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Continuò gli studi a [[Milano]], al [[Politecnico di Milano|Regio Istituto Tecnico]] o Politecnico, laureandosi in ingegneria industriale nel [[1914]], conseguì il diploma in [[architettura]] e vari titoli di specializzazione. Ideologo e fondatore, nel primo periodo del [[XX secolo]], del Movimento per la rinascita della [[Sardegna]], definito anche "Rinascimento sardo", sorto per favorire il superamento dello stato di disagio del popolo sardo da secoli oppresso, fondò a Cagliari il giornale "Sardegna" con [[Attilio Deffenu]].
 
Partecipò a Milano a movimenti per i diritti umani. Dopo la prima guerra mondiale fondò a Cagliari i giornali ''Il Popolo Sardo'' e ''Il Solco nel 1919''.

Nella piazza Martiri aprì uno studio d'ingegnere in società con un altro, realizzando progetti per privati a Cagliari e altrove. Collaborò alla risistemazione dell'Orto Botanico di Cagliari. Partecipò ad alcune iniziative della Società Ginnastica "Amsicora" di Cagliari; prima come atleta e successivamente istruttore tecnico di nuoto e atletica. DopoDa laingegnere laurearealizzò inopere ingegneria realizzòe strutture per la pratica sportiva. e progettòProgettò lo Stadio Amsicora, adi Cagliari, nei terreni dell'ex colonia penale di San Bartolomeo. Realizzò la fiera di maggio del 1921 collaborando col cavalierCav. Guido Costa ([[Fiera della Sardegna]]) e nel luglio dello stesso anno, col pittore Felice Melis Marini, promosse la prima mostra d'arte sarda. a Cagliari.Fondatore Ideatore di un'associazione" Famiglia partitoArtistica sarda" e di sostegnoun allamovimento Sardegna,per sostenitore delll'autonomia esi dellabattè valorizzazioneper ela diffusione della cultura si batté durante tutta la sua vita, per la causa di un riscatto della Sardegna. Nel 1920 insegnò calcolo infinitesimale alla Facoltà di matematica di Cagliari. Nell'aprile del 1921 fondò a Oristano il [[Partito Sardo d'Azione]] con Emilio Lussu, [[Camillo Bellieni]] e altri compagni.
 
Nell'ottobre del 1921 fu aggredito da squadracce, fu accusato ingiustamente, la sede de ''Il Solco'' fu distrutta e il giornale bruciato in piazza. Ferito, riuscì a fuggire e a imbarcarsi su un cargo, unico mezzo in partenza, alla Darsena di Cagliari. Si ritrovò in Tunisia. Dopo mesi, rientrato in Italia partì per Milano dove visse, sotto il falso nome di Francesco Floris, lavorando in un'officina. Accusato ingiustamente fu assolto.
Rientrò in Sardegna e nel 1923 e partecipò a un concorso per l'incarico di ingegnere-capo dell'Ufficio tecnico del Municipio di Oristano. Si stabilì a Oristano, dove realizzò varie opere importanti per la città .
Progettò edifici, trasformazioni fondiarie agrarie in varie parti dell'isola e bonifiche nel [[Campidano]] di Oristano. Nel 1925 fu inaugurata la Scuola d'arte applicata di Oristano che aveva contribuito a fondare con gli artisti Francesco Ciusa e Carmelo Floris. Nel 1928 si sposò con un'insegnante, Maria Rosa Fara ed ebbe sei figli. Per non aver ritirato la tessera del [[Partito Nazionale Fascista]] fu privato del posto di lavoro nel 1929. La scuola d'arte fu chiusa e lui fu considerato come persona da sorvegliare.
Dopo la caduta del fascismo fu sindaco di Oristano lavorando incessantemente per il benessere della popolazione in quegli anni di guerra. I bombardamenti a Cagliari distrussero gran parte della città compreso il negozio di ottica maternodei genitori. AL' Oristanoattività nonnel feceroPartito particolaririmasta danniclandestina, mariprese la vita non era facile. Riprese l'attività nel PSd'Az,e organizzò il primo congresso edi Oristano. collaboròPartecipò alla stesura dello statuto regionale. Morì a [[Oristano]], sul treno per Cagliari il 9 maggio [[1947]].
 
== L'azione politica e sociale ==