Fasci italiani di combattimento: differenze tra le versioni

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[[File:Incendio_dell'Hotel_Balkan.jpeg|sinistra|miniatura|L'incendio del [[Narodni dom|''Narodni dom'']] il 13 luglio 1920 da parte delle [[Squadre d'azione|squadre]] triestine di [[Francesco Giunta]]]]
In seguito al [[II Congresso dei Fasci italiani di combattimento|II Congresso dei Fasci Italiani di combattimento]] del maggio 1920, il movimento fascista di [[Benito Mussolini]] mirò a diventare l'organizzazione di riferimento dei ceti medi laici e patriottici.<ref>{{Cita|Gentile|p. 97}}.</ref> Nella primavera del 1920, nel pieno delle proteste del "[[Biennio rosso in Italia|biennio rosso]]", il segretario dei [[Fasci italiani di combattimento|Fasci Italiani di combattimento]] [[Umberto Pasella]] si adoperò per organizzare delle "[[squadre d'azione]]" fasciste che potessero svolgere durante gli scioperi azioni di [[crumiraggio]] in collaborazione con i "[[Sempre Pronti per la Patria e per il Re]]" dell'[[Associazione Nazionalista Italiana]] e le "leghe antibolsceviche" della piccola borghesia cittadina.<ref name=":03">{{Cita|Gentile|p. 99}}.</ref> Nel corso dell'estate del 1920, su incarico del segretario [[Umberto Pasella]], tutti i fasci cittadini di attivarono per costituire delle [[squadre d'azione]], preferibilmente armate di manganelli, munizioni, bombe a mano e rivoltelle.<ref name=":03" /> Su impulso di [[Francesco Giunta]], lo [[squadrismo]] fascista si diffuse inizialmente in tutta la [[provincia di Trieste]] (ancora sotto occupazione militare) colpendo sistematicamente le sedi delle organizzazioni socialiste e della [[Sloveni in Italia|minoranza slovena]], incendiando il 13 luglio 1920 il [[Narodni dom|''Narodni dom'']].<ref>{{Cita|Gentile|p. 100}}.</ref> Il 23 settembre 1920 Benito Mussolini si recò allora [[Monfalcone]] per celebrare le squadre della [[Venezia Giulia]], le quali il 14 ottobre 1920 assalirono una manifestazione socialista a favore della Russia bolscevica incendiando la sede de [[Il Lavoratore|''Il Lavoratore'']] e la [[Camere del Lavoro|Camera del lavoro]] di [[Fiume (Croazia)|Fiume.]]<ref name=":32">{{Cita|Gentile|p. 103}}.</ref><ref>{{Cita|Franzinelli|p. 297}}.</ref> Le proteste del "[[Biennio rosso in Italia|biennio rosso]]" terminarono nel settembre del 1920 con l'occupazione delle fabbriche, nel frattempo all'interno del [[Partito Socialista Italiano]] (PSI) la [[Partito Comunista Italiano|frazione comunista]] era sempre più decisa alla scissione e nella [[guerra sovietico-polacca]] l'[[Armata Rossa]] sovietica iniziava a riportare le prime sconfitte.<ref>{{Cita|Gentile|p. 102}}.</ref> In questo contesto di sostanziale indebolimento del [[movimento operaio]], il 16 ottobre 1920 [[Il Fascio|''Il Fascio'']] incitò l'avvio di una guerra civile contro i socialisti esaltando le azioni delle squadre triestine dei giorni precedenti.<ref name=":32" /> A muoversi contro il socialisti non erano solamente i fascisti, ma anche le forze [[Unione Liberale (Italia)|liberaldemocratiche]] e [[Associazione Nazionalista Italiana|nazionaliste]], che alle [[Elezioni amministrative in Italia del 1920|elezioni amministrative del 7 novembre 1920]] si coalizzarono con i fasciste nelle liste dei "[[Blocchi Nazionali]]" che raccolsero il 56% dei voti ottenendo la maggioranza in 33 [[Consiglio provinciale|consigli provinciali]] su 69, e in {{M|4655}} comuni su {{M|8346}}.<ref name=":52">{{Cita|Gentile|p. 104}}.</ref> Le elezioni ebbero però anche un esito favorevole, anche se non quanto le [[Elezioni politiche in Italia del 1919|politiche del 1919]], anche per il PSI che conquistò 26 consigli provinciali e {{M|2022}} comuni, di cui 20 capoluoghi tra i quali [[Milano]] e [[Bologna]]; nello stesso periodo gli iscritti al PSI toccarono i {{M|216327}}.<ref name=":52" />
[[File:Fotografia_dell'Emilia_-_n._018_B_-_Bologna_-_Palazzo_Comunale.jpg|miniatura|Il luogo della [[strage di Palazzo d'Accursio]] del 21 novembre 1920]]
L'offensiva fascista contro le nuove amministrazioni socialiste cominciò il 21 novembre 1920 a [[Bologna]], dove nei mesi precedenti si era consumato un scontro tra [[Federterra]] e l'associazione agraria bolognese per il rinnovo dei patti agricoli.<ref>{{Cita|Gentile|p. 105}}.</ref> Nel corso della manifestazione per l'insediamento della giunta socialista, le squadre d'azione di [[Leandro Arpinati]], irruppero tra la folla ingaggiando uno scontro a fuoco con le "[[Guardie Rosse (Italia)|guardie rosse]]" che provocò cinquanta feriti e in cui morirono undici persone, tra cui il consigliere nazionalista Giulio Giordani.<ref name=":62">{{Cita|Gentile|p. 106}}.</ref><ref>{{Cita|Franzinelli|p. 299}}.</ref> In seguito alla [[strage di Palazzo d'Accursio]] il comune venne [[Commissario prefettizio|commissariato]] e in breve tempo le azioni squadriste si diffusero in tutta la penisola, specialmente nelle aree della [[bassa padana]] dove la protesta contadina era stata più intensa.<ref name=":62" /> In generale si trattava di incursioni compiute da squadre d'azione armate volte a distruggere fisicamente circoli, cooperative e leghe di lavoratori e a intimidire con la violenza, o addirittura ad assassinare, i capi di queste organizzazioni.<ref>{{Cita|Gentile|p. 107}}.</ref> Lo [[squadrismo]] si trasformò rapidamente in un fenomeno di massa: i Fasci italiani di combattimento passarono così dai {{M|20165}} iscritti del dicembre 1920 ai {{M|187588}} del maggio 1921.<ref>{{Cita|Gentile|p. 113}}.</ref> In vista della scadenza della [[XXIV legislatura del Regno d'Italia|XXIV legislatura]] il [[Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia|presidente del Consiglio]] [[Giovanni Giolitti]], constatata l'affermazione del fascismo e la nascita del [[Partito Comunista d'Italia]], decise lo scioglimento delle camere e la convocazione di nuove elezioni.<ref name=":72">{{Cita|Gentile|p. 137}}.</ref> Per favorire l'ingresso dei fascisti in parlamento, Giolitti ripropose le liste dei [[Blocchi Nazionali]] con l'inclusione di candidati fascisti.<ref name=":72" />consentendo a 37 fascisti l'ingresso in parlamento.<ref>{{Cita|Gentile|p. 142}}.</ref>