Ansaldo: differenze tra le versioni

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Nel [[1920]] circa inizia il sodalizio con la ditta [[Berta Autotrasporti]] di [[Cornigliano]], società che si rivelerà vitale per l'esistenza dell'Ansaldo, avendo trasportato forse la maggior parte dei prodotti provenienti e destinati a quest'ultima in qualsiasi parte d'[[Italia]] per quasi un [[secolo]].
 
Dopo la disfatta di Caporetto, in cui l'esercito italiano aveva perso una parte importante delle proprie artiglierie, l'Ansaldo inviò immediatamente i cannoni disponibili sulla linea del Piave, prima ancora che vi arrivassero le truppe in ritirata, per organizzare la linea di resistenza<ref>[{{Cita web |url=http://espresso.repubblica.it/grandeguerra/index.php?page=estratto&id=110&refresh_ce |titolo=Matteo Mario Costa, ''Cammino a ritroso''] |accesso=10 novembre 2018 |dataarchivio=10 novembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181110200230/http://espresso.repubblica.it/grandeguerra/index.php?page=estratto&id=110&refresh_ce |urlmorto=sì }}</ref>. L'episodio fu ampiamente utilizzato a scopo di propaganda aziendale<ref>[http://www.educational.rai.it/lezionididesign/designers/LOMBARDOD.htm Dott. Lombardo su RaiEducational]</ref>.
La guerra aveva reso ancora più stretti i rapporti fra Ansaldo e Banca di Sconto, entrambe controllate dalla famiglia Perrone. La fine della guerra, intanto, aveva creato il problema della riconversione dell'industria bellica in industria di pace, riconversione che richiedeva notevoli capitali. Il Banco di Sconto non aveva tutti i capitali necessari, allora i Perrone tentarono la scalata alla [[Banca Commerciale Italiana]]. Tuttavia la COMIT resistette all'assalto e il tentativo di creare un complesso industrial-finanziario dei Perrone fallì nel 1920. Il crollo della Banca di Sconto nel dicembre 1921, dopo alcune operazioni disperate e poco limpide, lasciò l'Ansaldo senza finanziamenti e anch'essa in crisi. Il direttore della [[Banca d'Italia]] [[Bonaldo Stringher]], sulla base dei documenti contabili della Banca di Sconto, pretese le dimissioni dei fratelli Pio e Mario Perrone anche dall'Ansaldo<ref name=Colajanni/>. Nel 1921, con le dimissioni dall'Ansaldo, i Perrone cessarono ogni impegno in campo industriale continuando, soprattutto, nell'attività editoriale.