox/article.php?articleID=52|titolo=Pescolanciano - EVOLUZIONE STORICA}}</ref>
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